Estratti della presentazione a cura di Vandana Shiva della Carta per il rinascimento della campagna di Giannozzo Pucci

Anche se potete pensare che i nostri contadini indiani siano al sicuro nelle loro libertà, devo ricordare che le stesse leggi e politiche che hanno distrutto le basi su cui si reggevano i piccoli contadini in Italia, gli stessi processi sono stati avviati anche in India in questo periodo e i nostri sforzi e la nostra lotta è la stessa, per una medesima libertà.
Sono due i processi coi quali le libertà dei contadini sono soffocate: il primo è il furto dei semi, la trasformazione dei semi in un prodotto industriale e attraverso questo in proprietà intellettuale di cinque società monopolistiche mondiali per mezzo dell’ingegneria genetica e dei relativi brevetti.
In Europa alcune di queste libertà sono state spazzate via senza che la gente se ne accorgesse. Ma quando in India hanno tentato di introdurre i brevetti sui semi o imporre la coltivazione di sementi registrate, facendo in modo che lo stato acquistasse il potere di dare il permesso al contadino di coltivare o meno un dato seme, abbiamo cominciato un grande movimento gandhiano che abbiamo chiamato il satyagraha dei semi, un po’ come il satyagraha del sale […].


Il secondo sistema col quale il piccolo contadino viene mandato a gambe all’aria o riempito di un numero insopportabile di regole è il falsissimo argomento della sicurezza alimentare. Eppure tutti gli attentati alla nostra sicurezza alimentare vengono dai processi industriali. I danni vengono dalle sostanze chimiche messe dalle industrie negli alimenti, dai pesticidi usati per coltivare a macchina le piante alimentari, dalle sostanze chimiche usate per trasformare gli alimenti e dalle condizioni in cui vengono allevati gli animali nei capannoni delle fabbriche. Ovviamente molti alimenti sono prodotti in processi industriali, dove migliaia di galline e migliaia di mucche sono tenute insieme in capannoni nelle condizioni ideali per lo svilupparsi di malattie.
Flagelli come la mucca pazza e l’influenza aviaria sono stati generati dai processi industriali ma queste leggi di falsa sicurezza non ne tengono conto e provocano due conseguenze.
Per prima cosa impongono i parametri industriali sul singolo piccolo contadino per impedirgli di essere libero e perciò di essere vitale. E la seconda cosa che fanno è distruggere i piccoli contadini privilegiando questi parametri e rendendoli obbligatori per tutta l’agricoltura e la società […].
La Carta per il Rinascimento e la liberazione del piccolo contadino che si presentata qui è molto importante per i contadini di tutto il mondo e vorrei trasformare questo in un dibattito globale in modo che, come abbiamo preparato un manifesto sul futuro del cibo e sul futuro dei semi, si prepari anche un manifesto sul futuro del piccolo contadino in quanto dichiarazione della nostra libertà e indipendenza. Questa dichiarazione è diventata un imperativo scientifico, una necessità per poter far arrivare il cibo alla gente, una necessità per proteggere il pianeta.
Quello che nessun governo è in grado di controllare è la rabbia della gente quando i prezzi degli alimenti non sono più alla sua portata. Perciò assisteremo a una crescente instabilità sociale e in questo contesto il piccolo contadino, le produzioni locali, la distribuzione su piccola scala a livello locale, la vendita diretta, sono la sola sicurezza futura, se non le ricostruiamo non ci sarà nessuna sicurezza alimentare. Ecco perché il piccolo contadino deve essere libero: affinché il resto della società possa essere liberata dal pericolo della fame.
È per questa ragione che dobbiamo difendere con decisione i piccoli contadini e la loro libertà, proprio per i prezzi che, senza di loro, il pianeta sarebbe costretto a pagare, compresa la catastrofe climatica e il caos […].
Sono una scienziata e considero un abuso trattare nello stesso modo l’agricoltura chimica e quella biologica, l’industria degli affari della Carghill nei campi come l’agricoltura di un piccolo contadino. Le azioni sono diverse, i metodi sono diversi, e i prodotti che ne risultano sono diversi. L’unica cosa che la scienza esige è la capacità di distinguere fra cose diverse. Non è scienza quando cose diverse sono messe nella stessa scatola e trattate come un’unica cosa. Alimenti contaminati chimicamente, cibi che hanno viaggiato per migliaia di chilometri producendo enormi quantità di emissioni di ossido di carbonio non possono essere trattati come i cibi coltivati con cura e amore e distribuiti faccia a faccia nell’ambito dei rapporti umani di una comunità. Sono diversissimi nella loro condizione e sono diversissimi nelle loro qualità intrinseche […].

Coloro (persone, movimenti, gruppi, enti culturali, attività economiche, organizzazioni contadine, funzionari o responsabili istituzionali) che si impegnano a rispettare ed attuare la carta possono firmarla sui seguenti siti web: www.lef.firenze.it, www.decrescitafelice.it, www.navdanya.org
Per chi preferisce mandare l’adesione per posta l’indirizzo è: L’Ecologist italiano, via de’ Pucci 4, 50122 Firenze