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Razzismo e realtà

di Manuel Zanarini - 03/10/2008

 

Ci risiamo, in Italia riappare lo spettro del razzismo. Ma non quello dei “salotti buoni”, proprio una sorta di “caccia allo straniero”. I fatti sono noti: un giovane ammazzato a sprangate a Milano,  la carneficina di Castelvolturno, un’aggressione a Roma, ecc.

 

Beh, forse è meglio dire che i fatti “sarebbero” noti. In realtà, per ovvi motivi di opportunità, ne viene raccontata solo una parte, quella che fa comodo sapere. Vediamo di concentrarci un attimo su quella che viene trascurata.

 

Partiamo dell’episodio di Milano. Abbiamo padre e figlio che gestiscono un bar. Visti i tempi suppongo che non sia facile far quadrare i conti a fine mese. Aggiungiamo lo stress che quotidianamente chi lavora in quel tipo di attività deve subire a causa di continue “visite” di barboni, tossicodipendenti, e questuanti vari. Senza parlare di furti e rapine varie. Cosa succede? Un certo giorno, un ragazzo commette l’ennesimo furto, seppur di lieve entità. I due reagiscono e ci scappa il morto. Ora, è chiaro che la reazione a sprangate è quantomeno eccessiva, ma bisogna partire dall’antefatto: quel ragazzo ammazzato aveva commesso un furto. Come si fa a speculare su una tragedia del genere per squallidi motivi partitici? Se il giovane avesse trovato un modo diverso per divertirsi, che non l’andare a rubare, nessuno l’avrebbe ammazzato. Qui il razzismo non c’entra proprio nulla; semmai si dovrebbe riflettere sull’esasperazione a cui è stato portato il popolo italiano. Tutti ci rendiamo conto che siamo indifesi di fronte ai quotidiani soprusi di chi si crede il più forte, o soltanto il più furbo. Questo caso è molto simile a quello capitato al tabaccaio che ha sparato ai ladri in fuga qualche mese fa. Dopo l’ennesima rapina, per la quale nessuno avrebbe mai pagato, proprio come tutte le altre volte, stavolta ha reagito e ci è scappato il morto. Il fatto rilevante è che le vittime stavano commettendo dei reati, sicuri di rimanere impuniti. Poi se erano due extra-comunitari è solamente una coincidenza…o no?

 

Ancora più clamoroso è il caso di Castelvolturno. La carneficina attuata dalla Camorra è stata dettata da motivi di “controllo del territorio”. La mafia nigeriana sta infatti cercando di soppiantare quella italiana nel traffico di droga. Ovviamente, i delinquenti locali non stanno a guardare e sparano. Qualcuno è forse così stupido da credere che alla criminalità organizzata interessino questioni come il razzismo e/o l’integrazione? Quel tipo di persone agisce con l’unico scopo di guadagnare più denaro possibile. Ora, ci si dovrebbe interessare su alcuni aspetti rilevanti: a Castelvolturno su 24.000 residenti almeno 11.000 siano immigrati clandestini, almeno da quanto afferma il Sindaco;  non siamo più in presenza dell’ “immigrato buono” che va a raccogliere i pomodori per qualche Euro, sfruttato dai delinquenti locali, ma ci troviamo di fronte a vere e proprie associazioni mafiose provenienti dall’Africa (mi scuseranno certi personaggi alla Giobbe Covatta, ma l’ “africano povera vittima” esiste solo nei loro sensi di colpa); almeno un terzo del territorio di questo Paese è totalmente in mano alla criminalità organizzata, italiana e non; ecc. Ma così tutti i salottini buoni della Sinistra, della Chiesa, delle pseudo-associazioni di beneficenza dovrebbero riconoscere un dato di fatto, che continuano ostinatamente a voler negare: l’immigrato non è sempre la vittima dell’ “italiano sporco e cattivo” razzista e sfruttatore, ma a volte (se non spesso) mette in atto comportamenti criminali, che se non puniti dallo Stato esasperano il cittadino medio.

 

La verità è che la misura è colma, la gente non ne può più; non solo deve combattere coi pochi soldi disponibili, con truffe di ogni genere, con una burocrazia allucinante, ma quotidianamente si trova da sola a combattere contro una criminalità sempre più diffusa e sempre più impunita, e poco importa se sia italiana o immigrata. Se invece di cominciare a risolvere i reali problemi della gente, si continuerà a farneticare di razzismo e di paura indotta da politici e mass media, fatti, seppur drammatici e deprecabili, come quello di Milano e di Castelvolutrno, o le stupide aggressioni come quella di Roma, sono destinate a moltiplicarsi a vista d’occhio.