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Comte-DIO-Darwin

di Fabrizio Fratus - 03/07/2007



Con la rivoluzione industriale e poi quella francese si chiudeva il capitolo
della società tradizionale, i razionalisti da quel momento avevano un
problema quello di concepire su cosa fondare la nascente "nuova" società
teorizzata dal flosofo Sant Simon, il maestro di Comte che per primo
illustrò la necessità di un alleanza tra scienza e industria. Da questo
presupposto Comte iniziò le sue ipotesi filosofiche e sociali sulla società
che doveva nascere in futuro.
Lo sviluppo di un'alleanza tra ingenieri-capitani d'industria e scienziati
che volevano assolutamente sviluppare il concetto di progresso tecnologico
fu l'Ecole-polytechnique.
Comte fu l'elaboratore di una nuova scienza (la sociologia) che voleva
trovare, partendo dai livelli più semplici delle specie viventi alle forme
complesse di organizzazione sociale, una comune legge che ne spiegasse lo
sviluppo e il funzionamento.
Tra il 1824 e il 1847, lo studioso, con il suo lavoro intitolato Corso di
filosofia positiva, elaborò la definizione di una scienza socio-biologica
che poneva al centro l'idea che la società è un organismo complesso composto
da cellule e tessuti sociali che cresceva secondo leggi empiricamente
osservabili. La sociobiologia venne concepita come scienza in cui si poteva
unificare tutto il sapere umano al di sopra delle specializzazioni nelle
diverse aree scientifiche. Il sapere per Comte poteva essere raggiunto
concependo tre piani dell'"essere": biologico, mentale, sociale.
Per Comte al primo livello di organizzazione degli esseri viventi, quella
biologica, è possibile rintracciare una legge evolutiva certa e universale e
tale legge era, sempre per Comte, legittimo dedurre che valesse anche per
l'ambito mentale (psicologia) e quello sociale (sociologia).
Il nome dato dal filosofo inventore della sociologia di tale legge è: legge
dei tre stadi. Il presupposto è che vi sia una astratta analogia tra
sociologia e biologia; da qui la sua divisione della sociologia in due rami:
la statica sociale e la dinamica sociale. Seguendo la legge appena descritta
la società si evolve da un primo livello "teologico fittizio" ad un secondo
di carattere intermedio "metafisico astratto" per giungere ad un terzo che
sarebbe quello conclusivo detto "positivo e scientifico". Il sociale viene
descritto come un organismo tutte le relazioni funzionali e le cause finali
sono orientate a realizzare una finalità oggettiva. Seguendo questa logica
la storia delle società umane segue ed obbedisce ad una legge di sviluppo
progressivo come dimostrato dall'ottimismo della maggior parte degli
intellettuali di tutto il secolo dell'ottocento europeo.
Al primo livello le società si fondano un ordine che viene da uno o più
esseri superiori, divini; l'ordine sociale trova le sue motivazioni in una
visione meta-sociale. La religione e le religioni offrono a questo livello
una spiegazione razionale che soddisfa loro una visione unitaria della
società.  Al secondo , quello metafisico, troviamo la tendenza a smontare la
complessità del vissuto in termini metafisici, su base filosofica, astratta
non più riferibile ad esseri superiori o divini. Si cercano spiegazioni 
unitarie dell'essere a partire da elementi semplici (la filosofia Greca ne
fu maestra) da cui l'ipotesi che l'ordine sociale si fondesse con l'ordine
della natura.
La terza fase, quella conclusiva, è con l'avvento del sapere scientifico che
tramite l'osservazione dei fatti (il positivo) scopre le leggi del
funzionamento della società e della natura (sociologia e biologia).
Per Comte il processo di sviluppo era progressivo e meccanicistico e con il
nuovo mondo che si stava sviluppando con l'alleanza tra imprenditori e
scienza doveva essere l'atto conclusivo di questo sviluppo.
Fu il periodo storico che abbiamo descritto che diede tanta fortuna a C.
Darwin. La sua teoria era quello che mancava alla società sopradescritta,
una società in cui DIO non aveva più posto e la teoria di Darwin era
perfetta in quanto dava un origine naturalista a tutta l'esistenza.
Caos e necessità uccidevano prima e sostituivano poi l'essere supremo dei
credenti.
Nasceva il tempo della ragione e con la ragione si poteva e si doveva
spiegare tutto; i materialisti avevano trovato il loro "messia", un laureato
in teologia che teorizzava che l'esistenza dell'uomo era data da una
casualità di eventi e lotte e non dalla volontà di un essere superiore come
descritto nella Bibbia.
Darwin, che sicuramente fu un ottimo e un grande studioso fu, quindi,
soprattutto lo strumento di coloro che negavano ogni visione che
trascendesse la vita materiale, lo scienziato fu il mezzo con cui i
naturalisti riuscirono a costruire la nuova società denominata "modernità".
Ma oggi ci stiamo svegliando e sempre maggiori scienziati, studiosi e
persone comuni si rendono conto che il Darwinismo va considerato solamente
per l'aspetto che riguarda la microevoluzione e che il resto è speculazione
di coloro che ancora si rifanno al positivismo, di coloro che usano la
teoria dell'evoluzione come dogma ateo.
La scienza si deve liberare dei dogmatici e deve tornare ad essere ricerca,
sperimentazione, osservazione e riproducibilità, solo così la scienza
tornerà a essere libera da coloro che la usano per motivi personali di
carattere ideologico.