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La catastrofe a venire?

di David de Batto - 01/07/2008

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La chiave finale ai molti piani elaborati per attaccare l'Iran




Mondialisation.ca 25 giugno 2008



Portiamo all'attenzione dei nostri lettori lo scenario di David DeBatto che riguarda ciò che potrebbe prodursi, se uno dei molti piani che mirano ad attaccare l'Iran, con la partecipazione d'Israele e dell'NATO, dovesse realizzarsi. Anche se alcuni potrebbero essere in disaccordo con alcuni elementi dei dettagli riportati dall'autore del testo, l'idea principale di quest'analisi deve essere presa seriamente. (La redazione)

“Israele ha dichiarato che un attacco contro l'Iran sarà "inevitabile" se il regime islamico continua ad avanzare nelle sue intenzioni di costruire una bomba atomica.”
(LondonDaily Telegraph, 11 giugno 2008)

“La cancelliera della Germania Angela Merkel si è unita, mercoledì, al presidente Bush chiedendo nuove sanzioni contro l'Iran, se non sospende il suo programma d'arricchimento dell'uranio.” il sig. Bush ha sottolineato nuovamente che “tutte le opzioni sono sul tavolo, compresa la forza militare.”
(New York Times 11 giugno 2008)

Ci avviciniamo rapidamente all'ultimo periodo di sei mesi dell'amministrazione Bush. Il carnaio in Iraq è al suo sesto penoso anno, mentre non è sempre possibile anticipare la fine ed anche la guerra dimenticata in Afganistan è al suo settimo anno. Gli “sconfitti” ed altre fazioni armate sono sempre vive in Iraq; mentre i taliban in Afganistan, hanno nuovamente preso il controllo della maggioranza del paese. Il prezzo della benzina ha ora raggiunto una media di 4 dollari il gallone, a livello nazionale (USA), e molti analisti predicono che il prezzo aumenterà a 5 o 6 dollari il gallone, prima della festa del lavoro (NDT: Negli USA ed in Canada, la festa del lavoro è celebrata il primo lunedì del mese di settembre).
Ciononostante, le assicurazioni date da alcuni dei principali partigiani della decisione d'invadere l'Iraq, secondo cui la guerra in Iraq “si pagherà da sé” (Paul Wolfowitz) o che vedremmo il petrolio “a 20 dollari il barile”, se invadiamo l'Iraq (Rupert Murdoch).
Una cosa che il pentagono fa regolarmente (e lo fa molto bene), è realizzare esercitazioni di guerra. Gli alti gradi stanno costantemente elaborando strategie per realizzare un grande numero di missioni, teoriche, fondate su minacce reali o supposte tali, alla nostra sicurezza nazionale o ad interessi vitali. Ciò fu anche realizzato prima dell'invasione dell'Iraq, ma l'amministrazione Bush ha preferito non ascoltare i risultati, contrari a questa missione, che erano stati forniti dai dirigenti del pentagono o, anche, dai consulenti dell’intelligence. Tuttavia, ancora una volta le esercitazioni di guerra, rimettono di mira, attualmente, il a nostro attuale bersaglio nel Vicino Oriente - l'Iran.
Questo non è un segreto, che gli Stati Uniti stanno attualmente mettendo la chiave finale ai molti piani elaborati per attaccare gli impianti nucleari e militari iraniani. Con le nostre forze terrestri sui confini, in Iraq ed in Afganistan, nessuno degli scenari più plausibili prevede un'invasione terrestre. Non che quest'amministrazione, non preferisca andare nella sede dell'islam sciita, dietro una linea solida di tank M1 Abrams, e proclamare la democrazia per il paese. Il fatto è che, anche il presidente stesso, sa che non possiamo permetterci di fare di più e quindi, e i neo-conservatori dovranno accontentarsi, di una operazione “scuoti e stupisci.”
Se invadiamo l'Iran, quest'anno, l'invasione sarà realizzata da centinaia di sortite di aerei basati sulle portaerei già disposte nel Golfo Persico, e da aerei basati in Iraq ed in Qatar. Attaccheranno gli impianti nucleari conosciuti, situati attorno a Teheran, e nel resto del paese, come pure le basi delle principali unità militari iraniane, gli impianti antiaerei e le unità della guardia rivoluzionaria (un'entità distinta ed un'organizzazione potente paramilitare iraniana).
Quest'azione militare fermerà l'Iran dai suoi sforzi che mirano a sviluppare armi nucleari? Probabilmente no. Non riuscirà certamente neppure a distruggere la totalità dei loro impianti di ricerca nucleare, i più importanti, essendo essi sotterranei, protetti da tonnellate di terra e di cemento armato e acciaio, concepiti per resistere a quasi tutti gli attacchi convenzionali.
I soldati iraniani e la guardia rivoluzionaria, potranno probabilmente sopravvivere, benché dovranno subire importanti perdite in vite umane, mentre le grandi basi ed i centri di comando, saranno certamente distrutti.
Tuttavia, poiché l'Iran possiede forze aeree e navali efficienti (tra cui sommergibili) ed impianti moderni di difesa antiaerea, i caccia-bombardieri US subiranno, inevitabilmente, grandi perdite. Non sarà una “cosa semplice”, così come quando gli Stati Uniti hanno diretto l'invasione dell'Iraq, nel 2003, mentre l'esercito iracheno si è semplicemente disperso e le forze aeree irachene non hanno mai fatto volare un solo apparecchio.
Non ce ne sarebbe più a lungo. Se gli Stati Uniti attaccano l'Iran, quest'estate o quest'autunno, il popolo degli Stati Uniti sarebbe meglio disposto a fare fronte ad una scossa, che potrà essere ancora più grande, per la nazione (ed per l'economia), che non l'11 settembre 2001. Subito dopo, ci saranno importanti perdite US fin dall’inizio dell’invasione. Aerei da caccia americani saranno abbattuti ed i piloti americani, che non saranno uccisi, saranno fatti prigionieri, comprese le donne pilota.
I missili iraniani Yakhonts, Sunburn e l'Exocet si dirigeranno ed attaccheranno le forze navali americane raccolte nelle acque strette del Golfo Persico con risultati mortali. Marinai americani saranno uccisi e navi americane saranno seriamente danneggiate e, forse anche, colate. Avremo, forse il primo attacco ad una portaerei americana mai verificatosi dalla seconda guerra mondiale. Si tratta soltanto dell'inizio, Israele (che era rimasto fuori dallo scontro, lasciando che l'esercito americano si assuma il maggior carico) sarà attaccato da Hezbollah, in un'azione coordinata e su vasta scala. La dimensione considerevole e terribile di perdite, in vite umane, paralizza la nazione, una cosa che si credeva impossibile.
Alla fine, come alleato dell'Iran, nella regione, la Siria scaglierà allora una valanga di oltre 200 missili Scud B, C e D su Israele, ciascuno armato di gas VX. Dato che il territorio d’Israele è alla portata di queste armi di fabbricazione russa, Haïfa, Tel-Aviv, Gerusalemme e praticamente la totalità dei grandi centri e molte basi militari, saranno colpite, spesso con risultato enormi perdite in vite umane. Le forze aeree israeliane ordineranno ai loro tre squadroni di cacciabombardieri F-16I Sufa di prendere il volo con l'ordine di bombardare Teheran e molte basi militari e nucleari, quanto possono prima di essere abbattuti o di restare a corte di combustibile. Si tratta di un'andata semplice per alcuni di questi piloti.
Il loro oggetto d'antiquariato, la patria cade in rovina. Molti hanno genitori che sono già morti o che muoiono. Non aspettano di avere il permesso di Washington, o dei comandanti militari americani regionali. Gli aerei israeliani trasportano, sotto le loro ali, la maggioranza dell'arsenale nucleare del loro paese. Appena dopo le prime ondate di bombardieri US lanciati nello spazio aereo iraniano, la marina iraniana, che utilizza le basi costiere di missili, attaccherà rapidamente i vascelli e coleranno molte petroliere nello stretto d'Ormuz, tagliando così il Golfo Persico e tutto il suo petrolio, dal resto del mondo. Ripuliranno, allora, la regione, rendendo così difficile ed anche mortale la pulizia dello stretto con i dragamine americani.
Tutto ciò che resterà della marina e della forza aerea iraniana, incalzerà la nostra marina mentre tenta di effettuare le operazioni di sminamento. Ancora altre vittime US.
Il giorno seguente l'invasione, Wall Street (ed in una misura inferiore, Tokio, Londra e Francoforte) fanno ciò che fanno sempre, in occasione di una crisi internazionale - della speculazione irrazionale e compereranno, con grande febrilità, facendo infiammare i prezzi del petrolio a record mai avutisi. Il giorno dopo l'invasione americana dell'Iran, il prezzo del petrolio aumenta a 200 o 300 dolalri il barile sui mercati.
Se la guerra non è terminata in alcune settimane, questo prezzo potrebbe subire ulteriori maggiori incrementi. Questa situazione farà immediatamente calare il prezzo della benzina alla pompa, nel paese (USA) ad 8 $ o a 10 $ il gallone e, successivamente, a livelli ancora più impensabili.
Se si avrà ciò, il paese sarà fermo. La maggior parte degli americani non è più in grado di comprarsi la benzina per andare a lavorare. I camionisti abbandoneranno il loro automezzo pesante sul lato della strada e scompariranno. I prodotti alimentari, le medicine e altri prodotti indispensabili, non saranno più trasportati nei magazzini. La benzina e l'elettricità (per il poco che resterà disponibile) sarà troppo costosa perché la maggior parte della gente possa compararsela. I bambini, i pazienti e le persone anziane moriranno nel corso dell'estate per mancanza d'aria climatizzata, nelle case e gli ospedali. I bambini, i pazienti e le persone anziani muoiono in inverno a causa della mancanza di riscaldamento.
Ci saranno sommosse della fame, ovunque nel paese. Un sistema di baratto si svilupperà, mentre l'economia crolla e le banche chiudono o limitano i ritiri. I disordini civili si svilupperanno. La polizia sarà incapace di contenere la violenza, ed essa stessa sarà vittima della stessa crisi, come il resto della popolazione. Il regime civile si scioglie e la legge marziale sarà dichiarata in virtù delle disposizioni approvate nel quadro della legge “Patriot Act.” Le truppe regolari dell’Army US e della marina sorvegliano le strade.
L'apparato del governo federale si è mossa verso una destinazione sconosciuta, ma in un posto sicuro. Gli Stati Uniti affondano nel caos e diventano un paese del terzo mondo. L'epoca dove, gli Stati Uniti, erano la sola superpotenza è passata. Si crede che nulla di peggiore possa d'ora in poi arrivare. Ma ecco che il primo bombardiere israeliano, potrebbe lanciare il suo carico nucleare su Teheran.



Tradotto da Danny Quirion per Alter Info
David DeBatto è un ex agente speciale di contro-spionaggio dell’US Army, un veterano della guerra in Iraq el collaboratore di "CI", una serie di libri pubblicati da Warner Books ed autore di un prossimo libro "Counter to Intelligence" della Praeger Security International.



Traduzione di Alessandro Lattanzio, redattore di Eurasia.
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