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Pieno di potere e governi di emergenza.

di Uriel - 29/06/2008

La politica italiana, come la societa' italiana, sono permeate da un atteggiamento che e' il comune denominatore dei mali locali. Il problema e' che questo atteggiamento si nutre molto facilmente dei meccanismi democratici, con il risultato che normalmente l'opposizione li appoggia.
Chi ha studiato la storia della Russia ha un paradigmagia' pronto per identificare la situazione: la lotta eterna tra lo Zar di turno (1)e i cosiddetti "boiari".

In Russia succedeva questo: poiche' il territorio era sterminato, difficile da controllare nonche' stracolmo di risorse, un certo numero di persone diventava sempre piu' rilevante nella vita materiale del paese.

Poiche' di fatto l'unico istacolo al dominio assoluto (faccio notare che il municipio di Mosca sia grande quasi quanto il triveneto: spesso un piccolo nobile gestiva territori grandi quanto la Francia)
era il potere centrale dello Zar, il risultato e' che tutti questi poteri periferici sfruttavano le debolezze del sistema di corte allo scopo di indebolirlo.

Lo Zarato, iniziando da Ivan il Terribile , prese cosi' l'abitudine a periodici pogrom contro questi personaggi.  Si tratta di una dialettica(2) che e' continuata e continua sino ai giorni d'oggi. Se sotto il sistema sovietico i politici emergenti andavano ad inficiare il potere centrale e venivano purgati, oggi Putin ha dovuto sbattere in galera un po' di petrolieri e qualche padrone di TV per mantenere l'ordine: come da copione, stavano iniziando a dilagare nella Duma. E probabilmente non avevano mai letto un libro di storia della loro nazione. Se c'e' una cosa che non va fatta in Russia, e' di inficiare il potere centrale senza ESSERE il potere centrale.

Il guaio e' che in Italia si e' replicato lo stesso meccanismo, con la sola differenza che non c'e' uno Zar che ogni tanto vada a tagliare la testa ai boiari.(3)

Quando un governo prende il potere, infatti, il resto della societa' (che , faccio notare, ha eletto il governo medesimo) non fa altro che passare immediatamente all'opposizione. Con il risultato che ogni governo ,di fatto, governa CONTRO il paese.

E' ovvio che in una democrazia ci debba essere un'opposizione, su questo non si discute. Ma l' Italia ha una peculiarita': qualsiasi governo vede tutti i blocchi economici e sociali passare all'opposizione.

E per "passare all'opposizione" intendo semplicemente "fare di tutto perche' i provvedimenti del governo non vengano applicati, perche' il governo non riesca a emettere tali provvedimenti, eccetera".

Il tipo di governo, la sua composizione, la sua identita' di destra o sinistra non sono rilevanti: i medesimi protagonisti (industriali, magistratura, sindacati, conf* , etc) non fanno altro che bloccare ogni possibile cambiamento.

Si potrebbe dire che si tratti del solito atteggiamento NIMBY (Not In My BackYard) ma non si vede per quale motivo , per esempio, gli industriali debbano denunciare una recessione subito dopo aver annunciato una crescita del fatturato del settore industria.

Il motivo di questo paradosso e' il seguente: l'italiano non vuole essere governato. Ovvero, desidera vivere (sebbene se ne lamenti) in una situazione di vuoto di potere, e specialmente in una situazione di mancanza assoluta di decisioni.

Il concetto di base e' che la societa' italiana e' strutturata in una quantita' pazzesca di relazioni di persone. Poiche' la quantita' di relazioni e' enorme, il grado di mobilita' sociale e' piccolissimo: per introdurre una modifica ai meccanismi sociali ed economici bisognerebbe modificare una quantita' gigantesca di rapporti.

Poiche' ognuna di queste modifiche costera' quantita' di lavoro, e avra' dei costi, la societa' italiana si configura come un grafo estremamente connesso che avrebbe fatto perdere la pazienza al santo patronomastico di Markov: ma quel che conta, e' che e' a questo complesso di relazioni che si pretende di affidare la soluzione dei problemi del cittadino.

In altre parole, la societa' ha deciso  molto semplicemente di prendere il posto del governo. Non si tratta semplicemente di un principio di sussidiarieta' democratica, o della solita fregnaccia sull'agora' ellenica. Sia il principio di sussidiarieta' che il principio di rappresentativita' sono principi politici basati su atti politici.

Il che significa che sono strumenti che si occupano di dire al governo (ad un qualche livello di governo) che cosa decidere, semplicemente rappresentando le istanze dei cittadini.

Il fenomeno italiano invece e' diverso: si occupa semplicemente di escludere il governo. Il governo non e' visto come ente sussidiario nel senso politico del termine: e' visto come deus ex machina qualora la societa' non riesca a risolvere il problema con i propri mezzi.

Il principio non e' piu' il principio di sussidiarieta' o di devoluzione: si tratta di un principio di escalation vero e proprio.

Se pensiamo al problema della criminalita', possiamo pensare che ad essere prese di mira siano state prima le abitazioni (ed in generale le proprieta' dei cittadini) : il disagio non si e' manifestato subito. Prima si sono blindate le case, col risultato che ogni casa italiana e' blindata quanto una banca tedesca. Poi si sono dotate le auto di sistemi di allarme. Poi sono nate le agenzie di vigilanza.

Solo quando il fenomeno si e' esteso cosi' tanto da diventare un problema e' nata la protesta: faccio notare che se PRIMA la politica avesse deciso per il poliziotto di quartiere, o per i militari sulle strade, la societa'civile sarebbe insorta.

In questo senso, la societa' italiana sta enunciando qualcosa che NON si e' mai visto prima in nessun governo occidentale, ovvero il governo come principio di escalation.

  1. Il governo e' assente, o semplicemente irrilevante nella vita del cittadino.
  2. Dato un qualsiasi problema, prima si attiva la rete di relazioni sociali ed economiche. Se il problema viene gestito o arginato da queste ultime, allora il governo NON DEVE intervenire.
  3. Se e solo se il problema NON viene gestito o arginato dalla rete di relazioni sociali, SOLO ALLORA inizia l'escalation(4) verso il governo, sotto forma di pressioni politiche.
Questa ideologia del governo, cioe' un'ideologia che RIDUCE il governo alla semplice risoluzione di emergenze, e solo su richiesta della societa', richiede alcune assunzioni:

  1. Il governo dev'essere normalmente debole, ovvero normalmente inattivo.
  2. Il governo deve essere una struttura atta a gestire il worst case scenario, cioe' l'emergenza quando e se esplode.
  3. Tale azione deve avvenire solo ed esclusivamente su richiesta della societa' tutta, sotto forma di protesta/sollevazione, etc.
L'ideale di governo dell'italiano e' quindi un governo che esista solo se chiamato in causa; nel resto del tempo potrebbe anche rimanere completamente inattivo. Risolvere i piccoli problemi non e' affare del governo, ma della rete.

Bisogna stare molto attenti a questo modo di pensare, perche' di fatto e' un'ideologia politica a se' stante , e non una cattiva(?) abitudine di un popolo.

Intendo dire che essa potrebbe anche venire formalizzata e divenire ideologia di partito, come lo furono il comunismo e il fascismo nei secoli scorsi.

Dico che sia pericolosa perche' all'idea normale di rete di relazioni sociali si aggiungono numerosi fattori che sono comparsi solo in questo secolo:

  1. Decenni di emigrazione interna fanno si' che la rete di relazioni sia spesso una rete su scala nazionale. Dubito che in Italia l'indice medio di separazione superi il 4.
  2. I sistemi di comunicazione sono cosi' pervasivi che la rete puo' reagire in pochi minuti: non e' raro che un problema sia risolto grazie all'aiuto di amici , conoscenti e parenti in tempi 50-100 volte inferiori a quanto sarebbe possibile persino in paesi dal welfare molto efficiente.
  3. Lo stesso concetto di rete di relazioni ha preso il connotato di sistema positivo, per merito di internet e di tutte le filosofie cooperative/sociali che sono nate.
  4. Si e' aggiunto uno strato di "volontariato" alla quantita' di relazioni che e' possibile stringere: in assenza della relazione giusta/utile, e' possibile che esista un'associazione di volontariato che ti aiutera'.

Queste trasformazioni epocali fanno si' che sia possibile concepire un'ideologia organica , con riscontri ed infrastrutture materiali, un'ideologia che vede il governo come ente normalmente inattivo, il quale viene chiamato in campo ad arbitrare le emergenze.

Il resto ,ovvero il complesso della pubblica amministrazione, potrebbe essere svolto dalla societa'.

Attenzione: quando parlo di "governo" non intendo l'insieme delle infrastrutture, che non hanno finalita' politiche. Mi riferisco alla parte politica, cioe' alla parte che prende decisioni. E' ovvio che la sanita' verrebbe amministrata dallo stato: ma si tratta di ordinaria amministrazione, di infrastruttura e non di "politica", cioe' di decisioni volte a determinare la sostanza della nazione.

E' possibile che una simile ideologia prenda corpo , sino a ottenere un governo che si limita alla normale amministrazione e alle emergenze (se l'intervento e' richiesto), delegando alla societa' tutto il resto?

E' possibile con un certo numero di passaggi:

  1. Che tutti ostacolino la funzione politica di governo, con la sola eccezione dei provvedimenti d'emergenza, che vengono applauditi , e della normale amministrazione, che si richiede efficiente. L'attivita' politica continuativa, ovvero l'applicazione mediante leggi di un'idea di societa' (di destra o di sinistra che sia), e' invece osteggiata con ogni mezzo, e quindi delegata alla societa' stessa.
  2. Che la stampa, agendo da amplificatore, divenga un intermediario riconosciuto dal governo, cioe' il mezzo attraverso il quale la societa' chiede al governo di intervenire con una misura di emergenza: autoritaria, magari draconiana, non importa. Se e' chiamato ad intervenire, (e solo in quel momento) il governo ha carta bianca.
  3. Che l'ordinaria amministrazione dello stato si riduca a quelle superstrutture impossibili da gestire localmente. Bisogna stare attenti al significato che l'italiano da' al termine "locale": locale, in Italia, significa "sotto il controllo della rete di relazioni sociali". Insomma, che si diffonda un localismo federalista il cui scopo sia di mettere le strutture politiche nelle mani della rete di relazioni sociali tra cittadini.
  4. Poiche' anche i rapporti cliente-fornitore sono rapporti che fanno parte della "rete", (5) anche la stessa privatizzazione dei servizi, o la liberalizzazione di commerci sottoposti a monopolio , non fa altro che lasciare alla rete la possibilita' di controllare un fenomeno. Se devi blindare casa, vai dal fabbro del paese, dall'amico fabbro, o dal fabbro che ti hanno consigliato.
  5. Vi siano dei punti di ingresso che permettano di costruire queste reti: l'ingrediente che mancava sinora si e' realizzato attraverso la rete telematica trasformata in luogo di socialita'. Persino la persona senza amici puo' costruire una rete di relazioni semplicemente usando il mezzo informatico per un certo periodo di tempo.

Tutto questo, evidentemente, sta avvenendo: e' sotto gli occhi di tutti. Non ha ancora una formalizzazione ideologica (la rete di relazioni e' troppo soffocante per parlare di liberismo, ed e' troppo assente lo stato per chiamarsi socialismo. La famiglia tende ad essere un atomo,quindi non e' tribalismo o sistema di clan, e lo stesso individuo e' a sua volta un atomo caratterizzato dalle proprie relazioni: non possiamo parlare nemmeno di individualismo.), ne' ha partiti che la rappresentano.

Ma come ideologia e' fin troppo organica, e quel che importa di piu' esistono le condizioni , per la prima volta anche tecnologiche, perche' questo modo di vedere il governo diventi un pensiero organico capace di realizzarsi , formalizzarsi in leggi costituzionali , diffondersi nel mondo. (6)

Certo, ha qualche difetto.

  1. E' xenofoba. Lo straniero non ha relazioni, per cui e' estraneo ad un sistema che identifica la persona attraverso le relazioni di cui e' un estremo. O si identificano i punti di accesso (e lo straniero e' troppo povero per usare internet), o si tratta di una societa' estremamente xenofoba.
  2. E' autoritaria. Il governo non interviene se non quando c'e' un'emergenza che la rete non riesce a compensare. Quando richiesto, ha carta bianca , e l'intervento viene applaudito quanto piu' e' forte. Anche perche' cosi' la rete puo esprimere il suo ricatto: cara persona-problema, o ti lasci controllare dalla rete, o chiamiamo quelli la' che picchiano duro.
  3. E' anarchica:  poiche' il governo e' assente tranne nelle emergenze, non c'e' alcuna direzione collettiva. L'individuo,se non inficia i rapporti che costituiscono la rete, e' completamente incontrollato. Se li inficia viene espulso e ricade nel punto (1) , cioe' diviene vittima di xenofobia. Se non basta espellerlo, si chiama lo stato a picchiare duro. Ma sino a quando i rapporti non vengono inficiati, nessun comportamento e' di per se' considerato disdicevole, a patto che permetta relazioni in gran numero.
  4. E' tribunizia. Poiche' l'intervento del governo deve essere scatenato da qualcosa, e la stampa e' il tramite verso il governo, ogni evento di rilievo e' una richiesta di intervento. Chi riesce ad organizzare eventi di protesta contro qualcosa diviene un pulsante da premere per ottenere attenzione (e probabilmente l'intervento). E' il caso Grillo, per dire. 
  5. E'cieca. Poiche' non c'e' alcuna necessita' di politica, viene meno la funzione di lettura del futuro, dal momento che il sistema di relazioni reagisce solo al presente. Poiche' reagisce solo a distorsioni del sistema di relazioni, che e' un fenomeno interno, non c'e' neppure bisogno di guardare al proprio esterno.
  6. E' immobile, o almeno molto statica. Poiche' ogni relazione ha lo scopo di conservare se' stessa o di essere un mezzo per godere di altre relazioni, il numero di relazioni aumenta nel tempo, e quelle vecchie tendono a conservarsi. Modificare le dinamiche di una rete cosi' connessa e' quasi impossibile.


Onestamente non so in che misura mi interessi vivere in un mondo cosi'. Dall'altro lato, pero', vedo che questo mondo sta arrivando. E sta arrivando con la forza di un'ideologia organica e il dinamismo di chi arriva sull'onda di un cambiamento epocale quale e' l'arrivo di internet,  con tutti i suoi social network e le relative culture.

Insomma, vedo di fronte a noi un mondo cosi', non so se vorrei viverci, e onestamente non credo neppure di aver scelta. Perche' come nel "La Caduta degli Dei" di Visconti, "non creda di potersene andare dalla Germania, perche' presto la  Germania arrivera' sino a casa sua".

Insomma, ho il dubbio che una volta formalizzata, l'ideologia del governo apolitico che delega alla rete sociale i compiti politici sia destinata a diffondersi worldwide.

E dove scappi, su Marte?

Uriel

(1) Che la RUssia sia uscita dallo zarismo con la rivoluzione sovietica ho dei dubbi: la mentalita' zarista va ben oltre il rilievo formale del tipo di governo.

(2) Definire dialettica una cosa che terminava con un esercito che radeva al suolo una citta'  e' un eufemismo, lo so.

(3) Credo che uno dei due Ivan abbia effettivamente decapitato qualcuno di questi signori con le proprie mani, ma non ricordo quale dei due, se fosseil Grande o il Terribile.

(4) Uso il termine escalation nel senso aziendalistico del termine, ovvero il fatto che esso venga sottoposto ad un grado piu' alto nella gerarchia, chiedendo una soluzione autorevole.

(5) Se non altro per via dell'enorme quantita' di mediatori che necessitano per aprire un'attivita' commerciale.

(6) Chi non crede che in un paese come l'Italia non possa nascere un'ideologia (nel bene e nel male) di portata storica e/o mondiale e' pregato di rileggere la storia del primo novecento e dell'ultimo ottocento.