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Cina, l'orrore viene dal cibo

di Zhou Qing - 02/07/2008


 Zhou Qing denuncia l’insicurezza alimentare: 
ormoni nei prodotti per l’infanzia, pesticidi, inquinamento.

Nel 1989 era tra i ragazzi di piazza Tienanmen, arrestato e «rieducato» (senza successo) dal regime di Pechino, ora fa il giornalista e ha scritto un libro-denuncia: in «La sicurezza alimentare in Cina» (in uscita da Spirali, pp. 471, e25) Zhou Qing descrive l’inferno gastronomico di 1,3 miliardi di suoi connazionali. Messo all’indice dal governo cinese, il volume ha vinto il Lettre Ulysses Award. L’autore avrebbe dovuto presentarlo a Milano il 21 giugno, ma le autorità di Pechino gli hanno impedito il viaggio in Europa. Anticipiamo un brano dall’introduzione.

La sicurezza alimentare è diventata un problema politico dato che i terroristi, dopo l’11 settembre, hanno dichiarato che l’acqua e gli alimenti saranno uno degli obiettivi dei loro futuri attacchi. Ma in Cina l’argomento più discusso dal governo, dai media e dalla gente è un evento accaduto verso la fine del 2004. In quell’anno erano stati portati in ospedale numerosi bambini con problemi di precocità sessuale, ma la notizia era stata coperta dal governo che l’aveva dichiarata una diceria. Attraverso conoscenze personali, sono riuscito a rintracciare una dottoressa di una famosa clinica ginecologica e mi è capitato questo episodio: una mattina, mentre aspettavo nell’ambulatorio della clinica, ho visto una signora di circa trent’anni, che aveva portato in ospedale sua figlia per delle cure. Non credevo ai miei occhi: quella bambina, che fisicamente poteva essere considerata una ragazza, aveva solo sette anni e mezzo! Quando ho chiesto la causa di tutto ciò la risposta è stata: ormai a Pechino, il fenomeno dei bambini con problemi di sessualità precoce non è più una novità.

Tra questi piccoli pazienti quello più spaventoso era il caso di un bambino di sei anni che presentava la prima barba! Tutto questo è causato dagli ormoni aggiunti negli alimenti per bambini. Sono alimenti che, per il loro sapore, risultano particolarmente graditi, ma contengono ormoni che, data la limitata capacità di assorbimento di un bambino, si accumulano nel corpo provocando il fenomeno della sessualità precoce. Ancora più nocivi sono i frutti di mare contenenti elementi chimici. Basta poco per anticipare l’età della prima mestruazione, dai quattordici anni delle ragazze degli anni venti ai dieci anni delle ragazze di oggi. Secondo alcune ricerche, anche il tasso di fertilità si è abbassato, al punto che una coppia su otto risulta sterile.

Dalla mia indagine risulta quindi che i prodotti marini, apprezzati dai cinesi per il loro valore nutritivo, non solo causano danni nei bambini, ma influenzano anche la fertilità degli adulti. Facciamo un passo indietro ricordando questi prodotti: gli adulti comprano a prezzi altissimi anguille, tartarughe trionyx sinensis e altri alimenti simili per nutrirsi e diventare più «forti», e li comprano anche per i bambini, nella speranza di stimolare la crescita. Ma ciò che più spaventa è il fatto che, mangiando questi prodotti allevati con ormoni i bambini crescono con una velocità anomala. Ho visto con i miei occhi, nelle regioni del Guangdong, dello Zhejiang, del Jiangxi e dello Shanxi, la scena seguente: verso la fine dell’anno gli allevatori di pesce, quando puliscono dal fango il fondo della vasca, depositano uno spesso strato di ciprofloxacina o di pillole anticoncezionali. La motivazione di questa operazione non è solo quella di evitare le malattie infettive tra gli animali, ma anche la volontà di accelerarne la crescita con gli ormoni contenuti in grande misura nei farmaci anticoncezionali. Ecco perché gli allevatori di queste zone mi dicono: «È evidente che noi non mangiamo i pesci allevati da noi o dai nostri colleghi». Un altro motivo dell’utilizzo di queste pillole è la loro provenienza: vengono distribuite dal governo locale per il controllo demografico, quindi non rappresentano alcun costo per gli allevatori. Che i prodotti del mare, sempre più costosi, non siano assolutamente affidabili è ormai un finto segreto tra i ristoratori di Pechino, e questo vale in modo particolare per le anguille e per le trionyx sinensis. Il periodo necessario a questa tartaruga per raggiungere il peso di un chilo è di circa due anni, ma adesso è di soli due o tre mesi!

La Cina , grande esportatrice di prodotti agricoli, è ormai diventata insensibile alle continue critiche da parte degli Stati Uniti, dell’Europa e degli stessi paesi asiatici per la scarsa qualità e per la pericolosità dei prodotti marini esportati. Una delle giustificazioni fornite da alcuni funzionari per spiegare in parte questi «incidenti» suona così: «Il veleno presente nei nostri prodotti marini è la conseguenza di una crema al cloramfenicolo spesso utilizzata dagli allevatori come rimedio per le ferite e per i tagli causati dai gamberi e dalle cozze».

Ma in questi anni in tutto il mondo la causa della maggior parte delle intossicazioni o delle epidemie improvvise è da attribuirsi ai cambiamenti avvenuti nella produzione e nella distribuzione alimentare. Per il governo cinese è una preoccupazione non da poco il fatto che il popolo arrivi a chiedersi cos’altro può mangiare, dopo la rilevazione di incidenti come la presenza di anabolizzanti nella carne suina, i residui di pesticidi nelle verdure, la presenza di formaldeide sulfossilato sodico nel tofu e di formaldeide nei prodotti del mare. L’espressione corrente nella vita quotidiana e presente nella tradizione classica «Per il popolo il cibo equivale al cielo» definisce l’importanza del cibo per i cinesi fin dall’antichità. Quando il padre del mio amico Zhou studiava in Inghilterra nel lontano 1940, alla domanda posta dagli inglesi: «In che cosa credono i cinesi?» rispose in maniera chiara e decisa: «Nel mangiare».