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Cossiga: «I francesi provocarono la strage di Ustica»

di Carlo Lania - 28/02/2008







«Quando ero presidente della Repubblica i nostri servizi segreti mi informarono che a provocare la strage di Ustica furono i francesi». Parola di Francesco Cossiga che ventotto anni dopo l'abbattimento del Dc9 Itavia decide improvvisamente di svelare un altro tassello sulla tragedia che la sera del 20 giugno 1980 costò la vita a 81 persone tra passeggeri e membri dell'equipaggio. In un'intervista rilasciata ieri a SkyTg24, Cossiga spiega infatti di aver saputo delle presunte responsabilità di Parigi dal Sismi, che avrebbe informato anche Giuliano Amato, all'epoca sottosegretario alla presidenza del consiglio del governo Craxi.

Circostanza questa che, se confermata, collocherebbe la rivelazione tra l'85 e l'87. «Furono i nostri servizi segreti - ha detto ieri Cossiga - che quando io ero presidente della Repubblica informarono l'allora sottosegretario Giuliano Amato e me che erano stati i francesi, con un aereo della Marina, a lanciare un missile non a impatto, ma a risonanza.

Se fosse stato a impatto non ci sarebbe nulla dell'aereo». Non è la prima volta che l'ex presidente della Repubblica tira in ballo i francesi. Analoghe dichiarazioni, infatti, Cossiga le rilasciò nel gennaio dello scorso anno alla trasmissione radiofonica Baobab. Del tutto inediti, invece, sono i riferimenti al Sismi e al generale Santovito, che guidò il servizio dal 1977 al 1981. «La tesi - ha spiegato ieri Cossiga - è che i francesi sapevano che sarebbe passato l'aereo di Gheddafi. La verità è che Gheddafi si salvò perché il Sismi, il generale Santovito, appresa l'informazione, lo informò quando lui era appena decollato e decise di tornare indietro. I francesi questo lo sapevano - ha concluso Cossiga - videro un aereo dall'altra parte di quello italiano e si nascose dietro per non farsi prendere dai radar».

Nessun commento da parte del ministro degli Interni Amato alle parole di Cossiga che lo coinvolgono. Ma le affermazioni dell'ex presidente della Repubblica vengono giudicate di estremo interesse da coloro che per anni hanno lavorato per scoprire quanto accadde sui cieli di Ustica. «Le conclusioni di Cossiga sono le stesse alle quali sono arrivato anch'io con la mia inchiesta», spiega Rosario Priore, giudice istruttore nell'inchiesta sulla strage. «Credo che le sue informazioni sia attendibili, anche se le sue fonti sono diverse dalle mie. Io non ho potuto dare una nazionalità all'aereo militare, anche se poteva essere solo statunitense o francese». Nel corso della sua inchiesta Priore si recò anche negli Usa: «La Nato disse che quella sera c'era un forte movimento aereo, che rendeva possibile la presenza di una portaerei.

Anche in questo caso le possibilità non erano molte: o la Clemenceau, che però i francesi dissero che si trovava in porto a Tolone, o l'americana Saratoga, a Napoli». Plausibile anche l'ipotesi di un Sismi che allerta Gheddafi: «E' una teoria che circolava fin dall'inizio - conferma infatti Priore -. C'era una frattura nel Sismi: una parte filo-araba guidata da Santovito e un'altra più filo-israeliana».

D'accordo nel non sottovalutare le dichiarazioni di Cossiga anche l'avvocato Alessandro Gamberini, legale dei familiari delle vittime di Ustica. «Si sa che quella notte un aereo, giunto all'altezza di Malta tornò indietro. Quelle di Cossiga sono informazioni che vanno coltivate, anche perché la Francia è l'unico paese a non aver risposto alle rogatorie in modo compiuto». «Esterrefatta» per le parole di Cossiga si dice infine Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione familiari
vittime di Ustica. «Quando è stato interrogato dalla corte di Assise che processava i generali, Cossiga non ha detto nulla, adesso invece parla.

Bene, mi auguro che vista l'importanza delle sue affermazioni il governo decida di verificare se quanto dice è vero oppure no».