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L'Iran e la fabbrica dei Mostri

di Massimo Mazzucco - 10/07/2008

L’Iran ha lanciato ieri nove razzi Shahab3, con una portata di oltre 2.000 Km, come chiara dimostrazione che è pronto a fronteggiare qualunque attacco da parte di Israele. A sua volta Tel Aviv ha fatto sapere che giudica i test iraniani “una chiara provocazione“.

La “questione iraniana“ è profondamente cambiata negli ultimi mesi, da quando la CIA ha detto chiaramente che non vi era nessun rischio atomico da parte dell’Iran, e gli stessi militari si sono spaccati in due, con le tempestose dimissioni dell’Ammiraglio Fallon. Di fronte a scenari di guerra semplicemente catastrofici, un minimo di buon senso sembra aver trovato albergo persino al Pentagono. L’opzione di un attacco congiunto USA-Israele sembra quindi tramontata, mentre si parla sempre più spesso di un attacco diretto da parte di Israele. Nel frattempo qualcuno inizia a domandarsi se Bush sarà in grado di convincere gli israeliani a non farlo.

L’Iran infatti ha detto che considererà un qualunque azione da parte di Israele come un “atto di guerra“, al quale risponderebbe “con una forza non immaginabile”. L’Iran inoltre provvederebbe subito a chiudere lo stretto di Ormuz, provocando un paralisi nel trasporto del petrolio che ne porterebbe il prezzo alle stelle.

Ma il vero problema non sta né in Israele, né in Iran, né in America: sta nella mancanza di un organo internazionale che abbia l’autorità per influire in qualche misura su situazioni come quella odierna.

La Commissione Atomica, infatti, continua a ripetere da tempo che l’Iran non sta arricchendo l’uranio al di sopra dei livelli necessari per produrre normale energia elettrica: hanno condotto ripetuti test nella zona, ...

... e hanno confermato ogni volta la stessa diagnosi. Ma non c’è più nessun ente internazionale che possa in qualche modo fare propria questa valutazione, e farla pesare sulle eventuali scelte di Israele di fronte alla comunità mondiale.

Le Nazioni Unite sono sempre state un grande ibrido fra un sogno utopico e uno strumento di potere mascherato da benefattore, ma bene o male fino alla fine del secolo scorso svolgevano ancora quel ruolo di organismo internazionale che rendeva difficile a singoli stati intraprendere operazioni belliche a proprio piacimento.

Non dimentichiamo il lungo braccio di ferro intrapreso al Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel 2002, quando America e Inghilterra cercavano in tutti i modi di ottenere una risoluzione che permettesse loro di attaccare l’Iraq con il beneplacito della comunità mondiale. A loro volta, prima di procedere, USA e Inghilterra dovettero “liberarsi” di Hans Blix, lo zelante ispettore ONU che sosteneva che l’Iraq non avesse alcuna arma di distruzione di massa. Lo fecero screditandolo pubblicamente, ed obbligandolo infine a dare le dimissioni.

Oggi invece sembra che chiunque possa decidere di fare quello che vuole, senza dover chiedere il permesso a nessuno, e soprattutto senza doverne rispondere più a nessuno.

La lenta delegittimazione del potere delle Nazioni Unite è cominciata negli anni ’70, quando gli Stati Uniti iniziarono ad usare sistematicamente il diritto di veto, per proteggere Israele dalle sanzioni previste per la non-applicazione delle risoluzioni che imponevano la restituzione dei territori palestinesi conquistati durante la guerra del ‘67.

Da quel giorno il senso di impunità di Israele ha continuato a crescere a dismisura, portandoci ad una situazione che dovrebbe essere assolutamente inaccettabile nel mondo di oggi.

Gli stessi governi europei, nell’ultimo decennio, hanno contribuito non poco all’erosione del potere delle Nazioni Unite, tacendo ripetutamente di fronte agli abusi di Israele, sistematicamente coperti dal veto americano.

Basti ricordare il vergognoso caso del massacro di Jenin, quando Israele si oppose alla visita degli ispettori ONU, e nessuno al mondo battè ciglio.

Ancora nel 2006 Scott Ritter – un altro ispettore ONU costretto alle dimissioni per la troppa “efficacia” delle sue ispezioni in Iraq – scriveva: “Che sia chiaro a tutti: se vi sarà una guerra americana in Iran, sarà una guerra costruita esclusivamente in Israele”.

Oggi l’ironia della sorte vuole che siano proprio gli Stati Uniti a pagare per l’eccessiva libertà concessa ad Israele, rischiando di non riuscire a contenere la loro voglia di guerra contro l’Iran, nonostante le conseguenze che finirebbe per pagare, in tutta probabilità, l’intero occidente.

Hanno creato il Mostro, e ora faticano a gestirlo. Era già successo più di una volta, nel secolo scorso, ma evidentemente non hanno ancora imparato la lezione.

Oppure significa che all’interno degli Stati Uniti esistono forze che sono in grado – e hanno tutto l’interesse – di creare mostri un pò ovunque nel mondo, per poi assistere divertiti al loro reciproco massacro.

L’unica cosa importante, a quanto pare, è che l’industria delle armi non di fermi mai.