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Il Truman show della Ddr (50 anni sotto le cineprese)

di Andrea Tarquini - 24/06/2008





 

Ripresa la vita di una cittadina dal '61. Da quel film nasce un museo. E' il più importante documentario-verità girato da una tv ufficiale nell'Est
BERLINO - Doveva esaltare le magnifiche sorti e progressive del socialismo reale, invece è diventato il più importante esempio di documentario-verità girato da una tv ufficiale nell'Est. E adesso un museo lo ricorderà. Die Kinder von Golzow, "I bambini di Golzow", si chiamava il lavoro del regista Winfried Junge e di sua moglie Barbara.

Dal 1961, l´anno in cui fu costruito il Muro di Berlino, Junge seguì per 47 anni con la cinepresa le storie di ragazze e ragazzi di una prima elementare della pacifica Golzow, villaggio-modello della Ddr non lontano da Francoforte sull´Oder. Narrò la loro vita, da bambini a teenager ad adulti. Fino e oltre la caduta del Muro e la svolta-trauma della riunificazione. Quella prima elementare coetanea del «muro della vergogna» divenne insieme un Truman Show e una Spoon river della Germania orientale. Spesso la censura storse il naso.

Nella Germania divisa, la trasmisero anche i canali dell´Ovest libero, e continuarono a farlo dopo l´unità nazionale. Ora un semplice museo nella scuola dove Junge cominciò a girare, tramanderà la memoria di quella generazione, il "come eravamo" d´una classe di bimbi cresciuta attraverso le scosse della Storia. «E´una pietra miliare unica nella storia del cinema», scrive Variety.

Cominciò per caso: a Winfried Junge, fresco di diploma alla Scuola superiore del cinema di Potsdam-Babelsberg, non sospetto alla Stasi, i gerarchi affidano il grande incarico: «Mostreremo come il socialismo trasforma una regione arretrata in zona-modello, narreremo il progresso attraverso le vite di quei bambini». Ma il regista prende l´incarico sul serio, e narra tutto. Mostra il «Registro pedagogico», dove gli insegnanti sono tenuti a prendere nota degli orientamenti ideologici e intellettuali dei ragazzi. Illustra il loro cammino nella vita senza trionfalismi, non censura tensioni né drammi.

Ecco Junge che cerca di convincere un ragazzo a essere più naturale davanti all´obiettivo, e poi apprende con un po´ di paura che è figlio del generale Erich Mielke, capo della Stasi. Ecco la tragedia di Brigitte, ragazza madre: cresce da sola il figlio Marcel, e muore a 29 anni per un vizio cardiaco di cui i medici di Stato non si erano accorti. Ecco Juergen, vittima dell´alcolismo, un cancro allo stomaco lo ha condannato ma prima di morire vuole abbracciare per l´ultima volta Winfried e Barbara davanti alla cinepresa. Ci sono anche momenti ironici, sgraditissimi ai censori: Ilona, 11 anni, marina la scuola nel giorno del compito di matematica per giocare ai giardinetti con le amiche.

Le difficoltà col regime aumentano quando i bimbi crescono, ripresi dal film: c´è chi si sposa e divorzia quasi subito dopo, il fiasco di massa delle famiglie emerge dalle immagini come piaga del socialismo. C´è Erika che col fidanzato Hans passeggia per Berlino Est, e mano nella mano, davanti alla telecamera, i due si attardano a guardare con occhi sognanti la vetrina dell´ufficio della Sas, la compagnia aerea scandinava, la voglia del frutto proibito, viaggiare in Occidente. Anche gli immancabili personaggi positivi sono atipici: soprattutto Gudrun, figlia d´un gerarca del Pc capo del Kolkhos locale.

Vuole far carriera, ma anche mettersi a dieta, diventare una donna attraente e indipendente, rifiuta il ruolo di moglie e madre - modello. Finché, nel 1984, la censura intima a Junge di smetterla. Ma lui non si arrende, riesce a farsi ricevere da Egon Krenz, delfino del dittatore Honecker, ge li strappa nuovi finanziamenti. Così il Truman show realsocialista arriva all´89 e oltre, sopravvive alla Ddr stessa.

Oggi i «bambini di Golzow» sono ultracinquantenni. Molti se ne sono andati nelle grandi città, ma la memoria li unisce tutti. Niente nostalgie del passato, affermano Bernhard ed Eckhard, amici per la pelle fin dai banchi della prima, «la vita delle costrizioni è finita». Ma anche adolescenza e gioventù non tornano: sopravvivono solo su quella storia infinita filmata per 47 anni in bianco e nero.