Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Fascismo? Basta la parola? No

Fascismo? Basta la parola? No

di Carlo Gambescia - 22/07/2008



Come è difficile in politica mettersi d’accordo sul significato di certi termini storici. Secondo Bossi sarebbe “arrivato il momento, fratelli, di farla finita" con lo Stato“fascista”, naturalmente italiano…(http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/giustizia-8/bossi-pd/bossi-pd.html) . Per altri invece, soprattutto nella sinistra radicale, ad essere fascista, sarebbe l’attuale governo di centrodestra…
Che confusione. Diciamo allora, per aiutare l'onesta comprensione della verità, che il governo Berlusconi, sta mostrando un preoccupante atteggiamento autoritario (si pensi solo alla questione delle impronte ai bambini Rom). Mentre Bossi critica, a torto o ragione, il cosiddetto centralismo dello Stato italiano, che tutto sommato, ancora oggi resiste.
Ora, autoritarismo e centralismo posso essere ricondotti nell’alveo del fascismo italiano, quello mussoliniano, per essere chiari? Sì e no.
Sì, perché nel fascismo storico vi erano componenti autoritarie e centralistiche. Che in certo senso rappresentavano un legato del nazionalismo italiano e, ancora prima, della concezione accentratrice dello stato della Destra Storica (1861-1876).
No, perché il fascismo rinviava a un’ideologia gerarchica, imperialista, bellicista, dittatoriale , e secondo alcuni studiosi, addirittura totalitaria, visto che era fondato sulle ragioni ideologicamente invasive del partito unico (la dottrina del fascismo, il corporativismo, l'inquadramento di tutte le organizzazioni, eccetera).
E dal punto di vista logico quel che è vero e falso al tempo stesso, appartiene alla categoria dell' indeterminato. Il che significa che sia Bossi che i suoi avversari di sinistra assegnano al fascismo caratteristiche così annacquate, fino al punto di trasformarlo concettualmente, in una specie di otre vuoto all’interno del quale può versarsi il vino poco sincero dell’invettiva puramente ideologica. Dove tutte - e si sottolinea tutte - le forme di centralismo e autoritarismo diventano seduta stante “fascismo”. Il che non è serio. E soprattutto pericoloso. Per quale ragione?
Perché implica la trasformazione dell’avversario politico in nemico assoluto, dal momento che l’accusa di fascismo muta, come in un rito di degradazione simbolica, colui che la riceve in una specie di pedofilo politico. Un “verme” che si può solo schiacciare. E qui si pensi soltanto alla valenza simbolica, ma anche agli effetti pratici (bombardamenti a tappeto, eccetera) dell’accusa di “islamofascismo” molto in voga oggi, purtroppo, tra i neocons americani e italiani.
Pertanto un modesto consiglio a coloro che nell'Italia di oggi continuano a farne largo e improprio uso: è giusto criticare, anche duramente Berlusconi e Bossi, ma è assolutamente sbagliato e pericoloso scagliare loro contro l’accusa di fascismo. Perché si rischia di creare una spirale d’odio politico dalle conseguenze imprevedibili. E crediamo che il compito degli intellettuali, a prescindere dalle scelte politiche individuali, debba essere quello di far ragionare le persone comuni. E non di usare le parole come pietre.
.
P.S.
Ovviamente, le solite aquile della blogosfera, dopo aver letto questo post, ci accuseranno subito di berlusconismo e leghismo... C'est la vie, noi siamo solo poveri passerotti... E di questi tempi per essere linkati si deve parlare sempre e solo male di Berlusconi, Bossi e compagnia cantante.