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Leggere con lo stomaco, vedere gli spiriti: il caso della veggente di Prevorst

di Francesco Lamendola - 07/07/2008

Uno dei libri del paranormale che ebbero più larga diffusione nel XIX secolo, affascinando migliaia di lettori e suscitando accese discussioni, fu Die Seherin von Prevorst del dottor Justinus A. C. Kerner, dedicato a un caso notevolissimo di facoltà chiaroveggenti e medianiche, da parte di un soggetto femminile altamente sensitivo. Fu un'opera che fece epoca, spingendo il pubblico delle persone colte a prendere posizione pro o contro la veridicità degli straordinari fenomeni in esso riferiti con abbondanza di particolari. Poi, dopo alcuni decenni di appassionati dibattiti, l'interesse per quel «caso» andò gradualmente smorzandosi e alcuni studiosi del paranormale, che inizialmente si erano mostrati possibilisti sulla serietà di esso, finirono per bollarlo come un gigantesca cantonata, e vi misero una pietra sopra.

 

Ma chi era Justinus Kerner?

Si trattava di un medico tedesco dalle idee piuttosto eterodosse, che passava per un eccentrico, forse anche per la sua passione di comporre canzoni e scrivere poesie. Simili attitudini non erano particolarmente apprezzate dalla maggior parte dei suoi sussiegosi colleghi; né la società tedesca dei primi decenni dell'Ottocento era l'ambiente più idoneo per apprezzare una visione spregiudicata della medicina, e in genere della scienza, com'era la sua. Possiamo bene immaginare che la pedanteria professorale doveva essere la regola, piuttosto che l'eccezione; e che uomini di scienza liberi da pregiudizi accademici, come lo era Kerner, costituivano delle vere e proprie mosche bianche.

Nel 1826, Kerner aveva quarant'anni ed esercitava a professione medica a Weisberg, nei pressi di Heilbronn, circa a metà strada fra Heidelberg e Stoccarda. Era nato a Ludwigsburg il 18 settembre 1786, e sarebbe morto il 21 febbraio 1862, a Weinsberg. Da ragazzo era riuscito a compiere gli studi classici, ma poi aveva dovuto trovarsi un lavoro in una fabbrica di vestiti. Ebbe però la fortuna d essere notato da un professore dell'Università di Tubinga, che lo aveva avviato agli studi di medicina, che egli portò a termine in modo brillante, laureandosi nel 1808. Per qualche anno si era dedicato a completare la propria formazione viaggiando, come era allora di prassi per le persone colte dopo il termine degli studi universitari; quindi si era dedicato all'esercizio della professione, riscuotendo consensi e facendosi una buona reputazione sia presso il pubblico, sia presso le autorità statali del Württemberg. Stabilitosi nella cittadina di Weinsberg, vi trascorse tutto il resto della sua esistenza.

Kerner era una persona dalla spiccata vena creativa e dalla notevole apertura intellettuale. Anche se le sue raccolte poetiche non hanno retto alla prova del tempo, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua affabilità erano apprezzate da numerosi artisti e scrittori dell'epoca, per cui la sua casa divenne una specie di crocevia del romanticismo tedesco e un apprezzato salotto letterario. Inoltre le sue condizioni economiche si erano fatte buone, e questo gli consentiva di vedere la sua professione di medico con quella larghezza di prospettive di chi, sentendosi attratto dalla ricerca, sa di poterne anche fare a meno o ridurla in maniera significativa, in modo da potersi liberamente dedicare agli studi prediletti. Insomma, con la sua corporatura robusta, i suoi lunghi capelli fluenti da musicista e la sua caustica vivacità intellettuale, egli divenne una figura estremamente caratteristica nella cultura della Germania sud-occidentale all'inizio del XIX secolo.

Non era affatto un credulone, come in seguito - e anche oggi - alcuni critici di formazione scientista hanno cercato di insinuare. Tanto è vero che, inizialmente, egli non credeva agli spiriti, e il suo incontro con la dimensione altra ebbe luogo, si può dire per caso, essendo stato consultato in qualità di medico dai familiari di una giovane donna di nome Friederike Hauffe, dimorante nel villaggio di Prevorst, che soffriva di disturbi gravissimi quanto misteriosi e che, anzi, sembrava ormai in punto di morte.  Era il 1826.

 

Figlia di un guardiacaccia di quel piccolo villaggio del Württemberg, Friederike era una persona di scarsissima istruzione, che non aveva mai letto un libro in vita sua all'infuori della Bibbia e di un volume di inni per la chiesa. Era un soggetto medianico fortemente dotato: sin da bambina aveva sperimentato visioni e premonizioni, unite a una forte devozione cristiana, e, spesso, era stata vista parlare con spiriti invisibili a tutti gli altri. Le sue predizioni si erano dimostrate veridiche in parecchi casi, e non si trattava di predizioni generiche: come quando ella aveva "visto" la morte del figlio di una sua parente, prima ancora che la donna partorisse.

La crisi di Friederike era iniziata quando aveva appena diciannove anni e i suoi genitori avevano voluto fidanzarla, contro la sua volontà, a suo cugino, un uomo che ella non amava. Proprio in quello steso giorno, si era svolto il funerale un uomo di chiesa da lei molto ammirato, un predicatore; e, nel corso delle esequie, aveva perso i sensi  ed era «morta al mondo visibile», iniziando una intensissima vita interiore accompagnata, specialmente all'inizio, da gravi e inspiegabili patologie. Questa brusca frattura nella vita di una ragazza di estrazione popolare, altrimenti assolutamente "normale", ricorda un po' quello che sarebbe accaduto alla contadina francese Marthe Robin, della quale ci siamo già occupati in altra sede (cfr. F. Lamendola, Che cos'è la natura umana quando viene ridotta all'essenziale?, sul sito di Edicolaweb, nella rubrica Altra dimensione; e consultabile anche sul sito di Arianna Editrice).

La sua situazione si era aggravata in seguito alla celebrazione dell'indesiderato matrimonio,  avvenuta in quello stesso anno; e, ancor più, con la nascita del suo primo figlio, l'anno dopo. La sua depressione si era manifestata con malori sempre più gravi e allarmanti, che iniziarono con conati di vomito e culminarono in convulsioni, catalessi, emorragie e con l'insorgere di una febbre maligna e persistente che né i medici, né alcuni guaritori chiamati appositamente, riuscirono a spiegare né, tanto meno, a debellare. Inoltre, tutte le sere cadeva in uno stato di trance, nel corso del quale diceva di vedere gli spiriti dei morti. Si noti che, essendo prima del 1848 e del clamoroso episodio delle sorelle Fox in America, la moda dello spiritismo non si era ancora diffusa e ben pochi se ne occupavano, ad eccezione di alcuni piccoli gruppi che facevano capo ai seguaci del mistico e filosofo svedese del Settecento Emanuel Swedenborg.

Vi è ragione di credere che fosse in gran parte, se non interamente, una forma di reazione isterica alla violenza che le era stata fatta, con l'imposizione di quel matrimonio e con la necessità di sottoporsi a una vita sessuale che le ripugnava profondamente; e ad un forte complesso di colpa per essere stata costretta ad infrangere, se non proprio un voto di castità, certo qualche cosa di simile. Ce lo fa supporre, tra l'altro, la circostanza che, a letto, le sembrava di avere accanto a sé non il marito, bensì il cadavere del predicatore tanto ammirato ed amato. Ad ogni modo, la sua salute peggiorò al punto che le caddero tutti i denti e il suo corpo dimagrì fino ad assumere le sembianze di uno scheletro. Sembrava impossibile che la sventurata giovane potesse sopravvivere ancora più di qualche giorno.

Questa era la situazione di Friederike Hauffe allorché i suoi parenti, dopo averle provate tutte, si rivolsero, disperati, al celebre e brillante dottor Kerner di Weinsberg, che godeva ormai di una vasta notorietà e la cui competenza professionale non era messa in dubbio da alcuno. Un caso disperato, quindi: pareva che fosse troppo tardi per fare qualsiasi cosa, e che nulla e nessuno avrebbero potuto realizzare il miracolo di individuare il male nascosto della donna e di formulare una idonea terapia; uno di quei casi nei quali qualsiasi medico, per quanto bravo e sicuro dei propri mezzi, non può che esclamare (o, almeno, pensare tra sé e sé): «Se questa brava gente mi avesse portato il paziente almeno qualche settimana prima!…».

Ma Kerner non la prese così, e già questo depone ad onore della sua estrema serietà umana e professionale. Inoltre - altro fattore di somma importanza nei rapporti tra medico e paziente -, in qualche modi riuscì a stabilire un rapporto di fiducia con la povera Friederike, la quale - evidentemente - non vedeva in lui un distaccato uomo di scienza, ma una persona partecipe delle sue sofferenze e animata da un alto spirito umanitario.

 

Ha scritto in proposito l'inglese Colin Wilson, uno dei maggiori studiosi dell'occulto a livello internazionale, nel suo libro Alla scoperta dei misteri del soprannaturale (titolo originale: The Mammoth Book of the Supernatural, Robinson Publishing, 1991; traduzione italiana di Erberto Petoia, Newton &Compton editori, Roma, 1998, pp. 113-117):

 

Kerner inizialmente tendeva a essere scettico circa le visini e gli spiriti; egli li attribuiva all'isteria. Tuttavia aveva trovato in Friederike Hauffe un affascinante caso da studiare. La donna sosteneva di essere in grado di vedere nel corpo mano, e di certo aveva una conoscenza straordinariamente precisa del sistema nervoso. Era in grado di leggere don lo stomaco; Kerner la mise alla prova facendola sdraiare con gli occhi chiusi e mettendole dei documenti sullo stomaco messo a nudo; li lesse ala perfezione. Riusciva a fare dei disegni geometrici a grande velocità, anche al buio, e riusciva a disegnare dei cerchi talmente perfetti che sembravano tracciati con il compasso. Lei sosteneva che il suo spirito spesso abbandonava il corpo per volteggiargli sopra.

Kerner provò con lei dei farmaci normali, ma non sortirono alcun effetto. Friederike gli disse che se l'avesse fatta cadere in stato di "trance magnetica", il suo spirito avrebbe potuto fornirgli le indicazioni su come curarla, ma lui si dimostrò riluttante a seguire il consiglio. Alla fine decise che poteva almeno provare gli effetti del mesmerismo.

Friederike reagì bene al "magnetismo", passando facilmente alla trance. Ma Kerner rimaneva scettico sulle cose che diceva quando si trovava in questo stato. Poi, un giorno, un episodio straordinario gli fece cambiare idea. Friederike dichiarò di essere perseguitata da un uomo sgradevole e affetto da strabismo. Kerner riconobbe nella sua descrizione un uomo morto alcuni anni prima. Sembrava, a quanto sosteneva Friederike, che l'uomo fosse tormentato dalla propria coscienza sporca. Egli era stato protagonista di un'appropriazione indebita e, alla sua morte, ne venne incolpato un altro uomo. Ora voleva discolpare l'uomo, per il buon nome della vedova. Questo poteva essere possibile grazie a un documento nascosto in una cassetta. Lo spirito "indicò" a Friederike la stanza ove avrebbero trovato il documento, in cui c'era un uomo che stava lavorando. La descrizione della donna fu così precisa che Kerner fu in grado di identificarlo con un tale giudice Heyd. Nella sua visione, Friederike aveva "visto" il giudice Heyd seduto in un certo punto della stanza con la casetta contenente il documento poggiata sul tavolo. Il documento non sembrava essere sistemato secondo l'ordine numerico, era stato questo il motivo che ne aveva impedito il ritrovamento. Quando Kerner gli parlò della visione della sua paziente, il giudice Heyd rimase sbalordito: egli era stato seduto nella posizione descritta dalla donna proprio quel giorno (il giorno di Natale) e la cassetta, contrariamente al regolamento, era stata lasciata aperta sul tavolo. Il documento, dopo le dovute ricerche, venne ala luce esattamente nel posto indicato da Friederike. La vedova dell'uomo che era stato accusato ingiustamente poté ottenere la riparazione del torto subito.

Da questo momento in poi, Kerner cominciò a credere nei poteri soprannaturali di Friederike e a prendere sul serio tutto quello che diceva. Lei gli rivelò che siamo continuamente circondati da spiriti e di essere in grado di vederli. Questi spiriti possono cercare dj attirare la nostra attenzione in vari modi: facendo dei rumori, spostando degli oggetti, lanciando della sabbia. E per convincerlo di quello che diceva, Friedrike persuase uno degli spiriti a fare dei rumori battendo  colpi all'uscio, a far cadere ghiaia e cenere dall'alto e a far fluttuare in aria uno sgabello. Kerner osservò stupito mentre lo sgabello si sollevava lentamente, per poi posarsi di nuovo a terra.

Friederike gli fornì un'ulteriore prova della precisione delle sue visioni quando riuscì a porre fine alla persecuzione di uno spirito. Kerner era venuto a conoscenza di un fantasma di un vecchio che stava terrorizzando gli inquilini di un'abitazione. Fece venire uno di loro, una donna, da Fiederike; la veggente andò in trance e spiegò che il fantasma era quello di un uomo di nome Bellon e che si trattava di «uno spirito costretto a vivere sulla terra» per aver defraudato due orfani. Kerner condusse delle indagini, ma nessuno aveva mai sentito parlare di un uomo di nome Bellon. Ma poiché il fantasma sosteneva di essere stato borgomastro, era possibile allora che esistessero dei documenti.  Egli sosteneva di essere stato borgomastro nel 1700 e di essere morto all'età di 79 anni.  Con queste informazioni, Kerner si recò dal sindaco in carica e chiese di poter visionare i documenti legali; subito venne alla luce che nel 1700 un uomo di nome Bellon era stato borgomastro e direttore del locale orfanotrofio. Era morto nel 1740 all'età di 79 anni. Dopo aver "confessato", lo spirito scomparve.

Quando Friederike si trovava a casa di Kerner, si verificavano costanti fenomeni da poltergeist: colpi alle cose e all'uscio, rumori simili a quelli delle catene, sassolini lanciati attraverso ae finestra, e una volta perfino un ferro da calza che volò in aria e andò a posarsi in un bicchiere d'acqua. Una notte in cui Friederike ricevette la visita di uno spirito, la sorella la sentì dire: «Apritelo da solo», poi vide un libro sul tavolo aprirsi. Un poltergeist le sfilò gli stivaletti dai piedi mentre lei era sdraiata sul letto e lanciò un paralume attraverso la stanza. Un tavolo venne scagliato da una parte all'altra della stanza da letto di Kerner. Il poltergeist lanciò uno sgabello all'inserviente che era entrata nella stanza di Friederike, mentre lei stava dormendo. Spense una lampada da notte e accese una candela.

Friederike diede anche   vita a quella che in seguito sarà definita «la dottrina dello spirito», un sistema filosofico sorprendentemente complesso in cui l'uomo viene descritto come un essere formato di corpo, anima e spirito, e circondato di un'aura nervosa che continua i processi vitali. Lei parlava di diversi cicli dell'esistenza umana - i cicli della vita (o cerchi) e i cicli del sole, che corrispondono alle varie condizioni spirituali. Parlò anche di uno straordinario linguaggio universale dei tempi antichi, che si diceva fosse «il linguaggio della vita interiore». (Dopo la sua morte, fu fondata una setta mistica per interpretare quelle dottrine).

Tutte queste attività medianiche resero Frederike sempre più debole, e morì nel 1829 all'età di 28 anni. Il libro di Kerner, Die Seherin von Prevost (il nome del villaggio svevo dove era nata), fece colpo.

Nella seconda metà del XIX secolo, poiché la reazione contro lo spiritismo aumentava , Die Seherin von Prevost cessò di essere preso sul serio da quelli che erano impegnati nelle ricerche psichiche e agli inizi del XX secolo era stato praticamente dimenticato. Citandolo nel suo Modern spiritualism (1902) , lo scettico Frank Podmore - il quale credeva che tutti i fenomeni da poltergeist fossero dovuti a bambini impertinenti - liquidò la maggior parte delle testimonianze come di seconda mano, mentre un altro eminente ricercatore. E. J. Dingwall (in Abnormal Hypnotic Phenomena) sembra pensare che Kerner sia stato un stupido a prendere sul serio le affermazioni della donna e che se fosse rimasto scettico e l'avesse curata semplicemente come un caso di isteria, lei sarebbe vissuta più a lungo. Ma leggendo il resoconto di Kerner, è difficile credere che sarebbe potuto rimanere aggrappato al suo scetticismo senza apparire completamente cieco o sleale; in un'occasione vide apparire una figura opaca danzare davanti a Friederike e, sebbene fosse svanita quando lui era tornato con una lampada, lei continuò a fissare lo stesso punto come se stesse ascoltando qualcuno.

In realtà, possiamo vedere che il caso della veggente di Prevorst è, a tutti gli effetti, , un tipico caso di fenomeno da poltergeist causato da una medium. Analizzando tutti i dettagli, sembra simili a tanti altri casi di "infestazione". Se è stato qualcuno a uccidere Friederike Hauffe, la responsabilità va addossata agli stessi spiriti, che devono aver usato la sua energia per manifestarsi.  Indubbiamente i fenomeni da poltergeist non erano spettacolari perché Friedrike era già debole quando Kerner si imbatté in lei. (In un caso citato dal romanziere William de Morgan, , una serva che era in grado di produrre rumori e colpi perse gradualmente il suo potere perché la tubercolosi la indeboliva sempre di più).

In un altro dei suoi libri, Kerner presenta un altro caso straordinario che presenta alcune caratteristiche dell'infestazione da poltergeist. Gli era stato chiesto di curare una contadinella "posseduta" di Orlach, nei presso di Stoccarda. Per qualche ragione che non è chiara, la ragazza era perseguitata dagli "spiriti" dall'età di vent'anni, e questo si manifestava con i soliti colpi e rumori, mobili che si spostavano e perfino scoppi di incendio. Poi, dopo cinque minuti di questa confusione, vedeva due fantasmi, uno era quello di una suora vestita di bianco, l'altro di un monaco vestito di nero. La monaca affermava di essere stata introdotta nel monastero travestita da cuoco e di aver avuto due bambini dal monaco vestito di nero, che lui aveva ucciso entrambi alla nascita. L'uomo aveva ucciso anche tre monaci durante i quattro anni in cui lei era stata con lui; e quando sospettò che stava per tradirlo uccise pure lei. Anche il monaco vestito di nero parlò alla ragazza posseduta, sostenendo di essere il figlio di un nobile che viveva nei pressi di Geislingen, e di aver sedotto, come superiore del monastero di Orlach, un cerro numero di monache e di aver ucciso i bambini che esse avevano generato. Confessò anche di aver ucciso dei monaci. I corpi, disse, li aveva gettati in un buco ricavato nelle mura.

La monaca vestita di bianco disse alla ragazza che le sue sofferenze avrebbero avuto fine soltanto se i suoi genitori avessero permesso di demolire la loro casa di campagna. I genitori erano in preda a una tale disperazione, che acconsentirono. Il 5 marzo 1833 la casa fu finalmente demolita. La maggior parte delle pareti era fatta di fango, ma un angolo era di calcare, probabilmente resto di una vecchissima costruzione. Quando anche questo venne demolito, trovarono un pozzo prosciugato pieno di ossa umane, comprese quelle dei bambini. La possessione della ragazza cessò nello stesso momento in cui fu abbattuta quella parete.

La storia sembra essere frutto della fantasia di un romanziere romantico tedesco; ma Kerner le dedica un intero libro, descrivendola con la stessa precisione con cui aveva descritto l'indagine su Frederike Hauffe. Malgradociò, gli studiosi moderni non sono propensi a prenderla troppo sul serio. Tuttavia i lettori che restano colpiti dalla chiarezza e dalla meticolosità del rapporto di Kerner possono essere indotti a pensare che il caso della ragazza posseduta di Orlach sia uno degli argomenti più convincenti a sostegno della stretta relazione esistente tra i poltergeist e gli spiriti dei morti.

 

Che dire di Justinus Kerner e delle sue esperienze su spiriti e fantasmi? E, soprattutto, che dire di Friederike Hauffe, la "veggente" di Prevorst, e dei fenomeni paranormali che contrassegnarono tutta la sua breve e tribolata vita?

A dispetto dell'atteggiamento di sufficienza, se non anche di aperto dileggio, degli autori moderni che se ne sono interessati, la cultura tedesca dell'epoca - che non era affatto caratterizzata da una disposizione alla semplicioneria o alla credulità - ebbe stima del medico e prese molto sul serio la singolare vicenda di Friederike.

Kerner, personalmente, aveva finito per convincersi che la donna era realmente dotata di poteri psichici fuori del normale e che era sincera in tutto quel che diceva e faceva, non avendo riscontrato in lei alcuna traccia di esibizionismo o di secondi fini.

Il rapporto da lui instaurato con Friederike Hauffe ricorda un poco - e sia pure con minore intensità emotiva e a un grado meno elevato di spiritualità - quello che si era stabilito fra la mistica Katharina Emmerich, monaca agostiniana segnata dalle stimmate, e lo scrittore Clemens Maria Brentano che, dal 1819 al 1824 visse al capezzale di lei e che annotò le visioni  nel libro La dolorosa passione di N. S. Gesù Cristo nelle meditazioni di Katharina Emnmerich, pubblicato nel 1833. (Di Katharina Emmerich abbiamo parlato brevemente nel nostro articolo Stiamo forse vivendo nell'era del diavolo?, consultabile anch'esso sul sito di Arianna Editrice).

Il giudizio complessivo di Kerner sulla vicenda, espresso dopo la morte di Friederike, emerge chiaramente da queste parole (Justinus Kerner, La veggente di Prevorst, traduzione italiana Armenia editrice, Milano, 1979, p. 7):

 

La veggente ha sigillato con la morte la sincerità delle sue rivelazioni. La sua storia non deve essere confusa con quella di persone che si sono trovate in stati magnetici deboli e imperfetti, e meno ancora con storie di impostori, di cui molti sono stati recentemente smascherati, anche se gli avversari della veggente non si siano fatti alcuno scrupolo di ritorcere su di lei rivelazioni di questo genere. L'esistenza di una sola perla veramente autentica non può essere messa in dubbio dalla scoperta di un milione di perle false.

 

Dal canto suo, uno studioso come l'Ellenberger (La storia dell'inconscio, traduzione italiana, Torino, 1982, p. vol. 1, p. 94), osserva:

 

…Tuttavia non c'è alcuna prova che Friederike fosse disonesta, e non ci sono motivi validi per credere che Kerner abbia distorto e abbellito le parole della donna.

 

Vale la pena di ricordare, come ha fatto notare Romeo Frigiola nel suo studio I veggenti mariani, che filosofi come Görres, Baader, Gotthlief von Schubert  ed Eschenmayer, e teologi come il celebre David Strauss e come Schleiermacher non si sentirono affatto sminuiti dal fatto di giudicare la veggente di Prevorst come una persona che meritava di essere conosciuta e le cui parole valevano la pena di essere ascoltate e ponderate con la massima attenzione.

Ricapitolando l'intera questione, ci sembra che si possano distinguere quattro aspetti principali nel «caso» di Friederike:

 

1)      l'aspetto paranormale, che si manifestava con la capacità di avere sogni precognitori e visioni chiaroveggenti, di leggere con lo stomaco, di disegnare al buio figure geometriche perfette, oltre che con i tipici fenomeni da poltergeist;

2)      l'aspetto medianico, che consisteva nella capacità di vedere gli spiriti, d parlare con essi e di offrire riscontri convincenti di tali contatti;

3)      l'aspetto taumaturgico, consistente nella facoltà di diagnosticare malattie guardando nell'occhio sinistro delle persone (oggi si parlerebbe di iridologia) e di formulare diagnosi precise e quanto mai opportune;

4)      l'aspetto più propriamente religioso e spirituale, consistente nell'esposizione di una vera e propria dottrina mistico-filosofica.

 

È quasi inutile aggiungere che queste diverse facoltà si presentavano sovente in forma non facilmente separabile. Ad esempio, nel diagnosticare le malattie Friederike "riviveva" su di sé le sofferenze dei malati che aveva davanti; e, quando si trovava in stato di sonnambulismo, parlava in una strana lingua che venne interpretata, da alcuni studiosi dell'epoca, come una mescolanza di copto, arabo ed ebraico.

Questo ci riporta al modestissimo livello di istruzione di Friederike, che leggeva solo la Bibbia e che, certamente, non sarebbe stata in grado né di conoscere le lingue orientali antiche (in teoria, avrebbe potuto "leggerle" telepaticamente dalla mente di qualcun altro: ma da chi?), né di formulare una concezione del mondo spirituale coerente e complessa, sulla base del suo esiguo bagaglio culturale.

Da chi o da che cosa, dunque, le venivano tali conoscenze, le quali - indipendentemente dal loro grado di credibilità - denotavano un intelletto capace di pensare veramente in grande?

L'impressione è che Friederike si sentisse al servizio di qualcosa, o di qualcuno; che si considerasse nulla più che il docile e imperfetto strumento di una forza immensamente più grande di lei, che l'aveva scelta per qualche imperscrutabile ragione.

In questo senso, l'osservazione di E. J. Dingwall, che Kerner commise un errore imperdonabile e dimostrò una enorme dose di credulità, perché non avrebbe dovuto prendere sul serio la "veggente", ma curarla come una semplice isterica, ci sembra che illustri ad abundantiam tutta l'arroganza del "pensiero unico" scientista e tutta la miseria intellettuale di un siffatto riduzionismo materialistico e pragmatico.

Sì, è vero: può essere che Friederike Hauffe, se fosse stata sottoposta a cure mediche a base di massicce dose di calmanti, e indotta a ripudiare le sue visioni, non sarebbe morta così giovane e avrebbe tirato avanti ancora per un certo numero di anni. Ma è evidente, da tutto quello che sappiamo di lei, che le sue visioni non erano affatto una parte accessoria della sua esistenza, bensì - per quanto la sfinissero fisicamente e sul piano nervoso - erano divenute il nucleo e il senso della sua stessa vita: il suo destino.

Forse, Friederike aveva un messaggio da portare agli uomini, e riteneva - a costo di dovervi consumare tutte le sue forze e di sacrificarsi interamente - di doverlo fare, per mantenersi fedele a una speciale chiamata o missione che non lei aveva scelto, ma che altri aveva scelto per lei.

A quella chiamata e a quella missione ella rimase fedele sino alla fine.

A Justinus Kerner, crediamo, va riconosciuto il merito di aver compreso, accettato e rispettato questo tratto essenziale della personalità di lei, e di averne dato testimonianza ai contemporanei ed ai posteri, in modo che ciascuno possa giudicare i fatti come meglio crede, ma con quella onestà intellettuale che evita di dare giudizi senza conoscere come si sono svolte le cose.

Cosa che non è da tutti, nemmeno al giorno d'oggi.