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Free Tibet, free Burma

di redazionale - 29/07/2008

Fonte: luomolibero

Si è svolta a Trento e Torbole sul Garda la presentazione ufficiale del progetto in favore dei Karen.

11-12 luglio 2008

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FREE TIBET, FREE BURMA

incontro, conferenza ed evento

 

Torbole (Trento). Nella cornice del circolo velico di Torbole sul lago di Garda, si è svolta sabato scorso (12 luglio, ndr) di fronte ad un pubblico qualificato, la presentazione del progetto umanitario "Terra e Identità". L'iniziativa, promossa dall'Associazione di intervento Sociale e Culturale "l'Uomo Libero" Onlus in collaborazione con la Regione Trentino Alto Adige, è destinata a fornire un supporto ai Karen, un antico popolo di origine tibetana che da quasi sessanta anni resiste al tentativo di genocidio sistematicamente perseguito dalla dittatura militare birmana, con il sostegno bellico della Cina ed il finanziamento di lobby finanziarie e petrolifere occidentali. Stupri di massa, distruzione di villaggi e roghi dei raccolti sono all'ordine del giorno. I Karen difendono quotidianamente il loro diritto alla sopravvivenza con l'obiettivo di ottenere il rispetto della propria cultura ed una forma di autonomia nei territori della Birmania Orientale, opponendosi strenuamente anche al traffico di droga internazionale che in quell'area è particolarmente attivo.

 

Alla presentazione, introdotta dal presidente de "l'Uomo Libero", Walter Pilo, ha partecipato anche Franco Nerozzi, Presidente della Comunità Solidaristica "Popoli", partner nel progetto, che attraverso la proiezione di un video ed il racconto diretto dell'esperienza vissuta in Birmania ha consentito alla platea di comprendere ed approfondire la reale e drammatica situazione del popolo Karen e di illustrare le finalità del progetto umanitario "Terra e Identità", volto in primo luogo a consentire la lavorazione e coltivazione dei prodotti alla base dell'alimentazione quotidiana dei Karen (riso, zucche, cetrioli, mais e ortaggi) su un terreno di circa 60 ettari, grazie alla bonifica del territorio da ordigni bellici rimasti dalle passate operazioni militari. E' prevista inoltre la costruzione di un edificio rurale che fungerà da magazzino e da ricovero per gli attrezzi, oltre che da luogo di ristoro per i contadini che potranno godere anche della costruzione di abitazioni per le famiglie che hanno deciso di non abbandonare le proprie terre.

L'evento, anticipato il giorno precedente a Trento dalla presentazione ufficiale presso la sala rosa del palazzo della Regione, ha registrato inoltre la partecipazione di Antonello Brandi, Presidente della Laogai Research Foundation Italia (di cui segnaliamo il nuovo sito: www.laogai.it), e di Tenzin Khando Khoryakamchi, studentessa di origine tibetana presso l'università di Trento. L'intervento di Brandi ha messo in luce la drammaticità dei Laogai, i campi di rieducazione attraverso il lavoro, ancora oggi presenti a migliaia nel vasto territorio della Cina, divenuta ormai un mostruoso complesso di stampo marxista-capitalista. Nei Laogai sono rinchiusi i dissidenti del regime cinese, i cattolici, i sostenitori dei più elementari diritti umani (la possibilità di avere più di un figlio per esempio) che, soggetti a vessazioni e torture quotidiane o ad esecuzioni sommarie per incrementare il mercato delle donazioni di organi, sono costretti a lavorare per 16-18 ore al giorno al fine di produrre i beni destinati al mercato occidentale. Il Laogai, infatti, è allo stesso tempo campo di prigionia e impresa commerciale. Tenzin Khando Khoryakamchi invece, studia a Trento da tre anni e, attraverso il racconto della sua tragedia famigliare, della costrizione all'esilio in India, ha descritto la situazione del Tibet occupato dalle truppe cinesi, mettendo chiarezza alla confusione ingenerata dalla visone distorta dei massmedia in occasione delle prossime Olimpiadi di Pechino.

l'Uomo Libero