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Class action all'italiana

di Valentina* - 28/11/2007



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Qualche giorno fa il Senato ha approvato un emendamento alla finanziaria che ha introdotto nel nostro ordinamento la “class action”.

Negli Stati Uniti la class action rappresenta uno strumento di alta democrazia, poiché riequilibra i rapporti tra consumatori e grandi aziende, spesso colossi come le corporation.

Un’azienda che provoca un danno può essere citata in giudizio da centinaia di migliaia di cittadini, non solo, l’azione può essere intrapresa per iniziativa di uno studio legale che la pubblicizza per coinvolgere il numero più ampio di clienti.

Se l’impresa è riconosciuta colpevole viene condannata a versare un’indennità più alta del danno reale subìto dalla controparte, questo in applicazione dell’ “indennità punitiva”, vale a dire la giusta punizione per aver tenuto un comportamento dannoso; l’indennità punitiva ha anche lo scopo di servire da deterrente per le altre aziende.

Tutti i partecipanti alla class action beneficeranno dei risarcimenti, di solito notevoli, e i legali avranno il diritto di trattenersi una percentuale sull’indennizzo che i propri clienti riusciranno ad ottenere.

In America, di solito, si ricorre alla class action per danni derivanti dal fumo, da medicinali, da prodotti difettosi, da abuso di posizione dominante, da inquinamento ambientale,o da frodi bancarie.

Pensiamo a cosa sarebbero stati i crac Parmalat e Cirio, la truffa dei bond argentini, o i 157 morti del Petrolchimico di Marghera, per citare solo alcuni casi, se in Italia fosse esistita la class action....

Ma appunto siamo in Italia....

....e i nostri legislatori si stanno preoccupando di rendere la norma “compatibile” al nostro sistema......

La legge nasce con numerosi vizi rispetto al modello americano e anziché tutelare i cittadini rischia di limitarne i diritti.

Poiché è stata approvata con un solo voto di scarto, sarà soggetta a subire numerose modifiche lungo il cammino che entro il mese prossimo la porterà, forse, all’approvazione.

Il mostro giuridico che sta per essere partorito si rivolge al “consumatore” anziché al cittadino e ciò comporta due svantaggi principali:

1. non sarà direttamente il cittadino a poter ricorrere alla class action, ma dovrà rivolgersi ad associazioni di consumatori riconosciute che fanno parte del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (CNCU).

Il CNCU è un organo dello Stato, mi chiedo quanto possano garantire l’imparzialità le associazioni che lo compongono.

2. rivolgere la class action al consumatore (anziché al cittadino) limita la sua applicazione al solo campo degli illeciti contrattuali, tutto ciò che esula dalla materia contrattuale sarà perseguito mediante tradizionali azioni individuali, anche se il danno riguarda una pluralità di soggetti. (Ad esempio: una nube tossica fuoriuscita da una fabbrica non sarà materia di una azione di class action).

Non contenti di ciò i nostri baldi legislatori hanno osato di più:

Qualora venga riconosciuto il diritto ad ottenere il risarcimento questo non è automatico, ma il cittadino dovrà cominciare una causa individuale per ottenere la liquidazione del danno.

Risultato: le lungaggini, le parcelle e le spese legali che il povero Sig. Pirlotto credeva di aver risparmiato erano in realtà solo rinviate.

Inutile aggiungere che in Italia non si vuole sentir parlare di applicare l’indennità punitiva...

Ad agitare ancor più le acque si è aggiunto Montezemolo che l’ha definita “una legge all’amatriciana”, manifestando così lo sdegno di confindustria preoccupatissima per le azioni temerarie e ricattatorie che potranno colpire dolosamente le imprese (al fine di scongiurare tale rischio sono allo studio dei “filtri” proprio per evitare azioni infondate che portino a delegittimare le cause valide).

Gli fa eco Mastella, che avendo interpretato la legge come un’ingiustizia inflitta alle imprese, vorrebbe correre ai ripari per evitare una fuga di investimenti dall’Italia .....

Dini, dal canto suo, non ha votato la legge e ne auspica lo stralcio.

La norma quindi è destinata a passare sotto la pialla delle diverse lobby dei poteri forti e a quanto pare il suo fine originario ne uscirà stravolto....

Sarà legittimo allora pensare che anziché tutelare i cittadini, i consumatori e le imprese corrette si è preferito difendere gli interessi di coloro che praticano l’illegalità e la frode ???


*Valentina, a quanto c'è stato dato di sapere, è una collaboratrice del sito http://coc.ilcannocchiale.it da cui, per gentile disponibilità dell'amministratore, è stato ripreso l'articolo che segue