Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Miopia ambientale: un grave errore

Miopia ambientale: un grave errore

di Antonio Felice - 20/10/2008

Per quanto tutti, specie con i tempi che corrono, si debba fare i conti con i costi di qualsiasi operazione si voglia intraprendere, la posizione italiana sul pacchetto UE, teso a ridurre i rischi del cambiamento climatico, appare davvero clamorosa.

effect-serraIl governo Berlusconi ha messo il piede sul freno e subito la Polonia ha fatto sapere che va bene così, seguita da alcuni Paesi dell'ex blocco europeo orientale, gravati da impianti produttivi obsoleti. Oggi (lunedì 20 ottobre) la Polonia presenterà una sua controproposta ai ministri europei dell'ambiente. Ma ai colpi di testa della Polonia la UE è da qualche tempo abituata, a quelli dell'Italia un po' meno. Ed è un fatto grave rispetto ad una strategia globale che vedeva l'Europa faro a livello mondiale della tutela dell'ambiente contro le posizioni pericolose  - e, per carità, a tutela dei rispettivi apparati industriali - di Stati Uniti e Cina, che proprio l'Italia venga ad incrinare la solidità dell'impianto europeo. La posizione italiana è sbagliata. Il principale Paese industriale dell'UE (nonché principale partner economico dell'Italia), la Germania, è da anni un forte sostenitore delle politiche ambientali più avanzate e sta dimostrando, passo dopo passo, anno dopo anno, che tale scelta è vincente, anche sotto il profilo economico.
Non si tratta di negare lo sviluppo, non si tratta di buttare quattrini, si tratta di scelte ponderate, si tratta di modello di sviluppo. Il problema è che nel nostro Paese c'è in giro un deficit culturale impressionante, che impedisce di vedere i problemi nella loro complessa globalità. Così non ci si accorge che risparmiare qualcosa oggi significa avere costi colossali domani: i costi che saranno necessari a fare fronte ad una situazione ecologica pesante (chiamamola così, tanto per non chiamarla con il suo nome: una catastrofe ecologica). E l'Italia ci sarà in mezzo fino al collo, con processi di desertificazione, carenza d'acqua, innalzamento del livello dei mari, con risvolti economici pesanti su agricoltura, turismo, energia e quindi sulla stessa industria.
Togliere risorse alla tutela ambientale è una politica miope e pericolosa.
Una politica demagogica ma perdente. Una politica da bocciare senza attenuanti.