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Il piano energetico Enea: emissioni di Co2 tagliate da efficienza (-45%), rinnovabili (-22%)

di Lucia Venturi - 01/08/2008

Il piano energetico Enea: emissioni di Co2 tagliate da efficienza (-45%), rinnovabili (-22%)... e nucleare (-6%)
In piena sintonia con quanto ha intenzione di fare il governo, l’Enea prevede anche il nucleare nel mix energetico per il prossimo futuro. Sta scritto nel rapporto Ambiente e Energia 2007 presentato oggi dal presidente dell´ente, Luigi Paganetto. L’obiettivo, secondo l’Enea deve essere quello di allentare la dipendenza dal petrolio e contenere le emissioni di C02 che sono invece in aumento costante, e che nel solo 2008 faranno accumulare all´Italia un debito di quasi 1,5 miliardi di euro.
Nello scenario energetico di un futuro a bassa intensità di carbonio disegnato dall´Enea, non c’è solo il nucleare di terza generazione, che secondo l’Ente permetterà di ridurre le emissioni del 6% entro il 2020 e del 10% entro il 2040, ma naturalmente efficienza energetica ed energie rinnovabili.

Soprattutto con l´efficienza energetica - secondo l´Enea – sarà possibile, da qui al 2020, ridurre del 45% le emissioni di anidride carbonica e tagliare la bolletta energetica di cinque miliardi di euro l´anno; un altro 14% di riduzione sarà possibile con opzioni di risparmio energetico.

Le fonti rinnovabili infine faranno ottenere un risparmio del 22% in CO2, con investimenti stimati in 15 miliardi di euro nel 2020 e 20 miliardi di euro in ognuno dei due decenni successivi. Questo nuovo mix potrebbe permettere, nel 2020, di contrarre la dipendenza dai combustibili fossili dal 91% del 2005 al 79% nel 2020 fino al 60% nel 2040.

Per vincere questa sfida ambientale ed energetica - sottolinea l´Enea - è necessaria una forte accelerazione nel cambiamento tecnologico e nella ricerca, settore che - secondo l´Ente - «mostra in Italia investimenti inadeguati, nel confronto con i maggiori paesi europei, dove il ruolo pubblico per il decollo dei nuovi settori energetici è stato fondamentale».

Nel rapporto si registra infatti «una contrazione nella spesa pubblica in R&S energetica, fattore rilevante, oltre che per la sua valenza specifica, anche per il valore di indicatore di riferimento dell’orientamento strategico della politica energetica, ambientale ed industriale».

Senza un serio impegno nella ricerca e nello sviluppo- evidenzia il Rapporto, gli obiettivi 20-20-20′fissati dall’Unione europea, relativi a energia rinnovabile, riduzione delle emissioni di Co2 ed efficienza energetica, saranno «quasi inavvicinabili».
I Paesi che non hanno preso sul serio questa sfida «compreso il nostro, rischiano di esser trascinati in un processo di cui pagheranno i costi senza averne i benefici. Questi ultimi non saranno soltanto la Co2 evitata, ma anche il possesso di tecnologie che aumenteranno la competitività di paesi leader come Germania e Regno Unito da tempo, ormai, si sono collocati in questa prospettiva».

Anche per questo aspetto il ritorno al nucleare è visto dal presidente dell´Enea, Luigi Paganetto, «è il rientro in una tecnologia». Anche se, e lo conferma anche il rapporto Enea, i 439 reattori che sono in esercizio nel mondo e che coprono circa il 16% della produzione mondiale di energia elettrica, sono per la maggior della cosiddetta seconda generazione sviluppata negli anni ´60-´80. La terza generazione sviluppata negli anni ´90 rappresenta lo stato dell´arte attuale, cioè i reattori disponibili oggi sul mercato. Mentre per i reattori della generazione III+ non saranno introdotti sul mercato prima dei prossimi 10-15 anni e potranno avere un ruolo che potrebbe essere definito da battistrada rispetto ai sistemi di quarta generazione che, secondo l´Enea, potranno divenire operativi fra 25-35 anni. Quindi quando si parla di soldi pubblici da destinare alla ricerca è anche a questo che si riferisce l’Enea.