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La banda del buco

di Giovanni Petrosillo - 24/06/2008

 

Ah quando c’era lui! Come si ballava spensierati per le strade sfavillanti del centro e quanta cultura si poteva respirare, tra una rassegna cinematografica e l’altra, tra una fiera del libro ed un concerto per “tromboni”.

Ah quando c’era lui! Che bontà e che moralità, una città tutta marzapane e miele, la pacatezza e la serenità di un luogo ordinato e pulito, una città normale in un paese normale come si può raccontare solo nei salotti sinistrati e semicolti di Fabio Fazio, incarnazione ricciuta del buonismo di questa sinistra melliflua ma cancerosa.

“Ve c’hanno mai mannato…” C’era quasi da giurarci su quegli occhioni da giuggiulone, sull’ostentata tranquillità veltroniana da uomo nuovo di vecchia furbizia che non perde il vizio picciista di puntare al “core” dei “suoi” per meglio gabbarli. Gioco facile se gli stessi sono stati lobotomizzati prima,  incapaci ormai di vedere ad un palmo dal proprio naso. Buio pesto e nebbia fitta nella testa degli ultrà democratici, un popolo della fame imbellettato e agghindato di similcultura che non ha mai fatto caso alla manina di Walter protesa, non verso il sol dell’avvenire, ma nella direzione dei palazzinari della città e di tutti gli altri poteri forti.

Ma che volete, le ragioni del cuore hanno un senso nella letteratura e nella poesia, molto meno nella vita reale dove "nisciun e’ fess".

“Semo gente de monno” noi, mecenati buonisti del XXI secolo, illuminati e benpensanti, mica come quelli dello “schieramento avverso”, brutti zozzi, rozzi e forcaioli, che sulle piazze romane vorrebbero tornare a farci le "marcette". A proposito, quanto è durato il clima di distensione promesso da Uolter? Il tempo di una sconfitta su tutta la linea. Così per risalire la china ha dovuto ritirar fuori il consunto spauracchio del babau mediatico che vuole farsi duce. E se poi i ministri berlusconiani giocano ai “welfaristi” sono solo degli irresponsabili che non sanno fare i conti o, quanto meno, dei populisti che raggirano la povera gente.

A chi il conto salato di tanta bontà ex-sindaco? Don’t worry, è o non è Veltroni lo zio d’America? We care, we can, you pay! E che saranno mai al giorno d’oggi 8 miliardi di “cambiali”, al massimo ci si fa qualche notte bianca e qualche serata di gala per il solluchero delle genti.

Lo dice pure la Standard&Poor's che ha prima minimizzato il debito capitolino e poi si è espressa con un rating di “solvibilità”. Sarà, ma non si tratta della stessa agenzia che solo pochi mesi prima dell’ormai storico crac della Parmalat aveva asseverato il buono stato di salute della multinazionale con sede a Collecchio? E la stessa Standard&Poor's non aveva aiutato la Parmalat, ormai fallita, a collocare sul mercato eurobond per un valore di 4,073 miliardi e private placement per 786 milioni?  E quale fu il rating dato all’azienda di Tanzi nonostante quelle operazioni spericolate? BBB con outlook “stabile” (passato subito dopo a positivo). Quell’azienda era così sana che dopo tre mesi ci sarebbe stato il più grande terremoto finanziario della storia d’Italia. L'agenzia di rating aveva anche lanciato comunicati rassicuranti al fine di non far precipitare il titolo. Del resto, avendo essa sottoscritto un bond da Parmalat per 500 milioni di dollari poteva mai dire agli investitori di non comprare tenendosi in mano il cerino acceso?