Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Seveso, la diossina colpisce ancora 30 anni dopo

Seveso, la diossina colpisce ancora 30 anni dopo

di redazionale - 30/07/2008


Uno studio dell'Università di Milano: sui figli alte probabilità di danni alla tiroide.

A oltre trent'anni persistono ancora gli effetti sulla salute, anche indiretti sulle nuove generazioni, della tragedia di Seveso del 1976: i bimbi nati da donne che vivevano nelle aree contaminate da diossina mostrano disfunzioni tiroidee con probabilità 6,6 volte maggiore dei coetanei figli di donne non esposte.

È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista PLoS Medicine da Andrea Baccarelli dell'Università di Milano, rilanciato dall'Agenzia Ansa. Tra le altre cose la ricerca rileva una netta associazione tra esposizione materna a Tetraclorodibenzo-p-diossina (Tcdd), la più pericolosa tra le diossine, classificata dall'Oms come carinogeno di classe uno e alterazioni della funzione neonatale tiroidea in una parte significativa della popolazione esposta alla diossina dopo l'incidente di Seveso.

La storia di 30 anni fa

Era il 10 luglio quando negli impianti chimici della Icmesa di Meda, vicino Seveso, avvenne l'incidente che sprigionò la diossina nei comuni lombardi limitrofi.

Da allora sono stati molti gli studi sugli effetti sulla salute della mostruosa nube tossica. Questo lavoro è stato condotto per vedere quelli a lungo termine sulle successive generazioni, ovvero sui figli delle donne esposte.

Coinvolte nella ricerca 3.500 donne

E si è trattato di una ricerca molto accurata: gli esperti hanno coinvolto, infatti, 1772 donne delle zone A e B di Seveso, le zone più contaminate (A, contaminazione molto alta; B, contaminazione alta), e 1772 donne dalla zona circostante non contaminata.

"Abbiamo valutato tra il 1994-2005 i nati da donne, in tutto 1014", riferiscono gli autori, e misurato i livelli neonatali di tireotropina ematica (b-TSH), un ormone tiroideo usato come parametro per capire se la tiroide funziona bene. Livelli di TSH sono troppo elevati sono un indice di disfunzioni tiroidee che nel bambino possono portare a danni  permanenti di sviluppo del corpo e del cervello.

Pessimi i risultati

È emerso che ancora a distanza di decenni dal disastro, i bimbi delle donne della zona A hanno un rischio di 6,6 volte maggiore di disfunzioni tiroidee (alti livelli di TSH nel sangue); anche nei bimbi di donne della zona B i livelli di TSH sono risultati più elevati della norma anche se con valori intermedi rispetto a quelli della zona A.
Ciò significa che, anche a distanza di molti anni dalla contaminazione, l'esposizione materna alla Tcdd produce effetti dannosi sulla salute dei bimbi, concludono gli autori; serviranno ulteriori studi prolungati nel tempo per verificare se le disfunzioni tiroidee riscontrate nei bambini saranno per loro causa di danni di sviluppo.

tratto dal sito http://www.ilsalvagente.it