Secondo il Governo italiano, il piano europeo per combattere il riscaldamento del pianeta e far fronte alla crisi energetica sviluppando energie rinnovabili e pulite, costerebbe all'Italia 180 miliardi di euro, l'1,14% del suo Pil e il 19,7% dei costi totali del piano.
Secondo il commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas sono numeri completamente spropositati che non hanno nulla a che fare con il piano in corso di approvazione.

Secondo l'europarlamentare Monica Frassoni, il governo ha prima tentato di usare i dati di un misterioso e mai pubblicato studio dell'Istituto Rie di Bologna, poi ha utilizzato quelli relativi allo scenario peggiore e non realistico della valutazione d'impatto della Commissione europea (senza contributo dei crediti di emissione acquistati da paesi terzi e senza ricorrere ai certificati verdi per le fonti rinnovabili).
Lo scenario che ha maggiori probabilità di avverarsi è quello che prevede per l'Italia costi pari allo 0,49% del Pil (cioè 8 miliardi): ma bisogna tenere conto anche dei risparmi nella bolletta energetica (50 miliardi a livello europeo) e per la riduzione dell'inquinamento (10 miliardi a livello europeo). Per l'Italia vuole dire che i costi passano da 8 miliardi a 2,7 miliardi all'anno per 10 anni.



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Se il Governo gioca con i numeri, tu giocati i numeri del Governo:
1 - 7 - 14- 18 - 19 - 80 numero jolly 22 (i pazzi)

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