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Recessione? E perche' mai?

di Uriel - 17/10/2008

Fonte: Wolfsteep

Vedo che la paura del futuro e' divenuta uno stato esistenziale dell'italiano. Le cose che stanno succedendo non suggeriscono niente come una recessione, MA l'italiano riconosce come propria solo una visione del futuro che lo spaventi. Una visione che lo rassicuri viene vista come interessata o falsa.

Dunque, che cosa sta succedendo. Elenchiamo qualche numero.
Le perdite dovute a questo crack, negli USA, hanno raggiunto e superato il PIL, ovvero hanno superato i 15 triliardi di dollari. (circa 10 volte il PIL italiano).
Le medesime perdite, dovute ai fallimenti, hanno sinora interessato maggiormente l' Inghilterra, e nell'europa continentale il danno e' stato nell'ordine delle decine di miliardi di euro, cioe' di un ordine MILLE inferiore al botto USA.
Ora, la reazione europea tuttavia e' stata di gran lunga piu' "feroce" e "socialista" di quella USA. Per la prima volta nella storia dopo l' URSS, esiste un comparto (quello bancario) nel quale non solo sono garantiti i rapporti tra privati e banca centrale, ma sono garantiti i rapporti tra banche e quelli tra operatori.
Essi sono garantiti "per qualsiasi cifra", il che pone un massimo garantito pari alla pressione fiscale dell'eurozona. In pratica abbiamo garantito le banche, i clienti correntisti e i prestiti tra banche con il 40% del PIL europeo. Nemmeno nei paesi a socialismo reale, quando scrivevano i piani quinquennali, si vedevano settori garantiti da una simile quantita' (anche se teorica) di risorse.
Riguardo alla finanza, l'assetto europeo e' "socialista imperiale", cioe' supera quello sovietico di varie misure, per cui se quello sovietico era un socialismo reale, il nostro e' come minimo un socialismo imperiale.
Freddure a parte, gia' oggi (1) l'eurozona e' probabilmente il porto piu' sicuro del mondo. Le borse asiatiche infatti pagheranno nel tempo la scarsa trasparenza cinese ed indiana: e' impossibile che non abbiano comprato subprime, ma una cappa di segreto copre l'ammontare delle cifre.
Ora, ovviamente se voi foste un tizio che cerca un porto sicuro durante la crisi,dove mettereste i soldi?In un porto sicuro.
Come la UE.
C'e' da aspettarsi, quindi,  l'arrivo di capitali in gran massa. L'asta dei titoli di stato italiani ha spopolato, al punto che e' stato possibile abbassare la resa senza perdere clienti: i "bot" italiani, sebbene superati da quelli tedeschi, vanno a ruba.
Ovviamente questi sono solo i prodromi di un flusso ben piu' grande: se gli americani si ostineranno a non essere proattivi andando a cercare le passivita' (Carte di credito, per esempio. Credito al consumo, per esempio. ) , la UE rimarra' il porto sicuro.
Poco performante,certo. Ma sicuro. Una rassicurante , muscolosa nonnina che quando sei in casa sua sei al sicuro e senti odore di torta. Che non e' figa come il sushi, ma si mangia volentieri.
Ma non e' solo questo il motivo per il quale arriveranno capitali.
Una volta creato un ombrello, tutti vorrannostarci sotto, ma specialmente tutti ameranno quelli che ci stanno sotto.
Provate ad essere una banca che vuole dare credito. Voi come banca siete sotto un ombrello che e' TERRITORIALE, cioe' vale solo in UE.
Adesso andiamoa vedere il cliente ideale:

E' un'azienda che ha sede sotto l'ombrello UE.
E' un'azienda che ha la produzione sotto l' ombrello UE.
E' un'azienda che ha I CLIENTI sotto l'ombrello UE.
Questo e' il cliente ideale della vostra banca. Ovviamente questo fatto andra' a penalizzare le aziende che:

Non hanno sede sotto l'ombrello UE. Multinazionali straniere.
Hanno la produzione fuori dalla UE. Furbetti del quartierino vari (FIAT auto, per dire) che hanno la produzione all'estero.
Hanno i clienti fuori dalla UE (tutti quei "moderni" che hanno "puntato ai mercati stranieri").
Eh, capite che in questo modo sta per avviarsi una poderosa ristrutturazione del mercato. Nel breve termine, perderanno moltissimo tutti i vari "delocalizzatori della produzione" (FIAT group, per dire.  Tutti quelli che hanno chiuso in italia per andare a produrre fuori. Tutti quelli che hanno deciso di produrre beni per paesi extraeuropei): faticheranno ad accedere al rischio perche' produzione e mercati sono situati fuori dall' "ombrello".
Ovviamente invece chi ha la produzione in loco (molte aziende tedesche e francesi, qualcuna italiana -penso alla chimica-, il tessile -se ancora esiste- , molto alimentare ) sara' "piu' uguale degli altri" per le banche europee.
Ma questo avverra' anche fuori: avere un 30% del mercato in un posto dove per legge non ci possono essere tumulti finanziari sara' una cosa BELLA, anche per le banche straniere. Avere la produzione in un posto stabile idem. Averci una sede con un centro di costo anche.
Quindi, adesso stanno per iniziare due processi:

Lo spostamento di flussi enormi di soldi verso l' ombrello UE.
Lo spostamento di investimenti industriali.

Quando iniziera' davvero il processo? Lo dice l'indice di panico. Stabilito che gli USA ci metteranno molto a risalire, e quindi ci hanno gia' messo una croce sopra, il sudamerica sara' impattato presto dalla crisi USA. Rimangono asia e UE.
Finora i governi asiatici hanno censurato qualsiasi informazione sul possesso di titoli junk,  ma prima o poi la bolla scoppiera', forse gia' alla fine di questo quarter (inizio dell'anno).
Dunque, non appena ci sara' il crollo asiatico , i capitali inizieranno a fluire in Europa.
Certo, con un premier che vede i prodromi di questa situazione e grida "aiuto, gli arabi cattivi ci vogliono scalare le banche",  forse l' Italia non sara' ai primi posti come destinazione.
Ma se consideriamo che gia' oggi i titoli di stato italiani sono stati presi d'assalto, nemmeno la mancanza di visione di Berlusconi potra' fermarli.
Adesso Berlusconi vuole fare una legge per proteggere le banche italiane da questo flusso di soldi (2),ma temo che non abbia intuito l'ordine di grandezza di quel flusso. E' vero che magari non compreranno le banche italiane al ribasso.
Ma appena si muoveranno davvero i fondi sovrani e quelli pensionistici USA, nessuna legge evitera' il fiume di soldi.
Direte voi: ma questo "ombrello" e' una cosa a tempo.
No, non e' a tempo. Quando scadra', nessuno avra' il coraggio di toglierlo prendendosi la responsabilita' di eventuali crolli.  Anche perche' l' Italia aveva gia' tutte queste misure gia' in atto da decenni (3), e quindi se gli altri paesi rimuovessero l'ombrello ci darebbero un vantaggio.
Nella storia, inoltre, i provvedimenti a vantaggio esplicito delle banche non sono MAI stati abrogati.
Dunque, non ci sara' alcuna recessione.
Ci sara' una fase di TRASFORMAZIONE del mercato, una fase di TRASFORMAZIONE dell'industria, una fase di TRASFORMAZIONE del credito, che risulteranno in una ristrutturazione dell'economia italiana ed europea.
Questa fase sara' DOLOROSA per chi ha delocalizzato, per chi ha fatto uso di offshore, per chi ha puntato sui mercati extraeuropei.
Sara' invece vantaggiosa per gli altri.Quindi assisteremo ad una modifica dei rapporti di potere, sia in campo economico che sociale.
Ma non si tratta ne' di stagnazione ne' di recessione, e' semplicemente una brutalissima ristrutturazione. Che avra' i suoi scossoni e le sue cicatrici, ma nel medio e lungo termine ringrazieremo che sia successa.
 
(1) Perche' si propongono misure per "evitare la cosa si ripeta", che irrigidiranno ancora il mondo finanziario.
(2) Dopo che per anni si e' auspicato un flusso di investimenti stranieri. Ah ah. Forse e' deluso dal fatto che gli arabi vogliono comprare le banche e non le "bellissime segretarie italiane (cit.)"?

(3) Quando gli hanno chiesto quante risorse avremmo dedicato al provvedimento anticrisi, Tremonti ha detto "tutte quelle necessarie", per una semplice ragione: una protezione simile, di fatto, e' gia' in atto in Italia da anni. Sapete menzionare un fallimento bancario italiano ove lo stato non abbia rimesso a posto le cose di tasca propria?