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Il ripudio delle speculazioni

di Marzio Paolo Rotondo' - 07/07/2008

 

L'Italia ripudia le speculazioni

Forte presa di posizione dell’Italia sull’anarchia speculativa dei mercati finanziari. Il ministro dell’Economia e delle Finanze italiano, Giulio Tremonti, ha infatti annunciato la sua intenzione di presentare un piano anti-manipolazione dei mercati in sede europea. Richiamando l’articolo 81 dei Trattati di Roma, il massimo rappresentante dell’economia italiana ha intenzione di colpire frontalmente gli speculatori.
“Chiederemo in Europa l’applicazione dell’articolo 81 del trattato di Roma: è l’articolo che riguarda le manipolazioni di mercato, che abbiamo ragione di tenere che si applichi anche ad operatori che non sono dentro il perimetro europeo”, ha affermato Tremonti. Il ministro del governo Berlusconi ha anche sostenuto che la “peste” che attanaglia i mercati - a cominciare dal credit crunch originato un anno fa dalla crisi dei mutui subprimes americani - può essere definita da una sola parola: “Speculazione”.
“Perché non si parla di speculazione, spostatasi dal dominio finanziario a quello delle materie prime con scala e velocità incredibili? Perché non parliamo di speculazione?”, domanda in modo retorico il ministro. “Dobbiamo agire ed avere chiara una valutazione di questo”, ha detto Tremonti spiegando di aver addirittura sentito ancora sostenere da qualcuno che non ci sono “evidenze oggettive” della crisi. “Possiamo anche dire - ha poi detto riferendosi ad un altro aspetto delle difficoltà dei mercati - che i prezzi dipendono dal caso. C’è uno chi oggi ha notato che i prezzi sono saliti per le famiglie. Finalmente se ne sono accorti anche loro. Se c’è un travaso di ricchezza dall’Europa verso il resto, la cosa da fare è almeno quella di avere una reazione contro lo speculazione”.
Tremonti ha ricordato di aver posto a livello europeo anche il nodo delle commodities, come il petrolio e il grano. “Se una grande banca d’affari dice che c’è il petrolio che va a 200 dollari - ha spiegato Tremonti - c’è il rischio che a quel livello si arrivi davvero. Magari perchè la stessa banca d’affari ha acquistato future a quel livello. Io ho chiesto questo e abbiamo ottenuto l’avvio di un’indagine da fare con il fondo monetario sulla speculazione. Secondo me c’è poco da indagare ma bisogna parlare di questo”.
Non usa mezzi termini il ministro nostrano. È probabilmente la più forte presa di posizione - se non l’unica - di un rappresentante di un governo europeo su un tema molto controverso e spinoso, sul quale gravitano i maggiori interessi economici del pianeta. L’attuale situazione, però, sta diventando letteralmente insostenibile a livello mondiale e se non si agisce ora si rischia di peggiorare ancora la situazione oltre che perdere l’occasione giusta per ridimensionare l’anarchia del profitto che vige sui mercati finanziari internazionali.
In attesa che G8 e Fmi trovino soluzioni globali dopo le forti sollecitazioni di Tremonti sull’argomento, la Commissione europea ha risposto in via preliminare alle intenzioni del ministro italiano. Il piano anti-speculazione che Tremonti intende presentare all’esecutivo comunitario, può funzionare nel caso in cui ci sia “collusione” tra gli speculatori. Lo ha affermato Jonathan Todd, portavoce del commissario alla Concorrenza, Neelie Kroes (ex Abn Amro). Rispondendo a chi chiedeva un commento su questa proposta il portavoce ha detto che le regole del Trattato contro le manipolazioni del mercato “possono essere chiaramente usate contro tutte le forme di collusione. Non posso dire se c’è alcuna prova di collusione tra gli speculatori - ha aggiunto Todd - ma se ci fosse, l’art. 81 potrebbe essere applicato”.
I recenti arresti operati dall’Fbi negli Stati Uniti nei confronti di molti manager e trader immischiati nella crisi dei subprime, mostra che qualche sospetto di operato illecito esiste nel mondo finanziario. La bolla dei mutui spazzatura ha dato la prova che le leggi che regolano il mercato finanziario non sono riuscite ad impedire una situazione che sembra avere i connotati di una grande truffa, dalla quale si è poi scatenato il finimondo sui mercati finanziari. Per quanto riguarda invece le speculazioni sulle materie prime, specialmente petrolio e generi alimentari di base, queste stanno mostrando sempre più chiaramente che le speculazioni finanziarie operate sui listini azionari, oggi depressi e sterili, si sono spostate in massa su questi beni “rifugio”. Molte banche, infatti, in preda a bilanci catastrofici, cercano profitti facili per risanare i loro conti investendo le iniezioni di liquidità della banche centrali sui mercati dei derivati sulle materie prime, scaricando però i costi delle loro operazioni sulla collettività tramite l’iperinflazione mondiale. Negli Stati Uniti, però, questo viene ancora considerato un fenomeno anormale, tanto che Henry Paulson (ex Goldman Sachs) non considera le speculazioni alla base della crescita mondiali dei prezzi. Il sospetto di una grande collusione nel mondo finanziario, sussiste. Purtroppo, però, ci sono ancora persone nel panorama politico dell’economia mondiale che negano che le speculazioni siano un problema: questo ci fa capire che la collusione, probabilmente, non è solo nel mondo finanziario.