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I nuovi poteri del mondo

di Uriel - 21/10/2008

Fonte: Wolfstep

Gli effetti di questa crisi finanziaria sono cosi' potenti da delineare nuovi equilibri, sia dentro che fuori l' Europa. Ed e' chiaro dagli intenti e dai comportamenti tenuti chi siano gli emergenti e chi siano gli sconfitti. 

La bufera valutaria in UE ha colpito la Germania (facendo temere il peggio), l' Islanda (che sinora e' sempre rimasta sdegnosamente fuori dai circoli UE perche' erano troppo biondi e troppo ariani per mescolarsi con loro) , i paesi scandinavi (idem con patate) e il triangolo Olanda-Belgio-Lussemburgo. Ha combinato uno sconquasso dalle conseguenze difficili da prevedere in UK, le cui perdite non sono ancora del tutto chiare per quanto riguarda il piano meramente strutturale: la City era la prima industria inglese.

Il fatto che i cosiddetti "maestri" siano stati colpiti di fatto consegna molto, molto, molto piu' potere agli "ultimi della classe". L' Italia, per esempio, si trova in una situazione di eccezionale favore.

Il "piano per la stabilizzazione delle banche" in Italia non e' costato una lira.Per la semplice ragione che le cose erano gia' come descritte nel piano da almeno 30 anni: niente di quanto fatto per combattere questa esperienza non era gia' legge (o pratica perpetua) nel nostro paese.

Per questa ragione, le altre nazioni hanno pagato costi ingenti per sostenere quei provvedimenti (250 miliardi di sterline in UK, poco meno tra francia, germania e benelux) , ancora non si capisce chi paghera' il conto nei paesi scandinavi e l'islanda sta chiedendo aiuto a chiunque glielo possa dare.


Sul piano morale c'e' poco da dire: questa crisi e' una crisi principalmente etica, e le nazioni piu' colpite sono quelle che (sebbene si dessero le arie di mastri di etica) di fatto avevano ceduto maggiormente , proprio sotto il profilo etico. Possiamo dare tutta la colpa che vogliamo ai teoremi di Black-Scholes-Merton , ma il dato di fatto e' che il gigante dai piedi d'argilla e la testa di ferro e' debole quanto l'argilla e non forte quanto il ferro, come i teoremi volevano lasciar intendere, e si poteva facilmente intuire "spacchettando" i bilanci.

La loro sicurezza di essere moralmente superiori era tale che inizialmente la Merkel si opponeva ad aiutare le banche, "sicura" che come al solito gli "onesti e integri" tedeschi si sarebbero trovati a pagare per i soliti "delinquenti e mafiosi" italiani, greci ed altri.

Invece, alla fine quelli che avevano scavato buchi e rubato erano proprio loro.  Ma sia chiaro, il loro era un malaffare onesto. Non sono mica italiani, loro.

Zapatero tace: dopo il crack che ha coinvolto il mondo dell'immobiliare spagnolo, sembra che la sua pretesa di essere "meno Berlusconi" di Berlusconi sia scemata. Per essere quelli buoni e puri, gli spagnoli hanno cannato, e forte.

Sul piano politico la musica cambia. Cambia perche' un certo numero di paesi europei potrebbe tranquillamente fregarsene. Si tratta dei paesi dell'est, che non avevano grosse speculazioni in corso e perdipiu' hanno dei bei PIL in crescita, piu' l' Italia che non spende una lira per garantire un sistema che era gia' massimamente garantito.

Questo da' a Berlusconi il potere di rompere un giochino che dura da quarant'anni: quello degli standard presi su misura per favorire qualcuno.

Supponiamo di essere la UE. Supponiamo di dover fare una legge per favorire i pizzaioli tedeschi. Come si fa? Semplice: si emette uno standard che dice che le pizze vanno cotte col forno elettrico, come fanno in Germania. Cosi', la Germania non dovra' spendere una lira per adeguarsi, e gli italiani dovranno smantellare i forni a legna.


Vogliamo calcolare quanti alberi ci vogliono ogni citta'? Semplice: facciamo la media tra Francia e Germania: cosi' questi due paesi pagheranno di meno l'adeguamento, mentre ovviamente chi non e' loro dovra' pagare di piu'.

Questo processo e' stato seguito per decenni. Il latte italiano doveva essere soggetto a quote perche' il latte "migliore" era quello dedesco: costava meno e la qualita' era migliore. E qual'e' il latte di qualita' migliore? Quello tedesco, of course. Cosi', oggi compriamo latte dalla Cina e un litro di latte intero costa dai 1.5 euro ai 2.3 euro, a seconda della marca.

Idem per gli acciai. Idem per gli zuccheri. E si potrebbe continuare: ogni produzione aveva sempre "il modo giusto di avvenire", e il "modo giusto" era sempre ritagliato su Germania e Francia.

Avete presente quei concorsi truccati dove si chiede un "candidato alto 1.54, che sia nativo di castellapera sul pincio, che sia leggermente calvo, che abbia 33 anni e due mesi, e  che si sia laureato nel luglio del 98"? Ecco, finora gli standard della UE sono stati fatti cosi': si prenda come fanno loro e si faccia lo standard.


Ovviamente, in questo modo le medesime attivita' quando condotte allo stesso modo (senza tutto il contorno industriale ed economico di altri paesi) diventavano fallimentari e/o poco redditizie.

Questa conduzione ha distrutto il tessile italiano, lo zucchero italiano, l'acciaio italiano, parti consistenti dell'agricoltura italiana, la chimica italiana, i porti italiani, e cosi' via.

Oggi i rapporti di forza si ribaltano: i paesi meno colpiti dalla crisi possono semplicemente limitarsi di rimanere alla finestra riguardo alla crisi finanziaria, tanto a loro tocca di meno.I tedeschi, che contavano di vendere chissa' quanto bene i loro titoli che rendono piu' dei nostri hanno osservato allibiti i nostri titoli andare a ruba.  E' chiaro il messaggio dei mercati, frau Merkel?

Cosi', improvvisamente il paese emarginato e spernacchiato se ne parte ed inizia a spendere i propri crediti distribuendo un bel pochino di calci nel culo. E Zaia ha gia' annunciato che sulla multa sulle quote latte sta per dare battaglia.(1)

E' ovvio che su questi temi ci sara' un arretramento delle posizioni, ed alcuni paesi che sinora hanno "diviso la torta" prendendosi sempre la fetta piu' grande dovranno iniziare ad accontentarsi.

La situazione in USA non e' migliore. La crisi non si e' fermata, sta solo attaccando i fondamentali, propagandosi. Non se ne vedono ancora i segni, ma gli americani lo sentono.

Ma il dibattito presidenziale langue. Tutto cio' che Joe, l'idraulico, ha saputo chiedere ad Obama e McCain e' stato "se mi aumenterete le tasse": ancora il buon Joe non capisce che deve chiedere se daranno un pochino di latte ai suoi figli affamati , tra qualche tempo.


Nessuno dei due contendenti alla poltrona presidenziale ha capito di che dimensione sia la crisi: se i fondi pensionistici non troveranno qualche piattaforma stabile negli USA, saranno costretti a lasciare gli USA per evitare il peggio, e saranno costretti a diversificare la valuta degli investimenti.

Di tutto questo non c'e' traccia nel dibattito presidenziale. Paulson, che doveva essere il Clint Eastwood che arriva, pianta una pallottola in fronte e se ne va, si e' mostrato piu' come una buona media tra Franco e Ciccio.


Dei soldi stanziati per fermare una crisi che e' gia' costata 16 TRILIARDI di dollari (250 miliardi) ancora non si sono visti i benefici.

Bush e' stato costretto ad accettare il diktat di Sarkozy: in pratica un gruppo di europei andra' in USA a dire come devono fare per uscire dalla crisi. E gli USA non avranno molto potere di trattativa: essenzialmente, gli europei diranno cosa hanno intenzione di fare e cosa faranno comunque.

A quel punto Bush dovra' fare la stessa cosa, oppure iniziera' una fuga di capitali dagli USA verso l' Europa, aiutata anche dal cattivissimo Trichet che sta sadicamente tenendo alti i tassi europei. E qui , unitamente all'ignavia dei due presidenti che promettono solo brodini contro la crisi finanziaria, si consuma il crollo della "advisorship" dei grandi "think tank" americani.

Ovviamente, una certa vulgata continua a tenere aperto il fuoco sull' Italia e sugli altri paesi. Ma conta a qualcosa dire che l' Italia ha "poco margine" per finanziare la propria industria, quando si iniziano ad intravvedere le ombre dei fondi sovrani sulla borsa italiana (e non su quelle degli altri paesi)?
Ha senso ricordare il debito pubblico italiano quando di fatto i bot italiani si sono venduti ad una resa inferiore al passato e sono andati a ruba ugualmente(2)?

Ecco, tra i vecchi vizi di vecchi aristocratici ariani che si divertono a sputare sugli italiani e continuano come se nulla fosse, si consuma un teatrino nel quale pochi spettatori hanno capito quanto sia cambiata oggi la musica.

Tra nuovi potenti e nobilta' decaduta si consuma una recita ormai ridicola, fatta di tedeschi che si fingono teutonici e anglosassoni che si fingono vittoriani.

Ma oggi, i vincitori sono altri. E ,come nel nostro caso, sono cosi' abituati a perdere che neanche si sono accorti di vincere.

Uriel

(1) Zaia ha ragione da vendere: Europa o non Europa, i prezzi del cibo stanno aumentando troppo. Continuare a pagare i contadini per distruggere raccolti o per NON produrre e' un'assurdita'.  Che si compri latte dalla Cina o farina dal Sudafrica e' un assurdo se pensiamo che in italia gli allevatori vengano PAGATI per uccidere mucche e per NON coltivare grano, che viene comprato aprezzi irrisori per scoraggiarne la produzione.

(2) In pratica, oggi i titoli italiani sono ad un punto in meno rispetto a quelli tedeschi. E vendono di piu'.