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Una trama golpista per destabilizzare Caracas

di Enea Baldi - 20/09/2008

 

Una trama golpista per destabilizzare Caracas



L’ex vicepresidente del Venezuela José Vicente Rangel, ha reso note le accuse nei confronti del ministro della Difesa colombiana Juan Manuel Santos (nella foto) per aver tramato contro Chávez allo scopo di destituirlo dalla carica presidenziale. Il programma di destabilizzazione, con l’appoggio degli Usa, sarebbe dovuto avvenire in forma graduale.
Rangel sostiene che dietro il complotto ci siano gli stessi personaggi che organizzarono il golpe dell’11 aprile 2002. Immediate le repliche da parte dell’opposizione che ha invitato gli inquirenti a non prendere in considerazione la denuncia poiché non esisterebbero prove al riguardo. “Le prove si possono trovare, in ogni caso assicuro che ci sono un cumulo d’indizi”, ha replicato Rangel, che ha poi aggiunto “ a meno che non si vogliano considerare indizi le conversazioni telefoniche tra ufficiali dell’esercito, nelle quali si parla chiaramente di prendere Palacio Miraflores e di uccidere il presidente Chávez”.
Parlando poi della figura di Juan Manuel Santos, l’ex vicepresidente ha affermato: “E’ un uomo di potere, è l’uomo del Pentagono nella politica colombiana, si è formato all’ombra di Uribe ed ha il controllo dell’apparato militare e dei servizi segreti”.
Per Rangel, il governo di George W. Bush voleva destituire Chávez prima del 4 novembre, data delle elezioni presidenziali nordamericane. Questa è la ragione per la quale sarebbe stata ripristinata la Quarta Flotta nei Caraibi e rafforzate le basi militari nordamericane di Curazao e Aruba. Nella cospirazione sarebbe inclusa l’università Sergio Arboleda di Bogotà, dove insegna il “professore” Pedro Carmona Estanga. Estanga prese parte, insieme ad un considerabile numero di generali e civili al colpo di Stato, ai danni del governo democraticamente eletto di Hugo Chávez, l’11 aprile del 2002. Il giorno seguente assunse l’incarico di “presidente della Repubblica” dopo aver autoproclamato un “governo di transazione democratica e di unità nazionale”.
Secondo i servizi segreti venezuelani, dietro il tentativo di golpe, ci sarebbero anche uomini come John Negroponte, Otto Reich (l’uomo che durante l’amministrazione Reagan ha nascosto il narcotraffico del terrorista Luis Posada Carriles), Noriega e la Cia.
“Anche l’ambasciata statunitense a Caracas – continua l’ex vicepresidente – ha molte responsabilità nella vicenda e questo è uno dei motivi per cui Chávez ha espulso l’ambasciatore Usa, Patrick Duddy, insieme al gesto di solidarietà nei confronti della Bolivia di Morales”.
Nel tentativo di colpo di Stato sarebbero coinvolti anche 35 militari, già interrogati dagli inquirenti, tra i nomi citati appaiono quelli del colonello dell’Esercito e della Forza Aerea Alfredo Caravallo Villalba; Héctor Simón Echeverría Osorio; Víctor Lombardero; José Vicente Padilla; Manuel Néstor Enrique Pérez (Av); Luis Jorge Estanga Tovar; Alfredo José Caravallo Villalba e Juan José González González.
“Molti di questi militari sono già stati interrogati e hanno ammesso la loro responsabilità nella partecipazione alla cospirazione, come il caso del viceammiraglio Millán Millán che fungeva come una specie di coordinatore dell’operazione”, ha dichiarato Rangel.
Immediate le smentite da parte del rettore dell’università di Bogotà, Rodrigo Noguera, che ha respinto ogni accusa rivolta nei confronti del centro accademico di agire contro il Venezuela; mentre Pedro Carmona Estanga, per “rispetto” al Paese che gli ha offerto asilo politico subito dopo il golpe del 2002, non ha concesso dichiarazioni.