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La Cuba di Raúl guarda all’integrazione regionale

di Luiz Alberto Moniz Bandeira* - 30/07/2008

Nell’ambito dell’apertura e dei cambi graduali che il governo cubano sta introducendo, l’avvicinamento al Brasile e al Mercosur sembra essere la migliore alternativa per evitare di cadere nell’orbita economica statunitense.


Raúl Castro ha iniziato un processo graduale volto a cambiare l’economia e le relazioni internazionali di Cuba. All’interno, egli spera di di legittimare il suo governo con il miglioramento dei livelli di vita. Fuori Cuba, desidera non rimanere prigioniero del solo sostegno internazionale: il presidente venezuelano Chávez. Castro crede di dare maggiori incentivi ai lavoratori agricoli.

Ha autorizzato la vendita di macchinari e utensili per l’agricoltura – finora centralizzata – agli agricoltori, così come il rilascio di terreni non coltivati a lle cooperative private ed alle organizzazioni che ne facciano richiesta. Ha, inoltre, annullato i debito di alcuni piccoli produttori ed elevato il prezzi che lo Stato paga per il latte e la carne.
In un’altra misura destinata a migliorare la vita dei cubani, ha eleiminato le restrizioni per l’acquisto dei computer, forni a micronde ed altre appararecchtaure. Le autorità cubano sottolineano che lo scopo di questi cambi è quello di migliorare l’efficienza, non quello di “alterare il modello socialista”.
Tuttavia, come in Cina e in Vietnam, il governo dovrà abbracciare ilmercato pià apertamente se realmente desidera migliorare le condizioni di vita. Soltanto con investimenti stranieri e la liberalizzazione economica – un processo che in una certa misura è già iniziato – Cuba può sperare di offrire ai suoi 11,2 milioni di abitanti maggiori beni di consumo e conforto, migliorare il sistema sociale e riammodernare le infrastruutture del paese.

Tutto ciò è essenziale non soltanto per costruire un “socialismo migliore” come ha promesso Castro, se non in particolare per legittimare la continuità del regime creato dalla rivoluzione del fratello Fidel.
Hay un poco más de libertad de expresión, con debates y críticas de varios aspectos del modelo socialista de Cuba, como los bajos salarios y el sistema monetario doble, que ha generado desigualdad del ingreso al favorecer a quienes trabajan en el turismo y para compañías extranjeras.
Per ilmomento, Cuba è politicamente stabile. L’evoluzione della sua situazione interna non lascia dubbi sul consolidamento dell’autorità di Raúl Castro. C’è un po’ più libertà di espressione, con dibattiti e critiche sui vari aspetti del modello socialista di Cuba, come i bassi salari e il doppio sistema monetario, che ha generato disuguaglianze nelle entrate , favorendo chi opera nel turismo e presso le imprese straniere.

Tuttavia, sembra poco probabile che si possa produrre una maggiore liberalizzazione politica nel breve o medio periodo. Secondo Cuba ciò è impedito dall’appoggio finanziario che gli USA forniscono allìopposizione. Ad ogni modo, con Felipe Pérez Roque come ministro algi Esteri, Cuba continua a promuovere una politica estera pragmatica. Il Venezuela e la Cina si sono trasformati nei principali partner economici commerciali, ed è probabile che lo siano ancora nel futuro. Il suo obiettivo è quello di diversificare le relazioni estere di Cuba e prevenire i problemi che potrebbero causare al suo regime i cambi in uno di questi paesi; ciò è un imperativo costante fin dal crollo dell’Unione Sovietica.

I risultati di questa politica si traducono nella normalizzazione delle relazioni con i giganti dell’America latina, Brasile e Messico; sono inoltre in via di miglioramente anche le realazioni con la Spagna. In più si sono ripresi i contatti con l’Unione Europea e si promuove un miglior dialogo con il Vaticano. Lo stesso Castro ha suggerito pubblicamente la possibilità di un dialogo persino con gli Stati Uniti.
Benché il Venezuela destini tra i 1.500 e i 2.000 milioni di dollari a Cuba, Castro vede Chávez come un “mal di testa”, a causa della sua retorica e della suo atteggiamento duro verso diversi paesi. Chávez non è la persona giusta per aiutare Cuba nel processo di normalizzazione delle relazioni internazioanle. Inoltre il Venezuela ha i propri problemi economici, nonostante le sue enormi riserve di dollari. A seguito del calmieramento dei prezzi e della crescente inflazione, c’è penuria di di medicine e di alimenti di base, come il latte, lo zucchero, le uova, la carne, il pollame. Tutto ciò ricorda a Castro le distorsioni economiche che obbligarono l’Unione Sovietica a tagliare gli aiuti a Cuba gli anniprecedenti il suo collasso.
Otros acuerdos prevén un proyecto en el que la compañía energética de Brasil, , y Cupet, de Cuba, extraerán petróleo del golfo de México, y otro que incluye ayuda tecnológica para el desarrollo de la producción de soja en Cuba. Como lo sugieren estas iniciativas, el reacercamiento con Brasil y el Mercosur parece ser la mejor alternativa internacional de Cuba en su afán de evitar caer dentro de la órbita económica estadounidense.

I problemi del Venezuela rendono ancora più importante la collaborazione con il Brasile e l’ottenimento del suo sostegno, cioè della maggiore potenza dell’emisfero meridionale. Durante la visita del presidente Lula a La Habana, a gennaio del 2008, il Brasile e Cuba firmarono vari accordi commerciali ed economici. Il Brasile portò i suoi presiti a Cuba per l’acquisto di alimebnti e di medicine a 200 milioni di dollari e ha dispoto progetti per l’ammodernamento delle infrastrutture. Altri accordi prevedono un progetto per il quale la compagnia brasiliana per l’energia, Petrobrás, e la Cpet cubana, estraranno petrolio nel golfo del Messico, e d un altro che include aiuti tecnologici per lo sviluppo e la produzione della soja cubana. Come suggeriscono queste iniziative, l’avvicinamento al Brasile e al Mercosur sembrano essere la migliore alternativa internazionale di Cuba per non cadere nell’orbita economica statunitense.

(*) Luiz Alberto Moniz Bandeira è politologo, professore ordinario di storia della politica estera del Brasile nell’Università di Brasilia (ritirato) e autore di più di 20 opere, tra le quali si possono annoverare: La formazione dell’Impero Americano, Da Martí a Fidel, La Formazione degli Stati del bacino del Plata e l’Argentina, Brasile e Stati Uniti, tradotte in spagnolo e pubblicate dall’Editrice argentina, Norma. Risiede in Germania.