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"Giustizialista" è un insulto o un complimento?

di redazionale - 22/07/2008

 

Nel durissimo scontro polemico successivo alla manifestazione dell´8 luglio in piazza Navona, gli uomini di Silvio Berlusconi hanno utilizzato, per l´ennesima volta, la parola 'giustizialista' come una specie d´insulto nei confronti di Antonio Di Pietro e dell´IdV, nonché più generalmente verso tutti i manifestanti. Questo uso, improprio ma oramai corrente, del termine risale ai tempi di Mani pulite.

Con 'giustizialismo' si vorrebbe indicare una posizione politica opposta al 'garantismo': ciò non sembrerebbe avere molto senso, visto e considerato che le garanzie degli imputati sono parte integrante del giusto processo secondo la tradizione giuridica del diritto romano, come espresso dalla locuzione latina 'in dubbio pro reo'. Insomma non può esistere vera giustizia se non vi sono le garanzie. L´impressione è allora che Berlusconi, o uno dei suoi numerosissimi portavoce ufficiali o ufficiosi, quando accusa qualcuno di giustizialismo in realtà gli attribuisca la volontà d´operare una persecuzione giudiziaria del nemico politico, mentre con la parola garantismo esprima nient´altro che una pretesa d´impunità. La parola 'giustizialismo' si trova così ad essere derubricata, proprio come è successo a 'fascismo': non indica più un ideologia politica, ma è semplicemente un insulto. Ad avvalorare quest´ipotesi sono anche le reazioni di Di Pietro e dei suoi, sempre tese a schernirsi, ad allontanare un´etichetta non si sa poi perché tanto infamante: da un punto di vista etimologico la parola dovrebbe connotarsi per la radice che è 'giustizia' e perciò non si capisce per quale motivo ne prendano le distanze.

Un errore molto frequente degli avversari politici di Berlusconi è accettare il suo linguaggio, seguirlo sul suo terreno, lasciarsene imporre l´agenda: finiscono così per favorirlo, contribuendo alla personalizzazione della politica.

Non si dovrebbe permettere a chicchessia di usare le parole a caso, senza alcun riferimento al loro reale significato. Ma forse Berlusconi pensava in cuor suo d´essere un nuovo D´Annunzio, d´aver inventato un neologismo e gli antiberlusconiani gli hanno creduto...o forse semplicemente nessuno si è ricordato che giustizialista è una parola con un significato politico preciso e che è già esistito un partito politico con questo nome: il Partido Justicialista fondato nel 1947 da Juan Domingo Peron.

Il significato che il peronismo dava alla parola era riferito specificatamente alla giustizia sociale: "siamo la rappresentazione sociale degli umili, di coloro che soffrono e degli svantaggiati".

Le etichette da sole, poi, non bastano: il PJ ha portato al governo anche il terribile neoliberista palindromo Carlos Menem, principale artefice della stagione socialmente più ingiusta della storia d´Argentina. Oggi esistono tre partiti argentini che si definiscono giustizialisti, compreso quel Frente para la Victoria della 'presidenta' Cristina Fernandez Kirchner, erede del peronismo più genuinamente popolare e sociale, che sta faticosamente tirando fuori il Paese dalle sabbie mobili in cui l´aveva lasciato la dissennata politica di Menem.

Concludendo: il giustizialismo, nel vero, originario, significato della parola, purtroppo qui da noi non esiste. Magari esistesse... per ora è soltanto un sogno, che ci fa tornare alla mente uno slogan degli anni settanta: "l´Europa come l´America Latina".