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Aumenta il biglietto del treno che non c'è

di Marco Cedolin - 01/10/2008

 

 

L’amministratore delegato delle Ferrovie di Stato Mauro Moretti è certamente in possesso di uno spiccato senso dell’umorismo, commisto ad una fervida fantasia.

Entrambe le qualità traspaiono con chiarezza dall’annuncio dello stesso Moretti che ha prospettato per il prossimo14 dicembre un aumento, ancora non quantificato, delle tariffe dei treni ad alta velocità.

Senza l’ausilio di molto umorismo ed altrettanta fantasia, certo Moretti non avrebbe infatti potuto annunciare l’aumento della tariffa di un servizio che nella realtà dei fatti in Italia oggi praticamente non esiste e con tutta probabilità continuerà a non esistere ancora per alcuni anni.

 

Il servizio dell’alta velocità, in Italia attualmente contempla infatti esclusivamente due tratte, quella fra Settimo Torinese e Novara di appena 85 km e quella fra Roma e Gricignano di circa 190 km.

I treni accreditati nominalmente come ad alta velocità, che saranno oggetto dei rincari, coprono in realtà il tragitto Torino – Milano con tempi di percorrenza in tutto e per tutto simili a quelli dei convogli tradizionali. Questo poiché non è ancora stata ultimata la costruzione dei nodi di Torino e Milano e conseguentemente “l’alta velocità” può essere sfruttata solamente lungo una parte del già brevissimo percorso, senza che per forza di cose essa produca alcun vantaggio significativo in termini di abbreviazione del viaggio.

Il normale Eurostar delle 7,15 copre infatti la tratta fra Torino e Milano in 1h e 25 minuti al prezzo di 19 euro, praticamente lo stesso tempo del convoglio ad Alta Velocità delle 7,55 che impiega 1h e 22 minuti al costo attuale di 21,90 euro.

Il servizio solamente virtualmente ad alta velocità, altrettanto virtuale lo è anche per quanto riguarda la frequenza, dal momento che nell’arco delle 24 ore da Torino partono soltanto 4 convogli AV, sicuramente troppo pochi perché si possa parlare di un servizio vero e proprio.

 

La situazione non risulta essere molto differente neppure fra Napoli e Roma, dove la frequenza dei treni (14 nell’arco delle 24 ore) e la maggior lunghezza del tragitto che consente comunque ai convogli AV di risparmiare 26 minuti rispetto al normale Eurostar, essendo già stato completato il nodo di Roma e mancando solo quello di Napoli, garantiscono almeno la parvenza che esista qualcosa di simile ad un servizio ferroviario ad alta velocità. Servizio che già adesso, prima dei rincari, costa 36, 10 euro contro i 26,70 dell’Eurostar, facendo si che i 26 minuti risparmiati vengano a costare quasi 10 euro, evidentemente ancora troppo poco per chi amministra le Ferrovie italiane e sa bene che “il tempo è denaro” avendolo imparato durante gli ultimi 17 anni che gli sono stati necessari per riuscire a costruire meno di 300 km di quasi alta velocità.