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Famiglie a rischio mutui: il 70% ha tassi variabili. Giù produzione e consumi durevoli

di Elena Polidori - 16/07/2008




L´economia è piatta. I consumi ristagnano. Gli investimenti sono fermi. La produzione industriale cala. La competitività peggiora. La redditività delle imprese flette. Il potere d´acquisto delle famiglie è eroso dal carovita. E il mix micidiale di caro petrolio e caro cibo rischia di inasprire ulteriormente l´inflazione, già ai massimi dalla metà degli anni Novanta. Se i rincari non si fermeranno, il quadro può soltanto peggiorare. Non s´erano mai visti prima d´ora toni tanto foschi in un documento tradizionalmente solo tecnico, come il Bollettino della Banca d´Italia. Eccolo, in sintesi.

Pil in stallo. La crescita è «sostanzialmente nulla». Quest´anno e il prossimo non supererà uno striminzito 0,4%. In pratica, è più che dimezzata rispetto alle previsioni di gennaio. La correzione è attribuibile «agli effetti degli aumenti dei prezzi delle materie prime importate» che riducono «la capacità di spesa delle famiglie», contengono «la dinamica dei consumi privati», inducono un «ridimensionamento dei piani di accumulazione di capitale» delle imprese.

Industria ferma. L´attività industriale registrerà nel secondo trimestre un calo di un punto percentuale. C´è «un peggioramento del clima di fiducia di imprese e famiglie». L´indice Pmi per il settore manufatturiero, in calo dall´estate scorsa, è da marzo «al di sotto della soglia che discrimina tra fasi espansive e recessive». A giugno ha toccato «il minimo dal 2001». Non s´investe. Nei primi 6 mesi: «azzerate» le emissioni nette di obbligazioni delle imprese; «pressochè nulli» gli aumenti di capitale di quelle quotate.

Consumi giù. Meno 2% quelli per i beni durevoli. I consumi risentono della modesta crescita in termini reali del reddito disponibile, compresso dai rincari energetici e alimentari. Pesa anche il clima di fiducia su livelli «storicamente bassi».

Famiglie in crisi. Il potere d´acquisto, alla fine del biennio 2008-2009, «sarebbe ancora inferiore a quello medio del 2007». E´ compresso dagli effetti dell´inflazione. Sulle famiglie pesa il rischio-mutui: il 70% è a tasso variabile.

Inflazione al top.L´indice armonizzato dei prezzi al consumo è arrivato a giugno al 4%, il top dalla metà degli anni Novanta. Banca d´Italia fissa al 3,8% il valore medio dell´indice per quest´anno (2,8 nel 2009). Oltre a energia e cibo, rincarano: trasporti aerei e marittimi, ristorazione, pubblici esercizi.

Rincorsa salariale. I rinnovi contrattuali hanno comportato «un´accelerazione dei redditi da lavoro, in larga misura attribuibile a erogazioni una tantum». Per il domani, serve moderazione.

La competitività. Peggiora quella dei prodotti italiani. Perché la crescita della produttività «rimane inferiore a quella delle principali economie dell´area euro» e per effetto del super euro.

A sera, il governatore Mario Draghi è ascoltato in Parlamento sull´antiriciclaggio. Dice che si è intensificata l´attività di contrasto; che da gennaio, con la nascita dell´Uif (Unità informazione finanziaria) sono state inviate 6.800 segnalazioni di operazioni sospette (12.545 nel 2007); che circa 6.000 sono state trasmesse agli organi investigativi. Sollecita una legge che disciplini l´attività degli intermediari finanziari non bancari. Sostiene che il ddl sicurezza, nella parte sui cosiddetti «money transfer», presenta «criticità» e genera «incertezze».