Regno Unito - Due scuole in Cornovaglia, nel sud-ovest inglese, saranno presto in condizione di usufruire di energie rinnovabili.Presso le scuole “St. Columb” e “Sandy Hill” di St. Austell verranno infatti installati dei pannelli che forniranno acqua calda ed elettricità. La St. Columb produce attualmente in emissioni 75 tonnellate di diossido di carbonio ogni anno e si spera che questi pannelli le riducano almeno del 15%.Tutto questo è parte del “Green Energy for Schools scheme”, finanziato congiuntamente dal governo britannico e dal “Co-operative Group”, una compagnia gestita dai suoi stessi membri, la quale al suo interno non prevede la presenza e non permette il controllo da parte di azionisti, investitori finanziari o di nessuna figura che agisca avente per scopo il solo perseguimento di un profitto (1).
I pannelli della scuola elementare Sandy Hill sono già entrati in funzione Martedì 8 Luglio, mentre quelli della St. Columb il 16.Una personale speranza è che, a differenza di alcune scuole nel Bel Paese, questi pannelli seguano una serie di migliorie a livello di efficienza e risparmio energetico che diano effettivamente un senso alla loro installazione, che, altrimenti, sarebbe solo un mero cambiamento di fonti di energia. Si deve infatti sempre tenere presente che con le energie rinnovabili non si risolve il problema, se non si considerano prima gli sprechi e le inefficienze.
I 24 pannelli fotovoltaici, comunque, genereranno circa 3300 Kwh di elettricità ogni anno, ossia l’energia necessaria al funzionamento di tutti i computer delle due scuole per 33 mila ore. Andrew Fielder, insegnante presso la Sandy Hill, ha affermato: - Già da tempo stiamo lavorando duramente per ridurre l’impronta ecologica della scuola, e l’installazione di questi pannelli sul tetto incrementerà ulteriormente i nostri sforzi, dando al contempo un forte messaggio riguardo al nostro impegno nella salvaguardia dell’ambiente.
Le scuole nel Regno Unito che sono state nominate dai membri del Co-operative Group per ricevere i pannelli (del valore di più di 20 mila sterline) sono circa cento. Le prossime due saranno, ad esempio, la “Bosvigo School” di Truro e la “St. Stephen School” di Launceston.
Gli alunni saranno in grado di controllare in ogni momento quanta energia rinnovabile i pannelli genereranno e la quantità di diossido di carbonio che eviteranno di emettere, tramite un monitor posto all’interno dell’edificio scolastico.
Jennie Walker, preside della St. Columb, ritiene che questo progetto incoraggerà i ragazzi a provare un maggiore interesse per tematiche quali i cambiamenti climatici e a pensare ad ulteriori modi per aiutare l’ambiente (2).
Un’iniziativa decisamente interessante e che ha valenza doppia in un paese che, come la Gran Bretagna, ha problemi con i più giovani che in Italia per fortuna non potremmo ancora immaginare. Problemi quali alcoolismo, vandalismo ed una vera e propria emergenza riguardante i cosiddetti “Knife crimes” (solo a Londra sono stati uccisi a coltellate diciotto adolescenti da loro coetanei nei primi sei mesi dell’anno, mentre si hanno in media un caso ogni due giorni di accoltellamento, sempre di/fra ragazzi, in ogni ospedale londinese). Si sta addirittura discutendo riguardo all’impartire educazione sessuale dall’età di quattro anni! E questo per il diffusissimo fenomeno delle ragazze, o meglio, ragazzine-madri ed al fatto che gli inglesi, paragonatisi di recente a tedeschi e olandesi, si sono accorti di non aver fatto nulla fino ad oggi per prevenire questa situazione (3).
Certo le scuole di cui sopra sono situate nella tranquilla e pittoresca campagna inglese, mentre i gravi problemi appena accennati riguardano soprattutto le grandi città. Si parla quindi di realtà parecchio differenti, come se da noi si paragonassero i colli senesi ai quartieri malfamati di Napoli o Milano.
Ma, come dicevo, il fatto di lanciare un messaggio di buone pratiche partendo dalle scuole può non solo coinvolgere i più piccoli mettendoli in contatto con tematiche importanti quali il risparmio energetico e il rispetto per l’ambiente (e, possibilmente, il rispetto in generale), ma anche influenzare le famiglie degli alunni, nonché i vari organismi pubblici (coi loro numerosi edifici), dando inizio a quei tanto auspicati circoli virtuosi che, un domani, potrebbero divenire la normalità.
Inutile dire che anche in Italia sarebbe bello iniziare a parlare di risparmio energetico e, perché no, di decrescita sin dalle scuole primarie. Ma forse per il momento ci dobbiamo accontentare di non far passare i nostri ragazzi attraverso un “metal detector” prima di entrare in classe.

(1): http://www.co-operative.coop/
(2): BBC News
(3): Skynews