Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'Eldorado dei boiardi d'Italia

L'Eldorado dei boiardi d'Italia

di Paolo Baroni - 13/12/2007

 
Gli alti funzionari pubblici prendono fino a tre volte più dei corrispondenti stranieri

Stipendi pazzi, fuori misura. Assolutamente irrazionali. Lontani anni luce da ogni parametro, nazionale ed europeo. Sono le buste paga «d’oro» dei grand commis di Stato e degli alti funzionari della pubblica amministrazione su cui sta per calare la scure. Tetto rigido a 274 mila euro lordi ed esenzioni ridotte al minino: fino a pochi giorni fa si parlava di 25 posizioni in tutto l’apparato pubblico che avrebbero comunque evitato la mannaia, ma con gli ultimi ritocchi votati alla Camera si è scesi ad un quarto o poco più. Solamente al governatore della Banca d’Italia e i presidenti delle Autorità indipendenti (Consob, Antitrust, Agcom, Energia, ecc) sarà infatti concesso un trattamento doppio rispetto a tutti gli altri: non potranno andare oltre quota 548 mila euro. Tutti gli altri, a colpi di sforbiciate progressive, verranno invece portati al livello del primo giudice di Cassazione ed allora saranno dolori.

Non a caso la proposta avanzata in commissione Bilancio della Camera dal socialista Roberto Villetti, e poi approvata dalla maggioranza, ha visto il governo esprimere parere contrario. Pare infatti che alcuni capi di gabinetto di importanti ministri siano scesi sul piede di guerra e Palazzo Chigi in qualche modo ha raccolto il loro grido di dolore. «Occorre fare attenzione - spiega Villetti - non bisogna scadere nel populismo né tantomeno far finta di niente». Come procedere? L’idea è stata quella di utilizzare come parametro l’Europa, attingendo ai bilanci dei vari stati e delle rispettive assemblee elettive, mettendo a confronto gli stipendi italiani con quelli francesi, inglesi e tedeschi e dando anche un’occhiata agli Usa. Il risultato, ovviamente, fa impallidire.

Un dato su tutti: il nostro capo della Polizia, il prefetto Antonio Manganelli, guadagna ben 650 mila euro l’anno a fronte dei 91 mila del collega tedesco, dei 148 mila dell’inglese e dei 115 mila dell’americano. Di fatto il triplo del ministro dell’Interno da cui dipende ed il doppio di figure altrettanto importanti in termini di funzioni e responsabilità: il comandante generale dei Carabinieri percepisce infatti «appena» 380 mila euro l’anno, 390 mila quello della Guardia di Finanza, 360 mila quello della Forestale, 380 mila il Capo di Stato maggiore dell’esercito. Che a sua volta guadagna il triplo del suo omologo americano (che è inchiodato a 186 mila dollari) e quasi il doppio del collega inglese. I compensi italiani, in base ai dati elaborati da Carlo D’Ippoliti e che Villetti presenterà pubblicamente oggi, sono tra i più alti in assoluto con una struttura delle retribuzione «assolutamente irrazionale».

Ma mentre quelli delle figure politiche, prendendo come riferimento le indennità di base (escluse diarie ed indennità varie), sono più o meno allineate alle medie degli altri Paesi se si scende per i rami dell’apparato pubblico i rapporti cambiano non poco. Il nostro Capo dello Stato, ad esempio, percepisce un assegno di 218 mila euro l’anno, contro i 232 mila del presidente francese Sarkozy ed i 199 mila del tedesco Kohler, il presidente del Consiglio Romano Prodi è a quota 212 mila (242 mila il francese Francois Fillon e 207 mila la tedesca Angela Merkel), un ministro da noi arriva a quota 189 mila contro i 161 mila della Francia ed i 173 mila della Germania, ed anche un sottosegretario non si discosta molto da questi valori. Idem per i parlamentari, euro più euro meno.

Passando al setaccio gli stipendi dei vertici dell’amministrazione si scopre invece che italiani ed inglesi sono tra i meglio pagati, arrivando quasi sempre a scavalcare chi ricopre incarichi di tipo legislativo. Il segretario generale della Camera da noi percepisce ben 485 mila euro, più del doppio di Napolitano e Prodi. Contro i 230 mila del collega inglese (165 mila sterline) ed i 119 mila del tedesco. Anche a livello di Comuni la musica non cambia: un segretario generale di un municipio italiano incassa circa 110 mila euro l’anno contro gli 84.300 di un tedesco. Solo i francesi stanno a quota 200 mila, ma negli Usa non si arriva a 62 mila, a 105 mila in Inghilterra. E si potrebbe continuare all’infinito: il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, arriva a 450 mila euro, contro i 142 mila del francese Noyer ed i 101 mila del tedesco Weber; 350 mila il direttore dell’Agenzia delle entrate contro 103-120 mila euro; 400 mila il presidente della Consulta, contro 142 mila (Francia) e 173 mila (Germania). In Italia un Procuratore generale in media percepisce 278 mila euro l’anno, se lavorasse in Francia si dovrebbe accontentare di 53.889 euro, 86.478 in Germania, 102 mila negli Usa e 134 mila in Gran Bretagna. Ma adesso arrivano i tagli, salvo sorprese dell’ultima ora. Sempre possibili in una Finanziaria che è sempre un calderone in ebollizione.