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Nasa, 50 anni con la testa sulla Luna

di Franco Gabici - 23/07/2008

    
A cinquant’anni dalla fondazione della NASA, Franco Gabici ripercorre le tappe fondamentali della cosiddetta “corsa allo spazio”, in cui nella seconda metà del XX secolo gli americani ebbero la meglio sui rivali russi.
La sfida per la conquista dello spazio non fu solo una questione scientifica, ma si inserì appieno nel clima della guerra fredda fra le due superpotenze: erano ben chiari ai due contendenti i risvolti militari e spionistici dei satelliti mandati in orbita. Dopo le numerose vittorie dei russi, come il primo satellite orbitante e il primo uomo mandato nello spazio, gli americani nel 1961 lanciarono la sfida per la “conquista” della Luna, giungendo otto anni dopo alla famosa la spedizione Apollo 11.


La Nasa, l’agenzia governativa responsabile dei programmi spaziali e della ricerca aerospaziale civile e militare degli Stati Uniti (National Aeronautics and Space Administration), compie quest’anno il suo primo mezzo secolo di vita, ma in realtà gli Usa pensavano alla conquista dello spazio fin dal 1915, quando avevano istituito la Naca (National Advisory Committee for Aeronautics), una agenzia per promuovere la ricerca aeronautica. Per più di quarant’anni gli americani si considerarono i padroni dell’aria, ma nel 1957, quando i russi mandarono in orbita il primo satellite artificiale (Sputnik 1), si resero conto che purtroppo la leadership dello spazio aveva passato la mano. E così la vecchia Naca, che aveva nel suo marchio l’aereo dei fratelli Wright, fu immediatamente smantellata e il 29 luglio del 1958 il presidente Eisenhower firmò l’atto costitutivo di una nuova agenzia, la Nasa, che aveva nel suo nuovo logo un satellite in orbita.
Per la verità Eisenhower non credeva molto all’importanza della conquista dello spazio e questo suo atteggiamento fu fonte di numerose critiche da parte del Parlamento. In particolare il senatore Lyndon Johnson, futuro presidente degli Stati Uniti, si fece promotore di una campagna a favore della conquista dello spazio sintetizzando il suo pensiero in questo efficace slogan: « Primi nello spazio significa primi in tutto».
Si era in pieno clima di guerra fredda la conquista dello spazio era considerata soprattutto una importante questione politica. Un satellite in orbita era sì un oggetto tecnologico che poteva compiere missioni scientifiche, ma potenzialmente era considerato anche come un occhio indiscreto che poteva spiare il territorio dall’alto. Non c’era dunque tempo da perdere, anche perché le notizie da oltre cortina si facevano sempre più inquietanti. Dopo Sputnik 1, infatti, una sferetta d’acciaio di pochi chili, i russi misero in orbita lo Sputnik 2 che pesava diverse tonnellate e che aveva a bordo la famosa cagnetta Laika.
La Nasa, dunque, nasce in questo clima febbrile di rincorsa e a guidare il nuovo carrozzone spaziale è un personaggio che sarebbe diventato un mito, l’ingegnere tedesco Werner Von Braun, che nella seconda guerra mondiale aveva progettato le famose ‘V 2’. E sarà Von Braun a mettere in orbita nel gennaio del 1958 l’Explorer 1 […]. Ma la sfida di Von Braun continua e alla fine del 1958 ottiene dal presidente Eisenhower i finanziamenti per il progetto Saturno, un imponente razzo vettore che avrebbe portato i primi uomini sulla Luna. Ma intanto i russi non stanno di certo con le mani in mano e continuano a mietere successi. Nell’aprile del 1961 Yuri Gagarin è il primo uomo a volare nello spazio e gli americani risponderanno pochi mesi dopo con Alan Shepard e anche questa volta gli Usa arrivano secondi. Ma il direttore della Nasa von Braun sta preparando il suo colossale ‘Saturno 5’ che coi suoi tre stadi raggiunge l’altezza di ben 111,2 metri superando di una ventina di metri la Statua della libertà. E gli americani, stanchi di essere considerati gli eterni secondi nella corsa allo spazio, lanceranno la loro sfida il 25 maggio 1961 quando il presidente Kennedy annuncia al mondo intero che entro il decennio gli americani avrebbero fatto ‘atterrare un uomo sulla luna e riportarlo sano e salvo sulla terra’. Con questo proclama partì il ‘progetto Apollo’, vero fiore all’occhiello della Nasa, che con la missione ‘Apollo 11’ portò Neil Armstrong sulla Luna in quella fantastica notte del 20 luglio 1969.
La conquista umana della Luna resta la più grande impresa della Nasa, che tuttavia ha avviato altri importanti progetti fino alla Stazione spaziale internazionale (Iss), che dal novembre del 2000 è abitata ininterrottamente da almeno due astronauti. L’Iss è condotta insieme alle agenzie spaziali canadese, europea, giapponese e russa.
Oltre alle missioni spaziali umane la Nasa gestisce, insieme ad altre agenzie spaziali, una serie di grandi osservatori. Il telescopio Hubble (Hst) fu lanciato il 24 aprile 1990 e posto a 600 km d’altezza. […] Realizzato dalla Nasa con il Jet Propulsion Laboratory e il California Institute of Technology è anche il telescopio spaziale Spitzer (Sst) che osserva nell’infrarosso. Sono targati Nasa anche l’Osservatorio Raggi Gamma Compton e l’Osservatorio Raggi X Chandra.
Il futuro della Nasa è rivolto alla conquista di Marte e al ritorno alla Luna per rinverdire il successo del 1969. Il programma, che dovrà riportare gli uomini sul nostro satellite nel 2020, si chiama ‘Constellation’ […].