Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La pesca industriale e il ritorno necessario al locale della piccola scala

La pesca industriale e il ritorno necessario al locale della piccola scala

di Paolo De Gregorio - 07/07/2008

Qualche giorno fa ho fatto delle osservazioni sul comparto della pesca
industriale e a strascico, settore che viene assistito dallo Stato per l’
acquisto del naviglio e per la nafta (ceduta a 80 centesimi ai pescatori),
sostenendo che questa scelta è sbagliata, impoverisce i banchi di pesce perché
si pesca più di ciò che il mare può riprodurre, ma soprattutto osservavo che un
atto amministrativo di buon governo, come quello di non assistere più questo
tipo di pesca, avrebbe avuto un rapido riscontro sulla piccola pesca costiera
che sarebbe tornata florida.
Su “La Nuova Sardegna”, di oggi 6 luglio, vi è una intera pagina dedicata ai
buoni risultati della pesca del tonno rosso a Carloforte, 160 tonnellate prese
nella tonnara costiera, cosa che non avveniva da oltre un lustro.
La cosa non è casuale. E’ stata la Commissione Europea che ha diminuito il
periodo di pesca al largo con tonnare volanti, ha fatto controlli sulla pesca
illegale con reti derivanti (spatare), ha fatto controlli a terra sulla
tracciabilità e origine del pescato.
Ciò che sostengo, ossia che la pesca con metodi industriali e con naviglio d’
altura non fa arrivare verso le coste i pesci è vero e dimostrato, e questo
tipo di pesca non va assistito, a favore di un rapido ripopolamento ittico
delle coste, che aumenterà presto il numero di addetti alla piccola pesca.
Governanti degni di questo nome ci dovrebbero spiegare perché continuano a
sostenere con soldi pubblici una pesca inquinante e distruttiva, a danno di
migliaia di piccoli pescatori costieri legati al territorio.