Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / "Baghdad è una città in frantumi"

"Baghdad è una città in frantumi"

di Dahr Jamail - 23/07/2007


 


Sotto c'è una email che ho appena ricevuto da un amico stretto, il traduttore Abu Talat. Pur essendo scappato con la sua famiglia da Baghdad e essendo profugo in Siria, recentemente ha dovuto fare ritorno a Baghdad per salvare quanto era rimasto della sua precedente vita (la sua auto, le sue proprietà rimaste a casa, eccetera) prima di far ritorno in Siria. La sua nota è istruttiva sulle condizioni attuali nella capitale dell'Iraq. Ecco il suo messaggio:


Mio caro,
Baghdad è una città in FRANTUMI ... non ci sono strade su cui guidare, la maggior parte di esse sono chiuse con ostacoli di cemento e filo spinato. In aggiunta, la presenza dell'esercito iracheno, i cui membri si coprono la faccia con maschere nere e tengono i loro fucili in una maniera da lasciarti pensare che stanno per ucciderti.

I negozi nella maggior parte del luogo dove mi sono recato erano chiusi. Ho cercato il proprietario di un negozio che conosco, Abu Fadhil, 55 anni, perché avevo sentito che il suo negozio era stato rapinato. Ho trovato la sua porta chiusa e sbarrata, e nessuna notizia su di lui.

Più tardi, dirigendomi a Sadr City, ho trovato che due delle strade che consentono di attraversare Baghdad da nord a sud erano o parzialmente o toltamente chiuse in alcuni punti. Ricorderai le grandi vie di Baghdad... beh, ora la maggior parte di esse sono chiuse, o almeno bloccate con ostacoli, tuttavia dicono che c'è qualche progresso nella situazione della sicurezza all'interno della città! Ogni giorno a Baghdad esplodono due o tre automobili, uccidendo un grande numero di civili.

Quando ho fatto ritorno al mio quartiere di al-Adhamiya, non potevo entrare se non con il controllo dei miei documenti  e della mia auto, anche se le guardie sono dello stesso quartiere e mi conoscono. Ma essi dovevano controllare per evitare il possibile accesso di un'autobomba.

In ogni caso, ogni giorno i mortai bombardano il mio quartiere e quelli sono fuori controllo, nonostante questo muro di cemento posto dagli Americani che ora circonda il quartiere. Qualunque cosa facciano, non possono portare la sicurezza nel nostro piccolo quartiere.

Non c'è bisogno di dire che Baghdad è diventata un IMMONDEZZAIO. Puoi trovare spazzatura ovunque. Puoi sentire la putrefazione dei cadaveri ovunque tu vada.

Per quanto riguarda l'elettricità, ne abbiamo solo per un'ora al giorno. Già. Da dove ci troviamo nel centro della città, a Bab al-Muadham, posso vedere dal balcone che c'è gente che dorme quasi nuda sulle terrazze perché il caldo è opprimente e non c'è elettricità per far andare i condizionatori o i ventilatori. Grazie al cielo ci sono due grandi generatori che mantengono l'elettricità nel nostro palazzo.

Ogni giorno verso le 2 o le 3 del pomeriggio i condomini sono chiusi e nessuno può più entrare o uscire.  E' un modo per mantenere la sicurezza, e si rimane così fino al giorno successivo.

Per quanto riguarda la mia famiglia, in questa condizione, ci sembra di essere in gattabuia dalle 2 o le 3 del pomeriggio fino alla mattina successiva, quando alle 7 le porte vengono riaperte.

Mio figlio va all'ospedale a lavorare, ma negli ultimi due giorni non vi era l'acqua potabile [Suo figlio lavora al Baghdad Medical City, il più grande ospedale dell'Iraq].  Nelle due ultime settimane, l'ospedale è rimasto senza condizionatori d'aria e quasi senza pazienti, sebbene sia il più grande ospedale dell'Iraq.

Mia nuora è anch'essa un dottore, deve andare in un altro ospedale per fornire un po' di assistenza, dato che c'è una drammatica mancanza di ginecologi. Rimane in ospedale per tre giorni di seguito, finché mio figlia va a prenderla in auto al quarto giorno per portarla a casa. In questo modo lei non deve prendere taxi o autobus ed è più sicura.

Mia figlia non è uscita dalla porta di questo appartamento per tutta la scorsa settimana, eccetto una volta per sbrigare una faccenda di lavoro.

Mia moglie è uscita di qui solo una volta, quando è andata al lavoro (da cui è in permesso dal giorno in cui siamo partiti per la Siria) per poter chiedere un anno di aspettativa. Grazie a Dio è riuscita ad ottenerla.

Quanto a me, ho trovato la mia auto rovinata e ho dovuto farla riparare. Ho dovuto chiamare un meccanico a casa, dato che io non potevo portare l'auto da lui visto che tutte le autofficine sono chiuse e non c'è posto dove far riparare un'auto. Tutti questi negozi sono chiusi.

Quando ho incontrato il meccanico mi ha detto, "Per noi è diventato impossibile vivere, e non possiamo trovare alcun altro lavoro".

Dahr, questa breve lettera serve a darti giusto un'idea della situazione oggi a Bagdad. Alla prossima lettera ti racconterò qualcos'altro.
 


Originale da: dahrjamailiraq.com

Articolo originale pubblicato il 27 maggio 2007 

L’autore

Gianluca Bifolchi è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

URL di questo articolo su Tlaxcala:
http://www.tlaxcala.es/pp.asp?reference=3386&lg=it

AUTORE:  Dahr JAMAIL

Tradotto da  Gianluca Bifolchi