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Efficienza e risparmio energetico, assicurazione per il futuro

di Gianni Silvestrini* - 11/09/2008

Molti tirano un sospiro di sollievo per il petrolio tornato sotto i 100 dollari. In realtà, il dato di fondo di una offerta di petrolio che stenta a soddisfare una domanda crescente continuerà ad essere il fattore dominante delle quotazioni future e quindi la spinta al rialzo potrebbe ripartire alla prima emergenza locale. E comunque non dimentichiamo che si tratta pur sempre di un valore 7 volte superiore a quello di pochi anni fa.
In realtà, alte quotazioni del greggio rappresentano un elemento essenziale per favorire la trasformazione dei sistemi energetici dei paesi industrializzati verso una minore dipendenza dai combustibili fossili e verso la forte riduzione delle emissioni climalteranti necessaria nei prossimi decenni.

Centrale in questa trasformazione è il ruolo dell’aumento dell’efficienza energetica degli usi finali, che ha garantito in passato risultati impressionanti e che continuerà a dare il suo contributo. In parte grazie a salti tecnologici; pensiamo alla illuminazione a Led o alle automobili con motori alimentati ad idrogeno, ma più spesso grazie ad un processo in grado di alimentare un progressivo miglioramento delle prestazioni delle apparecchiature. Ma c’è un’altra componente a cui si fa meno riferimento, ma che andrà ripresa con intelligenza ed attenzione. Si tratta del risparmio di energia che deriva dai comportamenti dei cittadini.

Il messaggio della sobrietà degli stili di vita, lanciato dopo la prima crisi petrolifera e poi messo nel dimenticatoio, sta riemergendo. Sia per scelte individuali, per far fronte agli alti prezzi dell’energia, sia strategicamente, come componente delle politiche necessarie per raggiungere obbiettivi ambiziosi come il dimezzamento delle emissioni climalteranti in soli 40 anni.
Alcuni cenni sono già visibili. Il primo ministro di un paese molto attento alle regole come il Giappone, ad esempio, ha invitato ad avere un abbigliamento leggero, senza la cravatta, per ridurre i consumi di climatizzazione estiva. O al presidente dell’IPCC, Pachauri, che ha lanciato la proposta della eliminazione della carne (cui sono connessi alti consumi energetici, idrici ed emissioni climalteranti) dalla propria alimentazione per una settimana al mese.

Non bisogna pensare però ad una austerità fatta di divieti e limiti. Pensiamo, ad esempio, all’enorme impatto che può avere una seria politica nazionale e cittadina volta a favorire l’uso delle biciclette. A fronte di investimenti di gran lunga inferiori a quelli per la realizzazione di nuove infrastrutture, si ridurrebbe l’utilizzo delle auto nei centri urbani con una serie enormi di vantaggi economici, ambientali, sanitari e di riduzione dei consumi energetici.
Insomma, promuoviamo l’aumento dell’efficienza energetica degli usi finali, ma cominciamo anche a ripensare alla necessità di modificare i nostri stili di vita.

*Direttore Scientifico del Kyoto Club