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Alberi geneticamente modificati

di organicconsumers.org - 21/12/2005

Fonte: aamterranuova.it

Alberi geneticamente modificati per bonificare aree contaminate, affrontare il cambiamento climatico, proteggere le piante secolari... Forse tutte buone intenzioni, ma con quali imprevedibili conseguenze?

A Danbury (Connecticut), sulla superficie di 35 ex-cappellifici contaminata dal mercurio usato per trattare il peltro, è stata impiegata un’arma futuristica: 160 pioppi neri americani. Il dottor Richard Meagher, professore di genetica all’Università della Georgia, ha modificato geneticamente gli alberi per estrarre il mercurio dal terreno, accumulandolo senza danno, per poi convertirlo in una forma meno tossica di mercurio e rilasciarlo nell’aria.
Questa è stata solo una di una seriedi proposte che il dottor Meagher ha sottoposto a varie agenzie negli ultimi vent’anni per l’ingegneria genetica degli alberi al fine di assorbire dal terreno sostanze chimiche contaminanti.
Tuttavia, ci sono molti dubbi a riguardo.In primo luogo, siccome il polline può attraversare lunghe distanze, i geni alterati potranno contaminare le varietà naturali, con un conseguente danno agli ecosistemi e altre conseguenze imprevedibili.
Il dottor Jim Diamond, presidente della Commissione Nazionale del Sierra Leone per l’ingegneria genetica, vede gli alberi come un bastione del mondo naturale. "E’ possibile che le aree boschive che rimangono saranno progressivamente dominate da varietà di alberi addomesticati e che le altre varietà naturali andranno a scomparire" ha detto. "Dov’è che si traccia il limite?"
Comunque sia, l’accettazione del grande pubblico dipenderà almeno in parte dalla capacità di rendere sterili queste nuove piante, o comunque che la loro capacità riproduttiva sia strettamente controllata.
Il dottor Strauss e i suoi colleghi vedono l’ingegneria genetica come un modo per allentare la pressione nei confronti della distruzione di foreste selvatiche. Se possono modificare geneticamente gli alberi di una piantagione in modo che possano crescere più velocemente e avere altre caratteristiche commerciali vantaggiose, dicono, allora l’industria avrà meno interesse a cercare alberi secolari.
Si sta cercando di usare l’ingegneria genetica anche per affrontare il cambiamento climatico: il dottor Strauss vuole creare alberi che immagazzinino una maggiore quantità di carbonio nelle loro radici, "sequestrandolo" dall’atmosfera, diminuendo così la concentrazione di anidride carbonica.
Tra gli obiettivi c’è anche la creazione di alberi che producano meno lignina, una sostanza simile alla plastica che rende dure le fibre del legno, in maniera che possano essere trasformate in carta usando meno sostanze chimiche.
"Forse parte del merito di una crescita più veloce è che l’albero non userà le proprie energie per produrre pigne" dice il dottor Diamond della Sierra Club "e così non ci sarà sostentamento per i Tamia striati. E se l’albero nel tuo giardino si rivela essere un esemplare con bassa lignina e con una folatina di vento ti casca sul tetto o sulla macchina?"

Fonte: www.organicconsumers.org