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I comunisti confondono Luxuria con la Cuccarini. L'isola dei famosi è la casa degli italiani?

di redazionale - 28/07/2008


La classe operaia non è in Paradiso, ma l'onorevole travestito Vladimir Luxuria, epigono del transex Maurizia Paradiso, sì. Certo, se l' Isola dei Famosi , in Honduras, è il Paradiso. E per me, è solo una cloaca umana galleggiante in neurovisione. Ma non erano i berlusconiani i profeti della politica tutta nani e ballerine? Si è tanto ironizzato, a sinistra, sulla Carfagna, sulle tante ex soubrette diventate parlamentari. Si stigmatizza un fare politica che è tutto microfoni e boutade, push up e silicone. E poi ci si ritrovo con un Cavallo di Troia dentro le proprie mura. Povera Ilio, sei perduta. Da anni, dall'adamitico peccato originale di Irene Pivetti, c'è una totale osmosi tra Camere e telecamere. Ma questa volta, il percorso di involuzione, con un aggravante ipocrita travestitismo idealista, è eccessivo. Vladimiro Guadagno in arte Luxuria, ex star del Muccassassina e guest star del Parlamento, andrà all'Isola dei famosi , dice, per continuare l'esperienza del Parlamento. Dice che lì era come un reality, che osservavano come ti vestivi, come ti muovevi. D'altronde Luxuria è rimasta nelle cronache parlamentari per essere entrata nel bagno delle donne, sebbene virilmente accessoriata, scontrandosi con la Gardini, di Forza Italia. È vero che il Parlamento è sempre più simile a un reality. Ma perché ci sono stati personaggi come lei, cioè lui, Luxuria. Candidamente, Luxuria ha ammesso perché ha accettato di andare all'isola (meglio chiamarla dei fumosi), dopo settimane in cui sdegnosamente, virginalmente ipocrita, negava questa ipotesi. Non ha resistito al richiamo della Mona Ventura. Manco fosse Raffaella Carrà. Simona Ventura, la soubrette senza qualità, il medico che dovrebbe curare se stesso quando giudica un cantante a X factor , la pentita delle tette rifatte, l'unica conduttrice che dà le spalle alla telecamera e non sa fare nulla che giustifichi la sua presenza (Crederci sempre, arrendersi mai , titola la sua auto-biografia in cui racconta come giocasse sulla leggenda della sua love story con Galliani). Ma c'è sempre una motivazione più alta, dietro il piccolo io desiderante: Luxuria ha detto che andrà sull'Isola dei famosi per rivendicare i diritti degli indios. Visto che l'isola si trova in Honduras. Perfetto. Allora Briatore ha aperto il Billionaire per dare lavoro ai minatori sardi disoccupati, il Club med è una ong che lavora per migliorare le condizioni di vita sulle rive del Mediterraneo e via coglionando il mondo, Berlusconi è sceso in campo per salvare l'Italia dalla dittatura comunista, Massimo Moratti è stato messo alla guida dell'Inter per le sue doti di amministratore oculato e abile nei profitti.
Su Liberazione , che ha gigioneggiato con Luxuria, dandole spazio per le presunte ragioni della sua partecipazione all'isola, dove è arrivata a dire che il format del reality deriva della Tempesta di Shakespeare, è scoppiato il caso, con decine e decine di lettere dei lettori che, giustamente, più che indignarsi hanno un conato di vomito per la scelta di Guadagno - nomen omen - che mentre il partito si spacca, si dà alla macchia politica in primo piano televisivo. Scrive il Collettivo Italia Centro America che lì in Honduras le misure di sicurezza per L'Isola dei famosi impediscono agli indigeni di pescare. Altro che rivendicazione dei diritti degli indios. Paola Nardi da Vicenza, è più concreta ancora: «E chi se ne frega! Guadagnerà l'equivalente di 300 anni di lavoro di un operaio che votando Rifondazione magari ha fatto eleggere proprio lei». C'è chi dice che è il «punto massimo della tv spazzatura», ma forse è il punto massimo della politica spazzatura. Quella che si rinfaccia a Berlusconi ma il Cavaliere ha solo avuto la faccia tosta di sdoganare per primo. Alla fine, Luxuria si è dimostrato un politico fast-food, roba da Drive in. Ma è pure brutta e ipocrita. Solo l'esibizionismo e il più insignificante cinismo possono portare una persona che si è spacciata per politica, per impegnata, a rifugiarsi in un luogo non luogo, pieno di mucillagine umana, e volendo persino rivendicare un più alto destino per la sua avventura: riscattare un popolo oppresso. Sono gli italiani gli indios che gente come la Guadagno sfrutta ieri come oggi come domani. In un locale equivoco, in un Parlamento dove non si sa neanche in che bagno andare, su di un'isola finta di gente finta e forse, nel senso latino, pure molto fessa. Certo che se uno mette in fila gente come Guadagno e Caruso, capisce perché Bertinotti ha fatto questa fine. Eppure ieri, su Liberazione , provando a moderare il dibattito - moderati anche loro? - Angela Azzaro sostiene che, forse, il «conflitto, quel conflitto tanto evocato, cercato, amato» può passare «anche attraverso la possibilità di entrare nelle case degli italiani e delle italiane». Sì, Scavolini. La casa degli italiani. Luxuria, cuccata da Bertinotti, come la Cuccarini. Ma la domanda è: quanto guadagna il Guadagno?