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Il pensiero unico occidentale

di Romolo Gobbi - 28/08/2008



La prima voce delle esportazioni USA, più del 30%, è data dalle merci mediatiche: cinema, musica, televisione e informazione. Ogni telegiornale occidentale riporta fedelmente le dichiarazioni che il quasi ex presidente Bush fa tutti i giorni, oppure quelle della sua ombra Condoleezza (non voleva dire "con dolcezza"?) Rice. Che le dichiarazioni di questi due corrispondano a verità o meno, non importa a nessun giornalista occidentale, che le da per buone senza pensarci. Dunque, tutti pronti a condannare la Russia per il suo intervento in Georgia, pur non negando che è stata proprio la Georgia a cominciare, invadendo l'Ossezia del Sud. Nessuno si è preoccupato di inquadrare storicamente il contenzioso fra Georgia e Ossezia del Sud, che risale alla fine degli anni 'ottanta, e che portò nel 1990 il Soviet locale proclamare la formazione di una repubblica osseta, che avrebbe dovuto unificarsi con l'Ossezia del Nord. La Georgia reagì con una dichiarazione unilaterale dell'inesistenza dell'Ossezia, in quanto gli osseti erano arrivati in Georgia soltanto un secolo prima. Si arrivò ben presto allo scontro etnico e ad un sanguinoso conflitto armato, con un primo tentativo di espugnare la capitale osseta Zkhiuvali, che però fallì. Così, rientrarono le ambizioni nazionaliste del nuovo presidente georgiano Camsakhurdia, che parlava di una "missione storica" della Georgia. In quegli stessi anni, la repubblica degli adzhari, sulla costa meridionale del mar Nero, si oppose ai tentativi di "georgianizzazione", attraverso la diffusione della chiesa ortodossa e la conversione forzata della popolazione islamica. Il nazionalismo georgiano si manifestò anche nei confronti di un'altra popolazione islamica, gli azeri, che vennero costretti a rifugiarsi in Azerbaigian. Un'altra "pulizia etnica" venne praticata nei confronti dei meskheti, una popolazione georgiana che era stata deportata da Stalin in Uzbekistan e che nel 1989 era stata rispedita violentemente in Georgia: "I nazionalisti georgiani, che già tentavano di costringere le minoranze ad emigrare, accolsero con ostilità questi arrivi e ne bloccarono il flusso"(M. Buttino, L'URSS a pezzi, Paravia, 1997, pag.112). Ma il conflitto etnico più importante fu quello con l'Abkhazia, proclamatasi repubblica indipendente nel 1990, che fin dalla fine degli anni 'settanta era stata teatro di manifestazioni contro la discriminazione "a cui gli abkhazi erano sottoposti da parte del governo georgiano" (M. Buttino, ibidem). La guerra tra l'Abkhazia e la Georgia durò fino al 1963 e solo la nomina di Shevarnadze portò ad un compromesso con la mediazione della Russia, che inviò truppe come forza di interposizione. Tutto questo non può essere ignorato, anche perché dei vari conflitti in Georgia si è occupata fin dal 1992 l'OSCE Mission in Georgia, il cui obiettivo era "promuovere i negoziati mirati ad una risoluzione pacifica del conflitto nell'Ossezia del Sud e in Abkhazia". Alla Missione OSCE, si aggiunse l'UNOMIG (United Nation Observer Mission In Georgia), che insieme collaboravano con le forze di interposizione della Comunità degli Stati Indipendenti (CIS), che sorvegliavano la tregua in Abkhazia. Inoltre, nel 2005, a Vienna, si e tenuta una riunione ad alto livello tra l'OSCE, l'ONU e il Consiglio d'Europa "sulla cooperazione fra le organizzazioni internazionali nel Caucaso meridionale. I tre soggetti hanno riconfermato il loro impegno per i processi di risoluzione delle conflittualità nella regione".
Nonostante tutti questi osservatori internazionali e la loro presenza in Georgia dei 2000 uomini delle forze speciali USA (arrivati nel 2002 per assistere l'esercito georgiano nelle operazioni anti-guerriglia nella gola del Panskisi, dove trovavano rifugio i separatisti ceceni in fuga dalla vicina Cecenia), il presidente georgiano Saakashvili ha deciso di invadere l'Ossezia del Sud senza interpellare le organizzazioni internazionali preposte alla conservazione della pace nella zona. Probabilmente, sono stati consultati solo gli Stati Uniti, visto che solo una settimana prima il presidente georgiano si era incontrato con il capo del dipartimento di stato americano, Condoleezza Rice.