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Lo scontro geopolitico della globalizzazione. Una "bella" conferma

di Gianfranco La Grassa - 21/07/2008

 

Traggo dai giornali di oggi la notizia che “i comandi operativi americani, a partire dal Generale Petraeus, artefice del nuovo corso in Irak e prossimo comandante del Centcom, il comando che gestisce le operazioni anche in Afghanistan, sarebbero ben lieti di avere soldati in più da impegnare contro i talebani, ma non al costo di sguarnire l’Irak prima che le condizioni lo consentano. Petraeus ha confermato le indiscrezioni della Intelligence sulla scelta di Al Qaeda di spostare le proprie operazioni e attività in Afghanistan dall’Irak. Il che è logico: concentrarsi sull’Afghanistan porta vantaggi, perché Al Qaeda conosce bene il territorio e la popolazione e ha ancora molti sostenitori. Inoltre può sfruttare a piacimento la ‘retrovia’ pakistana, la vera chiave di volta per ottenere un successo a Kabul (corsivo mio)”.

Sono, in effetti, particolarmente soddisfatto. Si legga per favore il mio Il Contesto (geopolitico), messo di recente nel blog, e si vedrà quanto ci avevo azzeccato proprio in merito a tale problema. Solo che io posso permettermi meno nascondimento (e falsificazioni) del gen. Petraeus e dell’Intelligence americana, che sanno però benissimo (certo assai meglio di me) come Al Qaeda sia un nemico di comodo per non “aggredire” direttamente il problema cruciale; il che comporterebbe ulteriori frizioni con le nuove potenze in crescita ad est: Russia, Cina e India (fra loro, purtroppo, non proprio ben unite e strettamente coordinate, anzi con molti motivi di frizione e sospetto reciproci; altrimenti qualcosa sarebbe già accaduto….). In Afghanistan, la lotta dei guerriglieri ha maggiori possibilità che non in Irak, e il Pakistan è un importante retroterra, perché lì si annodano – per ragioni geografico-socio-politiche di carattere eminentemente strategico, e non solo per la presenza delle fonti di energia (questa è proprio la motivazione meno rilevante) – le più acute contraddizioni di un’epoca in marcia verso il policentrismo (ma gli americani, e questo è comprensibilissimo per il momento, debbono gettare tutta la responsabilità su Al Qaeda, il solito Spectre dei film di 007).

Questa conferma di dove si annidano i più ingarbugliati “rebus” del presente mi dà ragione completa su un altro punto: non sono le lotte dei diseredati (palestinesi, presunta resistenza irachena ormai fortemente involutasi, ecc.) contro l’oppressione a mettere seriamente in scacco i predominanti, bensì le crescenti contraddizioni tra di essi, in particolare sul piano del contrasto tra un certo numero di formazioni particolari (ancora per l’essenziale paesi con un loro Stato nazionale in via di rafforzamento, alla faccia di tutti gli imbecilli, o consapevoli manutengoli della potenza imperiale americana, che hanno predicato la fine di questi Stati) in fase di sviluppo ineguale nell’ambito di quella complessiva mondiale. E anche degli Hezbollah, possiamo fidarci più che dei palestinesi o degli iracheni, sol perché dietro c’è l’Iran, e dietro l’Iran c’è…..tutto il resto. Questa è la situazione dell’epoca, che esige quindi una completa revisione strategica anche da parte delle forze intenzionate a sfruttare le contraddizioni esplosive del momento, per preparare più radicali trasformazioni dei rapporti di forza tra vari raggruppamenti sociali, ivi compresi quelli oggi dominati.

I credenti – nelle “masse oppresse” che lottano con eroismo contro gli oppressori – vadano abbandonati presto, perché ci portano al disastro e alla distruzione. Sono inetti e inutili “cattocomunisti”, buonisti da strapazzo, piccoli “moralisti della domenica”, che credono all’Uuuuuoooomo; via, via, prima che qualcuno ci faccia subire il giusto trattamento riservato agli sciocchi.

Voglio aggiungere che anche l’attuale crisi attraversata dalla complessiva formazione mondiale – per quanto non vada letta con troppo schematici schemi di derivazione diretta e im-mediata – è comunque variamente connessa a quest’insieme di situazioni geostrategiche globali, che si annodano, si sciolgono e poi si riannodano altrove, ecc. come sempre avviene in una condizione complessiva ancora confusa e in gestazione, in cui le forze di pressione (quelle che poi troveranno più ampi e concentrati sfoghi in congiunture e spazi meglio definiti) sono ancora allo stato fluido e multidirezionale, per cui seguirle nella loro corrente sotterranea è particolarmente difficile e non può non comportare continui errori di valutazione; quindi, bisogna essere duttili e procedere in continuazione con il metodo del prova (l’ipotesi), sbaglia e correggi.

L’essenziale è inviare un solenne “vaffa” a tutti i vecchi rimasugli terzomondisti, classisti, umanisti, solidaristi, quelli dei buoni sentimenti e intenzioni di cui è lastricata la via che porta all’Inferno; ed è esattamente dove intanto li mando io! Sono un'autentica palla di piombo al piede!!

PS Evidentemente, la mia completa insofferenza è diretta alle posizioni di alcuni, a mio avviso rimasti ad una visione delle "cose politiche" di un'epoca ormai finita da tempo immemorabile. Magari come singoli individui sono persone deliziose, con cui si può parlare di tutto il resto. Forse sbaglierò, sarò troppo ansioso, ma la mia convinzione è che ci stiamo addentrando in una fase storica di gravi difficoltà e di forti "bufere". Di conseguenza, non sono disponibile a compromessi con i portatori (ma solo in quanto portatori) di certe posizioni, che rappresentano un grave pericolo per la maggioranza della nostra società.