Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Tolleranza zerogm

Tolleranza zerogm

di Giuseppe Altieri - 14/10/2008

OGM NEL BIOLOGICO (FINO ALLO 0,9%) DAL 1 GENNAIO 2009? Lo prevede un nuovo regolamento europeo, che potrebbe essere addirittura anticipato da un decreto ministeriale che prevederebbe da subito ogm nel biologico fino allo 0,1%, (oggi, la tolleranza è zero). SUPERATA ABBONDANTEMENTE LA SOGLIA DI INTOLLERANZA!

Si fa appello ai produttori e consumatori italiani ed europei.

- Subito il Referendum consultivo previsto da una Direttiva Comunitaria, prima di ogni decisione in materia di ogm.

- Tolleranza zerogm negli alimenti biologici e nelle sementi, con etichettatura obbligatoria per qualsiasi livello di presenza di ogm in tutti gli altri alimenti e prodotti di derivazione agricola.

- E attenzione al trucco del falso limite di rilevabilità... per nascondere vere e proprie soglie di tolleranza... senza etichettatura.

di Giuseppe Altieri

 

BIO-GM?

Qualcuno vuole manipolare la politica... e la matematica, con i soliti "Cavilli di Troia".

DE CASTRO... MANGIACOMEPARLI !!!

Ecco cosa fare per evitare la capitolazione definitiva dell'Agricultra Italiana ed Europea.

 

1. Mantenere la tolleranza zerogm nei prodotti certificati biologici.

 

Dopo l’approvazione del nuovo Regolamento sull’Agricoltura Biologica che entrerà in vigore solo dal 1 gennaio 2009, i governi possono (anzi devono, a partire da quelli che hanno votato contro, come Grecia, Italia, Belgio e Ungheria) applicare le clausole di salvaguardia nazionali, previste dalle normative in materia di ogm, con leggi specifiche per mantenere il Biologico Nazionale 100% ogm free. Soprattutto in virtù del mancato rispetto del principio di precauzione del trattato di Maastricht e dell’illegittimità costituzionale del nuovo regolamento in questione.

E' previsto dallo stesso regolamento la possibilità di norme nazionali più restrittive. E non poteva essere altrimenti, visto che in Europa manca il quadro legislativo per consentire la contaminazione generalizzata di tutte le filiere alimentari e il conseguente obbligo a mangiare ogm per tutti i cittadini europei.

Ma bisogna fare molta attenzione alla politica che potrebbe addirittura anticipare la contaminazione legalizzata dei prodotti biologici (allo 0,1% di ogm) attraverso decreti ministeriali, con la scusa di ridurre lo 0,9% previsto da un regolamento incostituzionale che non è ancora in vigore e che deve essere sottoposto a Referendum popolare.

Zero, naturalmente, significa assenza e qualsiasi valore rilevato deve essere considerato positivo, altrimenti viene meno il sistema di controllo; laddove ad esempio si consentisse una soglia di 0,1%, considerata erroneamente di "rilevazione", mentre in realtà sarebbe di "tolleranza".

Al fine di garantire l’assenza di ogm, i risultati delle analisi devono sempre essere valutati in senso qualitativo (presenza/assenza), ai migliori livelli consentiti dai sistemi di rilevamento. Evitando di definire per legge il cosiddetto limite di rilevamento tecnico, che dipenderà dalla massima sensibilità possibile dei metodi di analisi qualitativi o quanti-qualitativi, che siano scientificamente e tecnicamente disponibili.  Al di sotto della quale non c'è nessuna presenza di ogm nel campione d’analisi... in quanto "non rilevata".

Lo 0,1%, pertanto, (un grammo per chilogrammo... un’enormità!!), proposto dalla "politica", non può assolutamente rappresentare un limite di rilevabilità, ma soltanto, nel caso, una maniera di prendere in giro produttori e consumatori (se i metodi di analisi fossero così rozzi staremmo proprio a posto...) eludendo e vanificando i controlli.

Lo stesso decreto MIPAF del 27 novembre 2003, che intende anche in questo caso garantire l'assenza di ogm nelle sementi, nell'allegata "PROCEDURA PER L'ESECUZIONE DELLE ANALISI" definita dall'ENSE, indica il metodo di analisi PCR Real time, che ha un limite di definizione quantitativa corrispondente a 0,049%. Trattandosi di un limite di "precisione" quantitativa, la soglia di rilevabilità qualitativa (ovvero di presenza o assenza) è ovviamente molto inferiore. Una non corretta interpretazione dei dati dell'analisi potrebbe di fatto comportare problemi di inquinamento non segnalati nei prodotti biologici e nelle sementi, come esposto nel seguente punto 2 (per le sementi).

La PCR Real Time è oggi il metodo migliore per stabilire eventuali contaminazioni da ogm, essendo un'evoluzione della PCR qualitativa convenzionale, in cui è stata migliorata la sensibilità ed affidabilità. Infatti la quantità di un ogm è possibile rilevarla solo se questo è presente. Di conseguenza il saggio con la Real Time ci dà sia un'informazione qualitativa che quantitativa. Ora, se l'analisi PCR qualitativa classica, secondo Jankiewicz et al. (1999) ha un limite teorico di rilevazione pari a 0,005% (200 volte inferiore a quello proposto dello 0,1% !!, ndr) (1), corrispondente a 30 copie di genoma aploide di Soia oppure a 9 copie di genoma aploide di Mais, la PCR Real Time dovrebbe essere ancora più sensibile per la rilevazione di presenza/assenza. Secondo il Centro di Ricerca di ISPRA, (relazione presentata da Marco Mazzara e Guii Van den Eede: “Problematiche analitico metodologiche delle analisi degli ogm”, Atti del Convegno sugli ogm, tenutosi al centro congressi di Milano, il 10 ottobre del 2002) il metodo di rilevazione (LOD, Limit of Detection) può arrivare alla determinazione della presenza di ogm allo 0,0026%. Tenendo conto invece degli aspetti legati all'estrazione e purificazione del DNA da analizzare, i risultati di tipo quantitativo (LOQ) sono molto meno precisi e, di fatto, l’introduzione di un qualsiasi limite di tolleranza renderebbe impossibili i controlli, con possibilità di contestazione dei risultati delle analisi (come accade comunemente negli alimenti convenzionali).

(1) Jankiewicz, A, Broll, H, and Zagon, J, 1999. The official method for the detection of genetically modified soybeans (Roundup Ready) and insect-resistant Bt Maize (Maximizer). Eur. Food Res. Technol. 209,77-82.

 

2. Tolleranza Zerogm nelle sementi di qualsiasi natura in Italia e in Europa. Con lettura del risultato delle analisi in senso qualitativo. Rilancio della produzione sementiera europea, oggi libera dagli ogm.

 

Attualmente non sussiste alcun problema tecnico per garantire sementi prodotte in Europa al 100% libere da ogm e le multinazionali possono facilmente evitare le contaminazioni “accidentali” semplicemente producendo sementi in Europa o in altre aree mondiali ogm free, vista l'esigua superficie necessaria a tali produzioni e le limitate aree mondiali di coltivazione di ogm. Ciononostante, è stato proposto un altro regolamento europeo che consentirebbe di "contaminare legalmente" anche le sementi (fino allo 0,1% di ogm, con una soglia di tolleranza confusa anche in questo caso col limite di rilevabilità), sul quale è stata avviata una (quanto meno non opportuna se non vergognosa) "consultazione on line" da parte della Commis(t)ione Europea (poi interrotta d’autorità).

Un regolamento del genere comporterebbe la contaminazione generalizzata e irreversibile di tutte le forme di agricoltura europea, per aprire poi alla commistione di coltivazioni con OGM (definita impropriamente Coesistenza).

Le soglie di tolleranza di ogm in tutte le filiere agroalimentari rappresentano pertanto il presupposto necessario che renderebbe possibile questo scenario di "monopolio brevettato e dittatoriale da parte dei proprietari degli ogm su tutto il sistema agroalimentare europeo". Un vero e proprio “Cavillo i Troia”, cui è rimasto da superare solo le mura dell’agricoltura biologica, oggi ancora 100% ogm free.

Bisogna assolutamente fermare questo tentativo, dichiarando il territorio nazionale ed europeo 100% ogm free.

Mantenendo l'assenza di contaminazione negli alimenti biologici e nelle sementi,  come è ad oggi.

Anche se... per garantire l'assenza di ogm nelle sementi è necessario correggere il criterio di lettura dei risultati delle analisi, altrimenti se ne potrebbe "nascondere la presenza". Infatti, il  Decreto MIPAF del 27 novembre 2003: "Campagna di semina - Modalità di controllo delle sementi di mais e soia per la presenza di organismi geneticamente modificati", ad oggi sempre in vigore, riporta in allegato la "PROCEDURA PER L'ESECUZIONE DELLE ANALISI", definita dall'ENSE (vd. GU n. 281 - Serie generale - pagg.38-40); questa procedura parte da un campione di 3000 semi ed è una PCR Real Time (un'analisi quantitativa, sensibilissima anche in senso qualitativo). Nell'ultimo capoverso si legge: "Il risultato dell'analisi viene espresso, per approssimazione, alla prima cifra decimale".

Ma come si può approssimare un dato... se si sta valutando la presenza o assenza?

Chi è bravo in matematica, fa un semplice conto: se approssimiamo alla prima cifra decimale il valore 0,049% (che rappresenta il limite di "precisione quantitativa" dell'analisi Real Time) tale dato diventa... = 0 (?!)

Pertanto, tale valore non è adatto al rilievo di presenza ma solo alla determinazione della quantità, maggiore o minore di 0,049%.

Quindi, in pratica, nelle sementi si rischia di applicare una soglia di tolleranza pari allo 0,05%, ovvero ogni 2.000 semi potrebbe essere presente 1 seme ogm. Anche se per legge... non ci sta più (se rilevo 0,049%... diventa zero... mentre 0,5%=0,1%).

In un campo di mais, per ogni ettaro potremmo avere ben 35 semi ogm... moltiplichiamoli per 5.000.000 di granelli di polline per pianta... con le api e le farfalle che volano nel vento... il rischio di contaminazione generalizzata è evidentissimo.

E se una Multinazionale proprietaria dei brevetti sugli ogm mettesse dentro alle confezioni 1 seme ogm ogni 2.000 o 3.000... chi ferma le contaminazioni?

Guarda caso, una pubblicità Monsanto garantisce le loro sementi al di sotto del limite di rilevabilità (quantitativo, ndr) dello 0,049%... ma non garantisce l'assenza di ogm.

Si ricorda che le contaminazioni procedono con ritmo esponenziale ed una volta avviate su larga scala diventano irreversibili.

Ma dal momento che la legge prevede l'assenza di semi ogm, bisogna precisare (se necessario cambiando il testo del decreto) che, per garantire il rilievo di presenza o assenza, i dati delle analisi devono essere letti in senso qualitativo e non quantitativo, alla massima sensibilità possibile dei metodi di analisi che potranno essere scientificamente e tecnicamente disponibili. Attuando di conseguenza il sequestro del lotto con qualsiasi valore di presenza rilevato, anche se non definito precisamente in senso quantitativo.

Evitando stupidi trucchi e cavilli che consentono contaminazioni delle sementi, creando contenziosi e difficoltà nei controlli.

 

3. Le soglie di tolleranza nel biologico e nelle sementi e le "commistioni di coltivazioni" con ogm sono contrarie al principio di Coesistenza.

 

Se tutte le filiere fossero legalmente contaminabili, la coesistenza con le filiere 100% ogm free sarebbe di fatto abolita. Il Regolamento comunitario approvato è pertanto  palesemente illegittimo.

Le soglie di tolleranza, inoltre, rendono inutili i controlli, in quanto difficilmente si riesce a dimostrare il superamento dei livelli consentiti e di etichette ogm sul mercato non se ne vedrebbe nessuna (come è accaduto in questi anni di politica di (in)"tolleranza" sugli alimenti convenzionali). Figuriamoci poi per le tracce nel biologico.

L'unica coesistenza possibile è quella sul Mercato, come previsto dalle stesse norme comunitarie, tra prodotti extraeuropei contenenti ogm e prodotti 100% ogm free.

Gli eventuali prodotti ogm importati  dovrebbero essere opportunamente etichettati per garantire chi eventualmente volesse sceglierli e chi invece intende rifiutarli (anche se presentano tracce di ogm al di sotto del limite attuale di etichettatura dello 0,9%). Solo in tal modo sarebbe rispettato il principio di precauzione e di libertà di scelta dei consumatori.

E' necessario pertanto etichettare qualsiasi presenza di ogm anche negli alimenti convenzionali, con la dicitura "contiene” o “può contenere tracce di ogm", in caso di presenze accidentali e non dichiarate.

Anche se in base allo stesso enunciato del Principio di Precauzione, in presenza di rischi per la salute, in Europa dovrebbe essere vietata la vendita di alimenti ogm.

La coesistenza di coltivazione con gli ogm rappresenta una contraddizione in termini e non esistono aree di sicurezza che possano evitare le contaminazioni.

Essa è meglio identificata dai Giuristi come una “commistione” tra coltivazioni transgeniche e naturali con conseguenti contaminazioni genetiche e danni irreversibili derivanti dalla “violazione della coesistenza” (Dianora Poletti, atti del Convegno dei Giuristi di Pisa 7-8 Luglio 2005 “Regole dell’Agricoltura Regole del Cibo”). L’accidentalità di contaminazione è in realtà una “naturalità” di diffusione e propagazione (attraverso il polline o i semi) che comporterebbe l’accettazione obbligata di “tolleranze di ogm”, in contrasto con la libertà di iniziativa economica degli agricoltori biologici e/o tradizionali, con il diritto di libera scelta del consumatore e con la tutela della biodiversità e della tipicità delle produzioni agroalimentari tradizionali europee, oggi “libere” da ogm.

Che rappresentano un "Diritto precedente" che non può essere sottomesso.

Bisogna mantenere pertanto il divieto di coltivazioni ogm in Europa e la tolleranza zero nelle sementi e negli alimenti biologici, in quanto ciò è richiesto dal Popolo dei consumatori sovrani e votanti. E dal diritto Costituzionale.

Lo ha sancito la Corte Costituzionale legittimando le Regioni OGM free contro il ricorso del governo Berlusconi. La commistione di coltivazione presuppone il conseguente reato di mancato rispetto della coesistenza e le Regioni sono legittimate a dichiararsi ogm free al fine di garantire la presenza sul mercato dei prodotti 100% ogm free e pertanto, la coesistenza. Per lo stesso motivo la corte Costituzionale ha abolito le norme della Legge 5 detta di "Coesistenza", rimandando alle Regioni la definizione di norme adeguate, che ovviamente non prevedano coltivazioni di ogm al fine di garantire la Coesistenza di mercato. Ciò nel quadro europeo dettato dal principio di precauzione del trattato di Maastricht e dalle norme sul libero mercato e corretta informazione del consumatore. Senza parlare della libertà e sicurezza alimentare che gli ogm sottopongono ai brevetti delle multinazionali. Con gli ogm si rischia in sostanza una vera e propria Guerra civile nelle campagne.

 

4. Responsabilità dell'inquinamento e contaminazione genetica

 

Una qualsiasi soglia di tolleranza o "limite di rilevazione arbitrario" o "matematicamente arrotondato", nei prodotti agroalimentari come nelle sementi, farebbe venir meno l'importante principio sulla responsabilità dell'inquinamento e contaminazione genetica, necessario al fine di garantire il pagamento dei danni da parte dei responsabili della contaminazione stessa.

 

5. Europa Ogm free: divieto di qualsiasi coltivazione, sperimentazione o rilascio ambientale di ogm. Contaminazioni e inquinamenti "naturalmente evitati".

 

Non ha senso parlare di presenze ‘tecnicamente inevitabili’ di ogm nei prodotti biologici così come nelle sementi, dal momento che in Europa e soprattutto in Italia gli ogm non si coltivano (a parte una sola varietà di Mais su pochi ettari in Spagna, laddove sono state dimostrati gli elevati rischi di contaminazione).

A dimostrazione che la contaminazione è invece ‘del tutto evitabile’ non mancano gli organismi accreditati che hanno sviluppato schemi di certificazione per la garanzia 100% ‘Ogm-free’. La lunga esperienza delle aziende biologiche italiane dimostra che anche nei settori potenzialmente più a rischio (soia e mais), nessun inquinamento è ‘tecnicamente inevitabile’, adottando ogni opportuna procedura per rispettare il patto con il consumatore. Soprattutto se in Europa anche in futuro non si coltiveranno ogm... altrimenti, ben inteso, sarebbe di conseguenza impossibile evitare le contaminazioni.

E se qualche ente di certificazione biologica intende fare affari certificando prodotti biologici da paesi che coltivano ogm... ciò non deve essere consentito, altrimenti per un interesse particolare si mette a rischio l'intero comparto dell'Agricoltura Biologica Europea ed italiana e l'agricoltura nel suo insieme, in quanto il Biologico 100% ogm free rappresenta oggi l'unica barriera alle possibili commistioni con coltivazioni ogm, proteggendo di fatto tutto il comparto agricolo tradizionale europeo, oggi 100% ogm free.

A tal proposito occorre fare attenzione al settore delle cosiddette bio-energie, le quali devono essere strettamente limitate alle forme tradizionali (legno) e all'impiego di sottoprodotti delle coltivazioni rigorosamente ogm free. E derivare da metodi di produzione biologica che non impieghino Pesticidi o concimi di sintesi, derivati da energia fossile non rinnovabile. Gli usi dovrebbero essere prevalentemente locali e aziendali (bioregionalismo).

Nessun uso industriale di specie utilizzate a fini energetici o altri fini (tessili, farmaceutici, ecc.) può giustificare il rilascio ambientale di ogm che contaminerebbero irreversibilmente l'ambiente e l'alimentazione europea.

 

6. Il Consiglio dei Ministri europei ha approvato un regolamento Illegittimo, contrario ai principi Costituzionali.

 

La tolleranza di OGM negli alimenti biologici (fino allo 0,9% e senza etichettatura... alla faccia del consumatore biologico che sino ad oggi poteva sfuggire agli ogm), comporterebbe la conseguente impossibilità da parte del consumatore di evitare di mangiare ogm, già presenti in maniera "nascosta dalle tolleranze" negli alimenti convenzionali.

Inoltre, l’accettazione di soglie di tolleranza in tutte le filiere agroalimentari  contrasta con il “Principio di Precauzione” del diritto Europeo, disposizione di innegabile modernità che intende regolare i danni (alla salute e all’ambiente) espressione di un “pericolo legato all’ignoto scientifico-tecnologico”. L’omissione dell’etichettatura delle presenze di ogm in qualsiasi tipo di alimento è in tal senso un’aggravante.

Ciò va contro i principi di "diritto alla salute" e di "libertà costituzionale" dei paesi membri, dal momento che le costituzioni nazionali rimangono sempre in vigore e sono prioritarie rispetto a qualsiasi trattato europeo. La libertà di scegliere di non magiare ogm rappresenta un diritto prioritario irrinunciabile!

Pertanto, bisogna denunciare il Consiglio dei Ministri (Minestroni) alla corte di giustiza UE e sospendere immediatamente il regolamento, riaprendo il dossier ogm al Parlamento Europeo e alla Commissione.

Denunciamo inoltre la Commissione per attentato alla salute pubblica europea, per i notevoli rischi accertati dell'alimentazione con ogm. Si rammenta che attualmente gli ogm sono presenti negli alimenti convenzionali, fino allo 0,9% senza etichettatura) e soprattutto in quelli di derivazione zootecnica, (laddove non c'è obbligo di indicare l'alimentazione del bestiame con ogm... i cui residui si possono ritrovare, ad es. nel latte).

I regolamenti suddetti non rispettano inoltre il "principio di libero mercato" e le norme sulla "corretta informazione dei consumatori ", non essendo previste etichettature obbligatorie. La vertenza costa 500.000 €...

 

7. Referendum popolare consultivo a livello europeo prima di ogni decisione in materia di ogm.

 

In osservanza della Dir. 2001/18/CE, “gli  Stati membri possono adottare tutte le misure opportune per evitare la presenza involontaria di ogm in altri prodotti” ed è prevista la consultazione popolare nazionale, prima di legiferare sugli Ogm. Un Referendum sulle coltivazioni e le presenze di qualsiasi tipo di ogm sul mercato e, intanto, etichettatura di ogni traccia di ogm in qualsiasi tipo di alimento e/o prodotto, agricolo o zootecnico e divieto di importazione di alimenti transgenici sotto forma di  semi vivi (Mais , Soia, olza, ecc. che potrebbero essere seminati inconsapevolmente dagli agricoltori con conseguente inquinamento genetico).

Un Referendum nel rispetto degli art.1 e 32 della Costituzione Italiana, cui non si è rinunciato con l’adesione al trattato di Roma, laddove si deve garantire la sovranità e la sicurezza nazionale.

Pertanto, in primis, bisogna immediatamente recepire la direttiva europea che prevede la consultazione popolare preliminare a qualsiasi decisione in materia di ogm.

Proprio per questo motivo, il nuovo regolamento sull'agricoltura biologica entra in vigore solo dal 1 gennaio 2009 e abbiamo un anno e mezzo di tempo per un Referendum che dovrebbe essere realizzato in tutti i paesi Europei.

In Italia è necessaria una legge ad hoc, presentata da un parlamentare o di iniziativa popolare con 50.000 firme. (1)

Molto probabilmente è sufficiente anche lo strumento del decreto legge, dal momento che si tratta di un recepimento di una direttiva comunitaria ed essendo ovviamente manifesti i motivi di urgenza, nell'interesse della salute pubblica e della sicurezza alimentare del paese.

Beppe Grillo ha promesso una mano dal suo Blog...

E intanto che la politica si muove... meglio cominciamo a lavorare dal basso.

(1) Nota legale.

 Tanto premesso, appare, questo il momento per togliere al Governo l’iniziativa nella materia e sollevarlo da simili ambascie e problemi, per chiamare a decidere direttamente l’intero popolo italiano, al quale appartiene la sovranità di cui all’art. 1 della Costituzione e il diritto-dovere di scegliere, in prima persona, cosa coltivare e cosa mangiare per gli anni futuri, tanto più che è la stessa Direttiva comunitaria 2001/18/CE, del Parlamento Europeo e del Consiglio, a prevedere la consultazione del pubblico, in merito, prima di introdurre gli OGM in agricoltura e nell’ambiente (art. 9 e 10° “considerando” Direttiva 2001/18/CE)

Anche il protocollo di Cartagena, entrato nel nostro ordinamento con la legge 15 gennaio 2004, n. 27, impone una gestione dei rischi connessi all’utilizzazione, alla manipolazione ed ai movimenti transfrontalieri degli OGM che, tra l’altro, non permette la coltivazione immediata degli OGM in parola (ved. artt. 15 e 16 l. n. 27/04. cit.). L’art. 23, comma 2, di tale legge più specificatamente prevede che:“Le Parti, conformemente alle loro rispettive leggi e regolamenti, consultano il pubblico nel momento dell’adozione di decisioni relative agli organismi viventi modificati…”.Tale p