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L'americanizzazione dell'Europa

di Giuseppe Maneggio - 08/11/2007

Fonte: stonedact.blogspot.com

 
Prime ore del pomeriggio. All'interno di un liceo succede una carneficina. Uno studente armato di pistola bussa alle porte delle classi e comincia a sparare all'impazzata. Risultato: nove morti e diversi feriti.

Sembra l'ennesima notizia di cronaca nera proveniente dall'altra parte dell'Atlantico, invece ci è giunta dalla Finlandia. La terra Natale di Babbo Natale, invero oggetto di dispute giacchè gli americani la vorrebbero situata nell'Alaska ma che per tradizione europea risiede nel villaggio finnico lappone di Korvatunturi, ci ha offerto una notizia di cronaca nera che di finlandese ha ben poco. La modalità di esecuzione, anticipata da annunci pubblicati antecedentemente su un blog e su YouTube, e il copione, non differiscono dal massacro avvenuto lo scorso aprile nella scuola Virginia Tech degli Stati Uniti (trentadue morti e ventuno feriti). Forse soltanto l'immediato intervento delle forze speciali di polizia finlandese ha evitato che il bilancio si aggravasse.

Questo episodio ci porta a considerazioni di natura sociale: innegabilmente ci appare più evidente l'avanzata culturale americanista che produce uomini, azioni e pensieri replicati in modo uniforme da Seattle a Helsinki, da Seul a Milano. Sono gli effetti della globalizzazione, che non è solamente un fenomeno economico, ma anche e soprattutto culturale dove a farla da padrone sono quell'unica superpotenza in grado di assoggettare, svuotare o sradicare comunità culturali locali e nazionali. L'americanizzazione del mondo passa attravarso modelli politici, economici, sociali ma anche e soprattutto mediatici e quindi cinematografici, musicali, sportivi e in generale linguistici, che ci vengono imposti da quella immensa macchina di propaganda e marketing che sono gli Stati Uniti. Si pensi solo per un attimo alla pletora di film prodotti dall'industria di Hollywood e restando sull'attualità a quanti possano essere catalogabili come di genere thriller o horror. C'è certamente una veicolazione commerciale della violenza e della morte come non mai era accaduto nei decenni precedenti.

Pekka-Eric Auvinen, il ragazzo di diciotto anni che ha compiuto il massacro nella cittadina di Tuusula in Finlandia era solito firmarsi nel suo blog e su YouTube come Sturmgeist (tempesta di spiriti in tedesco). Non abbiamo ancora notizie circa le indagini, che dovranno fare chiarezza sulle abitudini e i gusti del perverso omicida, ma quella firma e quel nome appartengono ad una band norvegese di black metal. La norvegia era già stata scossa da un'ondata di notizie di cronaca nera a causa di gruppi musicali appartenenti a questa corrente estrema. Ricordiamo gli Inner Circle dei primi anni '90 che commisero crimini diffusi un po' in tutta la Scandinavia (e nella fattispecie in Norvegia). Danneggiamenti nei luoghi cristiani, omicidi, intimidazioni. Nomi come Emperor, Burzum, Dissection e Mayhem Dead sono diventati celebri più per i fatti di cronaca nera che non per le loro realizzazioni "artistiche". Tutte queste band si rifacevano al satanismo, all'isolazionismo, al paganesimo norreno e alla superiorità razziale.

La Finlandia annovera numerosi appassionati di questo genere di musica che ben lungi dall'essere scomparso, sopravvive grazie anche al contributo dei sopracitati Sturmgeist.

Tornando su aspetti puramente sociali ci tocca analizzare le cause del successo di questo genere musicale tra le lande scandinave. Certamente giocano a favore l'alto numero di suicidi (statistiche mediamente più elevate rispetto alla media europea) e il problema dell'alcolismo. Due elementi che storicamente martoriano le società dell'estremo nord europeo. L'occidentalizzazione che produce atomizzazione dell'individuo e materialismo consumistico, unita alla generosa politica sociademocratica di questi paesi, ha prodotto sacche di depressione umana non colmate da reali valori che dovrebbero esaltare il bisogno di comunità (ma questo andrebbe a scontrarsi con i paradigmi vigenti delle società mercantili). Ci sentiamo di condividere a tal proposito questa lucida analisi del prof. Marco Tarchi: "Privato di ogni consapevole e desiderata appartenenza, o per meglio dire caricato di una serie molteplice di appartenenze reversibili e provvisorie, portatrici di lealtà incrociate e spesso contraddittorie (appartenenza a una professione, a una confessione religiosa, a un partito, a gruppi di interesse, ad associazioni del tempo libero, ecc.) che gli impedisce di assumere un'identità definita (e definitiva), l'individuo-tipo prefigurato dall'American way of life è il destinatario ideale del messaggio omogeneizzante. L'unico modo che ha a disposizione per imporsi e non scivolare nell'emarginazione è omologarsi, seguire le indicazioni che gli vengono trasmesse dalle mode e dai media, sfruttare i canali obbligati della mobilità sociale sentendosi sempre più necessariamente solo e in lotta con tutti i suoi simili, potenziali concorrenti nell'arena in cui si determinano competitivamente il successo e la realizzazione personale."

Nella mente di Pekka-Eric Auvinen c'era un insieme di tutte queste analisi ma quest'ultima è forse la vera causa generatrice per cui un ragazzo possa trovare negli estremismi e nella violenza una ragione per vivere e per affermarsi, annulando qualsiasi valore intrinseco legato alla vita. Nichilismo allo stato puro.

L'abdicazione dell'Europa in ogni campo all'avanzata culturale americanista ci sta rendendo sempre più omogeneizzati e assimilati. "Gli americani non imparano mai nulla, anche ai più alti livelli esprimono un'incultura disperante, per cui credono che tutti siano simili a loro", così il prof. Giovanni Sartori dalle colonne del Corriere della Sera. Forse non tutti, ma quasi... Siamo pronti a scommettere che prossimamente anche in Italia, qualche folle emulerà l'esempio omicida delle scuole americane. E siamo anche certi che accadrà in qualche cittadina del benestante e produttivo nord Italia.

Note:
(1) Contro l'americanismo - Marco Tarchi - Editore Laterza - 2004
(2) Corriere della Sera, 10 novembre 2001
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