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Formazione automatica dei cartelli aziendali

di Uriel - 25/06/2008


Esempi di come la politica resista all'applicazione di qualsiasi teoria matematica, mancando cosi' ai propri obiettivi, li troviamo appena apriamo un giornale. In numero enorme.


Se per esempio leggiamo questo articolo , abbiamo un esempio classico di quanto ignorante possa essere un certo pubblico.

L'articolo parte dall'ipotesi secondo la quale costruire un cartello sarebbe un accordo volontario tra aziende. Biechi capitalisti si incontrano, si stringono la mano, e si accordano per stringere il consumatore in una morsa.

In realta' non e' necessario nulla del genere: i cartelli si formeranno da soli, e senza necessita' di alcun accordo tra biechi personaggi con la tuba e la faccia da maiale.(1)

Ce lo dice una teoria apposita. Tra l'altro, e' proprio la teoria che Odifreddi ha spacciato per "il teorema dei due gelatai". Se abbiamo due aziende che competono per lo stesso mercato, alla fine del gioco otterremo che le due aziende semplicemente faranno prodotti simili a costi simili, e prezzi simili. Coca Cola a Pepsi Cola, per dirne due.

No, non c'e' alcun bisogno di un incontro tra biechi capitalisti per ottenere questo cartello: ognuno tentera'di imitare i processi vincenti dell'altro,e di incontrare il gusto dei clienti dell'altro produttore.

Ci sono luoghi ove questo non avviene, si dice. Ma non e'vero: apparentemente non avviene, ma se sappiamo cosa sia un simplesso sappiamo bene cosa stia succedendo: un produttore ha un vettore di prodotti (X1,X2,X3,.....Xn) , ognuno dei quali sara' destinato ad un certo pubblico(2), diciamo dai  generi a poco prezzo per gente meno abbiente fino a quelli costosi per persone piu' abbienti, e un altro produttore ha un altro  vettore (Y1,Y2,Y3,...Yn). Se portiamo questi vettori su un piano n-dimensionale, fatti salvi i tempi necessari alla convergenza non otterremo altro che vettori di prodotti che costituiscono a loro volta dei cartelli: in questo simplesso l'utente si perde e non si accorge di essere di fronte ad un cartello, se non quando cerca un oggetto inusuale: solo allora ci si accorge del cartello.

Di conseguenza, e' del tutto inutile che un'ente indaghi sul fatto che il cartello sia volontario o meno: se parliamo di un solo monopolista possiamo anche dire che il monopolio sia volontario e/o che sia sanzionabile. Se invece parliamo di cartelli, le cose cambiano: il processo che produce un cartello richiede un numero molto alto di stati, perche' e' NP, ma possiamo  tracciare una regola di questo tipo senza sbagliare troppe volte:

Ogni mercato maturo e saturo e' caratterizzato da un cartello.

E questo non perche' ci sia una cricca di malvagi che si riuniscono in qualche cantina buia, sotto una luce fioca, seduti su casse e bidoni a decidere l'eguaglianza dei prezzi e dei prodotti. Ogni mercato la otterra' automaticamente, da solo.

E' quindi completamente sbagliato, inutile e dannoso richiedere che un'autorita' vigili contro la creazione dei cartelli: i controllati (che magari studiano piu' matematica di Catricala') si limiteranno ad  un gioco cooperativo nei confronti della concorrenza, ottenendo il cartello senza nemmeno scambiarsi una telefonata per coordinare la cosa. Poiche' tutte le tariffe e le condizioni commerciali sono note, il gioco e' semplicissimo perche' c'e' informazione.

Nessuno ha bisogno di stringere accordi.
Dunque, il lavoro di Catricala' e' solo quello di constatare una realta' della fisica. Dire "nel tale mercato -maturo e saturo- c'e' un cartello" e' come dire "gli oggetti cadono verso il basso". Lo sappiamo, ed e' normale.

Situazioni diverse possono verificarsi in condizioni di mercati poco maturi (ove la concorrenza e' nell'introduzione continua di prodotti a costi diversi), o in mercati recenti ove non ci sia stato il tempo di convergere verso una soluzione stabile.

Perche' di fatto un "cartello" non e' altro che un sottoinsieme  della condizione di stabilita' del mercato, nella quale i prezzi non variano piu': tutte le aziende occupano la propria fascia ad un prezzo stabile.

Il problema, quindi, non e' "se si crea un cartello", il problema semmai e' "a quali condizioni si crea il cartello".

Di conseguenza, non serve a nulla un garante contro i cartelli comese fossero accordi tra aziende, a meno che non agisca contro i monopolisti singoli. Per il resto, e' il legislatore che puo' cambiare le condizioni nelle quali si stabilizza il cartello vietando questa o quella pratica.

Il secondo esempio e' l'approccio tremonti alla crisi petrolifera. Esso si basa su un'assunzione vera,e cioe' che attualmente le scorte petrolifere siano gestite in modalita' LIFO (last in firts out) anziche' FIFO (first in , first out) . Allora, dice Tremonti, se l'ultima petroliera arrivata e' quella venduta, e' chiaro che un aumento dei prezzi si ripercuotera' immediatamente sui mercati.

Al contrario, passando da una coda LIFO (stack) ad una coda FIFO, il risultato sara' che se la coda e' lunga tre mesi allora si vendera' oggi petrolio comprato a prezzo inferiore. Quindi, si rallentera' il crescere dei prezzi tassando le riserve. Tassare le riserve significa di fatto punire le riserve piu' vecchie, quindi costringere le compagnie a ruotare le riserve.

Ma non e' chiaro in che misura questo dovrebbe abbassare i prezzi: quello che vedo e' che aumentera' i profitti nell'immediato.E' vero che se ho comprato un prodotto dal prezzo crescente (diciamo 1 euro) e domani si vende a due euro, mi conviene aspettare dopodomani e venderlo a tre euro.

Ma c'e' anche da dire che se lo vendo domani lo vendo gia' a due euro. Mentre vendendo subito quello comprato oggi, a 1,9 euro, guadagno subito dieci centesimi.

Quindi,di per se' costringendo le compagnie a passare da una LIFO ad una FIFO si aumentano i loro profitti, dando loro il margine per abbassare i costi.Ma non e' ancora detto che i costi si abbassino. Anzi: poiche' le abbiamo tassate, e' difficile che succeda.

Sarebbe stato meglio se il governo avesse bloccato i prezzi: a quel punto per tenere il ritmo e pagare dividendi le compagnie sarebbero state costrette  ad attingere alle riserve comprate a prezzo basso: senza bloccare i prezzi non c'e' alcun payoff che spinga le compagnie a tenere i prezzi bassi o ad abbassarli ; in ogni caso il prezzo e' un payoff positivo.

Una buona mossa potrebbe essere quella di calcolare una media dei prezzi e tassare le compagnie che sforano sulla media: in questo caso il payoff di una singola mossa di  aumento dei prezzi non e' necessariamente positivo. Il problema e' che una volta livellati sulla media, ogni aumento costera' salato, ma non necessariamente un calo sara' vantaggioso, a meno di non contare su un aumento della clientela.

Non ci sono molti metodi per aumentare la clientela in un mercato ,quando la merce venduta sia un genere di base come la benzina, se non quello di permettere la differenziazione geografica dei prezzi.Una soluzione considerata buona e' quella di permettere ai mercati ragionali o locali di modificare i costi della benzina; permettere cioe' alle compagnie di praticare prezzi diversi regione per regione o provincia per provincia, tassando nel contempo le compagnie che superano la media.

In questo modo, poiche' le abitudini automobilistiche variano da provincia e provincia, non solo avremo dato un possibile costo all'operazione di aumento di prezzi, ma avremo dato un vantaggio nel calo stesso dei prezzi, perche' una citta' sprecona di carburanti potrebbe permettere alla compagnia di essere piu' economica laddove c'e' una base piu' parsimoniosa, e viceversa, onde far mettere in mora i concorrenti.

Questo trasforma, se la multa per chi sfora la media e' molto alta,il dilemma del prigionero di NAsh nel problema dei viaggiatori  di Basu.Dopo un periodo iniziale di irrazionalita', tutti i giocatori si convinceranno che conviene tenere bassi i prezzi.

Ovviamente tutto questo e' ben noto. Ma se appena ti arrischi a dire che la matematica fornisce una soluzione al problema, ti verra' risposto che la matematica NON si applica alla politica internazionale, alla politica economica, che c'entra anche l' Iraq,e tutta una fuffologia che serve solo a giustificare azioni inutili condotte per ragioni misteriose, figure inutili come Catricala', che non serve a nulla perche' si sforza di fare un lavoro impossibile, eccetera.

Ed e', appunto, l'approccio italiano alle cose: il rifiutare che esista da qualche parte uno specialista che sa fare le cose meglio di te semplicemente perche' lui ha studiato e tu invece no.

Non esiste il modo di convincere i sociologi del fatto che il crimine, essendo un gioco basato su una costellazione di probabilita', cioe' della probabilita' della probabilita', si sconfigge aumentando le pene. No, perche' un tizio di nome Beccaria ha scritto delle cose tre secoli fa, e poco importa il resto: i sociologi pretendono che le regole della societa', essendo "umane" , siano aliene ed intangibili da quei malvagi che maneggiano i numeri: perche' pensare , dopo aver coltivato un comodo orticello ove i politici sono i depositari dell'unica conoscenza -detta politica- possibile,  che arrivi da fuori uno specialista capace di trovare risposte accettabili se non migliori delle tue?

La politica, come ogni scienza, ha la propria tradizione. Ovviamente si oppone ai cambiamenti di paradigma, tali per cui vengono meno le precedenti autorevolezze costruite su anni di autoreferenza.

Di conseguenza, il metodo italiano consiste nel brancolare nel buio con stile, gridando ai matematici di starsene fuori dalle palle perche' quelle sono materie umanistiche, finche' altri leaders (stranieri oppure semplici operatori del mercato interno) avendo studiato ti riducono al lumicino.

Perche' alla fine Kuhn dimenticava che quando le eccezioni ed i fallimenti diventano piu' numerosi di tot, non solo la nuova teoria sostituisce quella vecchia, ma i nuovi arrivati prendono il controllo del mercato delle applicazioni.

Lasciando chi non vuole adeguarsi a dire scemenze in qualche caverna.





(1) Il riferimento e' sia alla Fattoria degli Animali che a Paperopoli.

(2) Le uniche eccezioni sono i luxury brand, ma in quel caso il branding pesa cosi' tanto che il cartello non e' possibile. Rolls Royce e Bentley non formano un cartello, perche' la totopotenza delle scelte in quel mercato non e' un fattore rilevante.