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Home / Articoli / L’unica gioia, i figli, immolati al Dio Sviluppo

L’unica gioia, i figli, immolati al Dio Sviluppo

di Massimo Fini - 30/07/2008

HOLETTO su Internet, di cui, come tutti i
giovani, sono un gran frequentatore, una
notizia che ha dell’incredibile. Due scienziati
inglesi avrebbero consigliato, peraltro in
modo piuttosto perentorio, alle coppie
britanniche di non fare figli o di farne al
massimo due. Motivo? Ridurrre
l’inquinamento. Se non è una bufala (su
Internt ne girano parecchie) mi pare una cosa
pazzesca. Mi può confermare questa notizia e
se veritiera, commentarla?
Alfredo Di Stefano

LE SUE informazioni sono
esatte. I due scienziati si
chiamano John Guillebaud,
professore emerito di pianificazione
familiare all’University College di
Londra, e Pipp Hayes che in verità è
medico di base a Exeter nel
Devonshire. Questo ‘consiglio’, preso
molto sul sero in Gran Bretagna (la
notizia è stato divulgata dal prestigioso
British Medical Journal) è una
dimostazione di quanto vado scrivendo
da trent’anni: nell’attuale modello di
sviluppo l’uomo è diventato marginale,
sottomesso a esigenze che lo
trascendono. Non è il meccanismo
tecnologinco-economico-produttivo
al nostro servizio, ma noi al suo. Che
cosa bisognerebbe fare per cercare di
limitare le drammatiche conseguenze,
non solo ambientali ma anche quelle, a
mio avviso ancora più devastanti,
esistenziali (depressione, droga,
aumento dei suicidi) dello sviluppo?
La risposta sembrerebbe ovvia: fermare
lo sviluppo, anzi diminuirlo
drasticamente (la crescita non è, in sé,
un bene, anche il tumore è una
crescita, di cellule impazzite quali oggi
sono gli uomini). E invece, poiché il
totem della produzione è intoccabile a
che si pensa? A impedirci di fare figli
che sono l’unico vero ‘evento’ della vita
di una donna e di un uomo e una delle
sue rare gioie.