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Per le foreste del Congo

di Wangari Maathai * - 11/07/2008

 

Conservare le foreste del congo, e per la verità tutte le nostre foreste in Africa, e accelerare gli sforzi per riforestare, è vitale per la nostra sopravvivenza in un continente dove il deserto del Sahara si sta espandendo a nord e quello del Kalahari di espande a sud-ovest. Per questa ragione lo scorso 17 giugno a Londra è stato lanciato il «fondo per le foreste del bacino del Congo». Il finanziamento iniziale è costituito da un paio di allocazioni di 200 milioni di dollari ciascuno dei governo del Regno unito e della Norvegia.
Dieci paesi dell'Africa centrale hanno formato una «Iniziativa per le foreste del bacino del fiume Congo» con l'impegno di gestirle in modo sostenibile e conservarne la biodiversità. Il bacino del Congo rappresenta il secondo più grande ecosistema forestale del mondo. Queste foreste forniscono cibo, riparo e mezzi di sopravvivenza a oltre 50 milioni di persone. Coprono 200 milioni di ettari, includono circa un quinto della foresta tropicale vergine a canopea chiusa che rimane sul pianeta. E' anche un «magazzino» significativo di carbonio, con un ruolo vitale nel regolare il clima della regione. La diversità biologica che ospita è di importanza globale: su un'area pari a due volte la Francia, il bacino del Congo è popolato da oltre 10mila specie di piante, mille specie di uccelli e 400 specie di mammiferi.
Oggi però le foreste tropicali del bacino del Congo sono sotto una pressione fortissima. La deforestazione crescente, l'espansione dell'agricoltura, la crescita delle popolazioni, l'industria mineraria e petrolifera, tutto porta alla scomparsa sempre più rapida delle foreste. E' una situazione insostenibile per la popolazione umana, per le infinite specie che saranno portate a estinzione, e per il clima. Invertire questa tendenza è dunque essenziale.
Le foreste sono indispensabili, eppure le diamo per scontate. Anche se sembrano inesauribili, possono morire. le due nazioni che condividono l'isola di Hispaniola, Haiti e la repubblica Dominicana, offrono un esempio di cosa succede quando distruggiamo il nostro ambiente, soprattutto le foreste. La deforestazione di haiti e la conseguente perdita di humus e terreno ha lasciato il paese vulnerabile alla devastazione degli uragani, alla miseria e alla fame. La situazione è molto migliore nella Repubblica dominicana, che ha conservato parte delle sue foreste.
purtroppo, le generazioni che distruggono l'ambiente spesso non sono quelle che ne sentiranno le conseguenze. Sono le generazioni successive a soffrirne.
E' importante proteggere le foreste nei singoli paesi, e altrettanto importante riconoscere l'importanza delle foreste altrove, come nell'ecosistema del bacino del Congo. L'impatto negativo della distruzione nelle foreste congolesi sarà sentito in modo più ampio in Africa e fuori.
Ciò di cui l'Africa ha bisogno è non solo di proteggere le sue foreste, ma anche di impegnarsi in un massiccio sforzo di riforestazione. E' possibile far crescere piantagioni commerciali necessarie alle industrie del legno e delle costruzioni. Ma è sbagliato sacrificare le foreste per generare benefici economici rapidi espandendo le piantagioni. L'Africa già soffre la scarsità d'acqua: non possiamo sacrificare le nostre fonti acquifere.

Nobel per la pace 2004 e «ambasciatrice per le foreste del Congo», Maathai è la fondatrice del Green Belt Movement in Kenya. Questo articolo è ripreso da «The East African»