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Islam ed Europa, quale rapporto?

di Roberta Sciamplicotti - 11/07/2008


 
 
 
- “Come viene accolto l'islam dall''Europa cristiana'? Come affrontare la paura dell'islamizzazione dell'Europa e quali sono le possibilità di 'europeizzazione' dell'islam?”. Queste e altre domande sono state affrontate nel terzo dei quattro meeting sul tema “Islam, Cristianesimo ed Europa”, svoltosi presso il Parlamento Europeo di Bruxelles questo giovedì.

I seminari sono stati organizzati in occasione dell'Anno Europeo del Dialogo Interculturale 2008 dalla Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE), dalla Commissione Chiesa e Società (CSC) della Conferenza delle Chiese Europee e dalla Konrad Adenauer Stiftung (KAS), in associazione con partner musulmani.

Un comunicato della COMECE inviato a ZENIT spiega che nel corso dell'incontro la docente presso l'Università di Cambridge e la City University di Londra Sara Silvestri ha affermato che l'islam ha contribuito alla cultura e alla scienza in Europa, avendo invece meno influenza sull'organizzazione politica e legale della società, contrariamente al cristianesimo.

Secondo la professoressa, è ora di abbandonare l'idea per la quale le identità sono stabilite una volta per tutte e i musulmani appartengono a una categoria monolitica.

Alcuni concetti come la preoccupazione per il benessere di ogni persona, la santità della vita e l'impegno da parte dei credenti nella sfera pubblica sono inoltre condivisi da islam e cristianesimo, ha osservato.

Il rappresentante della comunità islamica della Serbia, lo sceicco Abdullah Nu’man, ha avvertito del pericolo rappresentato dalle false interpretazioni dell'islam che, “derivanti dal Corano, sono ricoperte da una serie di tradizioni culturali che provocano fraintendimenti”, spiega il testo della COMECE.

Da un punto di vista teologico e demografico, ha constatato, la paura di un'invasione islamica e dell'imposizione della shari'a (la legge islamica) è senza fondamento. Allo stesso modo, ha denunciato l'islamofobia come un pretesto razzista usato per creare odio o discriminare i musulmani.

Questi ultimi, afferma, “amano l'umanità perché proviene da Dio e amano Dio perché ci ha creati”, e la loro religione riguarda “il parlare e l'amarsi reciprocamente”.

Il metropolita Emmanuel di Francia, rappresentante del Patriarcato Ecumenico presso l'Unione Europea, ha suggerito dal canto suo che le sfide interreligiose sono parte della società europea e riguardano ogni ambito della società.

Secondo il metropolita, in Europa “molte persone hanno una paura irrazionale ma storicamente modellata dell'islam, promossa dalla rappresentazione parziale e stereotipata di questa religione nei media e dalla generale mancanza di conoscenza dell'islam”.

La religione islamica, ha aggiunto secondo quanto riporta il comunicato, “era ed è ancora europea attraverso le sue radici”, e “il bisogno di 'europeizzare l'islam' è meno importante di quello di rivedere la percezione dei valori e delle tradizioni esistenti in tutta la loro diversità”.

In questo contesto, il metropolita ha esortato le istituzioni europee, le Chiese e i media ad affrontare la paura dell'islam.

Un passo in questa direzione potrebbe essere il trattamento egualitario nei mezzi di comunicazione e l'insegnamento di tutte le religioni nelle scuole: “sottolineando le figure comuni tra le religioni più che le differenze”, “dovremmo poter identificare priorità comuni e offrire una visione per l'Europa”.

Di fronte a queste considerazioni, il deputato danese Margrete Auken ha sottolineato la necessità di “andare avanti, ascoltare e imparare gli uni dagli altri per superare le incomprensioni”, affermando che il dialogo con le religioni previsto nel Trattato di Lisbona è “sia un dovere che un privilegio”.

Il quarto e ultimo seminario si svolgerà l'11 settembre prossimo e affronterà la questione delle relazioni esterne dell'Unione Europea con i Paesi musulmani, concentrandosi in particolare sulla reciprocità in termini di libertà religiosa per i musulmani nei Paesi europei e per i cristiani in quelli islamici.

L'obiettivo principale degli incontri è quello di “esporre la complessità delle questioni collegate a islam, cristianesimo ed Europa e, facendo questo, mettere in discussione gli stereotipi”, promuovendo allo stesso tempo “il dialogo e i valori come la dignità umana, la tolleranza e la libertà di religione e di credo”.

Ogni seminario prevede una discussione di gruppo con un moderatore, un esperto accademico, un oratore musulmano, uno cristiano e un membro del Parlamento Europeo.

Per ulteriori informazioni, www.comece.org