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USAID in Bolivia e Venezuela: la sovversione silenziosa

di Eva Golinger - 11/09/2007

 


 

 


Il governo degli Stati Uniti ha quasi portato alla perfezione un metodo di ingerenza che riesce a penetrare ed infiltrare tutti i settori della società civile in un paese che riveste un interesse economico o strategico. Nel caso del Venezuela, questa strategia ha iniziato a prendere forma nell'anno 2002, con l'aumento di finanziamenti a settori dell'opposizione attraverso il National Endowement for Democracy (NED) e l'apertura di un ufficio di transizione (OTI) di USAID a Caracas. Questi sforzi riuscirono a consolidare un movimento d'opposizione in quel momento che, invece di fallire in un colpo di stato, riuscì a causare seri danni all'industria petrolifera e all'economia nazionale attraverso un sabotaggio economico e una "serrata" da parte di manager e imprenditori. Dopo una divisione dell'opposizione, la strategia riorientò il suo approccio principale verso le comunità a basso reddito, i settori chavisti, la comunicazione e le necessità interne del paese. L'ambasciata degli USA a Caracas aprì una serie di "consolati satellite" (American Corners) in cinque stati del paese, riuscendo -- senza l'autorizzazione del Ministero degli Esteri -- a tenere una presenza ufficiale in regioni importanti per gli interessi energetici di Washington. Questi stati, Anzoátegui, Bolívar, Lara, Monagas, y Nueva Esparta (Margarita), sono ricchi di petrolio, minerali ed altre risorse naturali di cui gli Stati Uniti vogliono il controllo. Queste sedi statunitensi trovano spazio in associazioni di avvocati e giunte municipali dell'opposizione, e continuano a funzionare come centri di propaganda e cospirazione contro la rivoluzione bolivariana.

Il lavoro di USAID e il suo OTI in Venezuela ha causato l'approfondirsi della sovversione controrivoluzionaria nel paese. Fino alla data del giugno 2007, più di 360 "borse di studio" erano state concesse a organizzazioni sociali, partiti politici, comunità, e progetti politici in Venezuela attraverso la Development Alternatives, Inc. (DAI), una sociatà a contratto presso USAID che ha aperto una sede nel distretto El Rosal di Caracas nel giugno 2002. Dal centro di Caracas la DAI/USAID ha concesso più di 11.575.509 dollari a questi 360 gruppi e progetti in Venezuela per il programma, "Venezuela: iniziative per la costruzione della fiducia" (VICC). La maggioranza dei programmi finanziati dalla DAI si concentrano (se si giudica dai loro materiali) sul "dialogo politico, il dibattito pubblico, la partecipazione civica e la formazione di leader democratici". Tra le organizzazioni che partecipano e ricevono finanziamenti ci sono Súmate, Primero Justicia, Un NUevo Tiempo, la municipalità di Chacao, Liderazgo y Visión, Los del Medio, Convive, Transparencia Internacional, Instituto Prensa y Sociedad, Queremos Elegir, la Universidad Metropolitana, ed altri gruppi generalmente legati ad ambienti dell'opposizione.

USAID-OTI finanzia anche i partiti politici dell'opposizione, come Primero Justicia, Un Nuevo Tiempo, Acción Democrática, COPEI, MAS, tra gli altri, attraverso le branche internazionali dei partiti statunitensi: l'Instituto Republicano Internacional (IRI) e l'Instituto Democrático Nacional (NDI). Dall'anno 2002, più di sette milioni di dollari risultano investiti nell'"assistenza tecnica" a questi partiti dell'opposizione in Venezuela da parte di USAID insieme ad IRI e NDI.

I cosiddetti "difensori dei diritti umani" in Venezuela, o ONG (organizzazioni non governative), ricevono gran parte dei loro finanziamenti attraverso la Freedom House, altro contrattista della USAID-OTI in Venezuela. La Freedom House ha patrocinato eventi come "Le minacce alla libertà di espressione del Secolo XXI",  con la partecipazione di Marcel Granier, presidente del canale televisivo golpista RCTV, insieme a Karen Hughes, la sottosegretaria di stato per la Diplomazia Pubblica e gli Affari Pubblici (l'ufficio di propaganda del Dipartimento di Stato che supervisione Voz de America e altri mezzi di propaganda di Washington), e la congressista Ileana Ros-Lehtinen (repubblicana della Florida).

La Freedom House finanzia anche istituzioni statunitensi, come il Centro Internazionale per il Conflitto Non-Violento (ICNVC) che insegnano le tecniche di "resistenza" di Gene Sharp, e hanno assistito movimenti di giovani e studenti in Serbia, Ucraina, Georgia, Bielorussia e Venezuela. Il loro presidente del 2003-2005 fu James Woolsey, ex direttore della CIA, e il suo attuale presidente, Peter Ackerman, è un banchiere assai prospero che ha patrocinato "cambi di regime" in Serbia, Ucraina, e Georgia attraverso l'Istituto Albert Einstein e il suo ICNVC. Il figlio di Ackerman ha partecipato al massacro del popolo iracheno a Falluja.

L'ultimo contrattista di USAID in Venezuela è la Fondazione per lo Sviluppo Panamerican (PADF), la cui missione è "appoggiare la società civile". La PADF ha concesso 937.079 dollari a 14 ONG venezuelane dalla fine del 2006. Per ora i nomi di questi gruppi non sono noti.

Gli ultimi rapporti pubblici di USAID sottolineano che ad agosto del 2007, vi è stata una conferenza con 50 sindaci di tutto il paese per trattare il tema del "decentramento" e le "reti popolari". Un tema molto somigliante al progetto che Leopoldo López, sindaco oppositore di Chacao, sta attualmente promuovendo. Il programma di USAID-OTI in Venezuela promette di continuare i suoi sforzi nel "rafforzamento della società civile e i partiti politici", "promuovere il decentramento e i consigli comunali", e "addestrare i difensori dei diritti umani". Il Congresso USA ha già approvato 3,6 milioni di dollari per questo ufficio in Venezuela per l'anno 2007-8, qualcosa che sta a indicare che la sovversione aumenterà e minaccerà la rivoluzione bolivariana.

BOLIVIA

Ma il Venezuela non è il solo bersaglio della sovversione e dell'ingerenza statunitense attraverso USAID e i suoi milioni di dollari di finanziamento a movimenti dell'opposizione. A Marzo del 2004 l'USAID aprì un altro ufficio per le iniziative di transizione (OTI) in Bolivia, per fornire un supposto aiuto "a ridurre le tensioni in zone di conflitto sociale e appoggiare il paese con la preparazione di eventi elettorali". In questo caso USAID pose sotto contratto la società statunitense Casals And Associates, Inc. (C&A) per gestire i più di 13,3 milioni di dollari che già erano stati concessi a 379 organizzazioni, partiti politici e progetti in Bolivia. La C&A gioca in Bolivia lo stesso ruolo della DAI in Venezuela, e come la DAI, la C&A è una compagnia con grandi contratti con il Dipartimento di Difesa, l'Esercito statunitense, il Dipartimento dell'energia, Broadcasting Board of Governance, la Voz de América, l'Oficina para Transmisiones (de propaganda) a Cuba, il Departamento de Seguridad Interior, el Departamento de Estado, e molti altri. Fino a oggi la C&A ha lavorato eseguendo programmi di ingerenza per conto di diverse agenzie di Washington in più di 40 paesi del mondo, compreso Albania, Armenia, Bolivia, Colombia, Repubblica Dominicana, El Salvador, Guatemala, Madagascar, Malawi, Messico, Nicaragua, Panama e Paraguay.

In Bolivia USAID-OTI ha concentrato i suoi sforzi per osteggiare e condizionare l'Assemblea Costituente, e il separatismo delle regioni ricche di risorse naturali, come Santa Cruz e Cochabamba. La maggioranza dei 13,3 milioni di dollari sono stati dati a organizzazioni e programmi che lavorano a "rafforzare i governi regionali", con l'intenzione di indebolire il governo nazionale di Evo Morales; "creare rapporti tra gruppi indigeni e strutture democratiche"; "offrire opportunità e sviluppo comunitario"; "educazione civica per leader emergenti"; e "diffusione dell'informazione". I nobili temi di questi programmi indicano che Washington sta cercando di minare il potere nazionale di Evo Morales in Bolivia, penetrare e infiltrare le comunità indigene, che sono la maggioranza nel paese, promuovere il modello capitalista, e influire sui mezzi di comunicazione; promuovendo la propaganda filo-statunitense; filo-capitalista e anti-socialista.

Il programma di USAID-OTI in Bolivia appoggia apertamente l'autonomia di certe regioni, come Santa Cruz, Beni, Pando, e Tarija, promuovendo il separatismo e la destabilizzazione del paese e del governo di Evo Morales. Anche il National Endowment for Democracy (NED), altro organo finanziario di Washington che promuove la sovversione e l'ingerenza in più di 70 paesi del mondo, compreso il Venezuela, sta finanziando gruppi in regioni come Santa Cruz, che appoggiano il separatismo. L'attuale ambasciatore statunitense in Bolivia, Philip Goldberg, è un esperto sul tema del separatismo, essendo stato capo della missione statunitense nell'ex-Yugoslavia che fu divisa in due paesi, Bosnia e Serbia, con l'"aiuto" USA.

Il governo di Evo Morales ha già denunciato pubblicamente questa sovversione attraverso USAID in Bolivia, avvisando il governo USA che deve rispettare le leggi del paese o andarsene. "La porta è aperta", ha dichiarato il portavoce del governo boliviano in questi giorni, facendo riferimento all'ingerenza statunitense nel suo paese.

Naturalmente Washington non se ne andrà tanto facilmente. Questa rete di ingerenza e sovversione non sarà sradicata agevolmente. Il Presidente Chávez ha proposto nella sua riforma costituzionale un cambio all'articolo 67 che include una proibizione del finanziamento a gruppi con fini politici e a campagne politiche per conto di entità pubbliche o private straniere. E' essenziale definire come verrà trattato il concetto di "fini politici", perché in molti casi le ONG e gruppi che lavorano per i diritti umani cercheranno di evitare di essere classificati come organizzazioni con motivi "politici". Ma nessuno può negare che i diritti umani sono un tema fondamentalmente politico, ed è il terreno sul quale oggi più si nasconde la sovversione di Washington, che usa le ONG come copertura.

E' chiara la necessità urgente di sviluppare strategie per impedire questa sovversione in Venezuela, Bolivia e tutti i paesi fratelli oggi sotto la mira dell'Impero, e che lottano per esprimere la propria volontà e sovranità.


Originale da: APORREA 

Articolo originale pubblicato il 5 settembre 2007 

L’autore

Gianluca Bifolchi è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

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Tradotto da Gianluca Bifolchi