Alla fine il sindaco vicentino Achille Variati, già primo cittadino del capoluogo berico ai tempi della Democrazia cristiana, oggi nel Partito democratico, ha mantenuto l’oneroso impegno assunto durante la campagna elettorale per le comunali dello scorso aprile; i cittadini di Vicenza potranno infatti dire la loro in merito all’edificazione del nuovo presidio militare statunitense denominato Ederle2. Nel consiglio comunale di martedì pomeriggio, protrattosi fino alla tarda serata, quasi un plebiscito per la proposta del sindaco di indire un referendum. Questa ipotesi è infatti stata approvata con ben 25 sì, due no, e con tre consiglieri comunali che hanno preferito astenersi, un po’ per non inimicarsi gli elettori un po’ per non trasgredire gli ‘ordini di scuderia’. Nello specifico la delibera della maggioranza di centrosinistra prevede l’indizione di: “Una consultazione popolare sulla destinazione dell’area aeroportuale Dal Molin ove è previsto l’insediamento di una base militare americana”, progetto già avallato in modo bipartisan sia dal governo Berlusconi durante la XIV legislatura sia dalla quello Prodi nella successiva. Ovviamente soddisfatto il primo cittadino del capoluogo veneto Variati che ha sottolineato: “In questi casi è legittimo acquisire il parere della popolazione. La responsabilità oggi è quella di non lasciare la città zittita, di non continuare in un silenzio che potrebbe trascinare Vicenza in una diaspora anche interna dolorosa e pericolosa”. Continuando nel suo discorso il successore di Enrico Hullweck ha poi ricordato come il passato esecutivo guidato da Prodi non abbia conferito al commissario Paolo Costa il potere di avviare negoziati ma solo ed esclusivamente il compito di realizzare l’allargamento. “Ho parlato con il governo - ha concluso - che ha da salvaguardare una ragion di Stato, ma questa deve sapersi coniugare con le ragioni della comunità”, definendo drammatica la possibilità che questa venga imposta con la forza. Per la prima volta dal lontano 8 settembre 1943, quando il BelPaese si consegnò inerme agli invasori a stelle e strisce, quindi gli italiani avranno la possibilità di dire la loro in merito al legame con i gendarmi planetari. L’auspico è doppio: da una parte che i vicentini possano dare il ben servito ai militari Usa con un forte e deciso ‘no’ che possa risvegliare le coscienze di tutti i nostri connazionali; dall’altra, soprattutto, che i nostri politici, una volta tanto, in caso di vittoria del no tutelino i nostri interessi senza assecondare le assurde pretese dell’imperialismo in salsa yankee permettendo la rinascita del nostro orgoglio di nazione. |