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Il girotondo di Pinocchio

di Stefano Montanari - 27/10/2008

    
 
 

Come spesso accade, chi non c’era ha avuto torto.

Esistevano pochi dubbi già al momento del concepimento: l’evento di Gambettola, il RiRiRi, “Rifiuto: Riduco e Riciclo”, si proponeva come interessante e, nei fatti, è stato interessantissimo.

I relatori che si sono succeduti hanno dimostrato al di là di ogni discussione, e lo hanno dimostrato con i fatti e non a chiacchiere, che i rifiuti sono sì un problema, ma un problema che può tranquillamente essere affrontato e risolto, o grandemente mitigato, se solo si vogliono applicare le conoscenze scientifiche che abbiamo da secoli, le conoscenze tecnologiche che abbiamo acquisito più o meno recentemente senza dimenticare ciò che si è sempre fatto in passato e, direi quasi soprattutto, il buon senso. C’è stato anche chi ha raccontato come dai rifiuti trattati in maniera ecologica faccia quattrini, e nemmeno pochi, e ci paghi le tasse. Non solo, ma ci ha pure raccontato di come questi metodi sviluppati in Italia siano esportati in tutto il mondo mentre da noi siamo ancora al bruto mucchio d’immondizia incendiato.

Il problema vero dei rifiuti non è il loro essere tali.

I problemi li conosciamo: sono la malafede di coloro che chiamiamo generosamente “politici”, la cupidigia di quelli che ci ostiniamo a classificare come “imprenditori” e lo squallore a trecentosessanta gradi di chi, approfittando di una posizione acquisita chissà come, inonda di assurdità che non hanno di che reggersi scientificamente i cervelli in formazione degli studenti universitari e, quando capita l’occasione (prezzolata), non risparmia il solito, vecchio, fedele popol bruto sotto ipnosi che non tradisce mai.

Tra il pubblico c’erano due ragazzi, una chimica

laureata da non molto e uno studente di biologia. Io credo di avere, tra le pochissime doti che mi sono state concesse, una pazienza superiore alla media, ma ammetto che quella pazienza, almeno per un attimo, l’ho persa. In realtà, e voglio rassicurare i ragazzi e scusarmi se sono stato in qualche modo aggressivo, non ce l’ho affatto con loro. Anzi: a loro va tutta la mia simpatia. Certo, quando il proprio maestro è pesantissimamente colluso con chi fa quattrini a palate facendo falò (criminali in ogni senso) di risorse preziose, con chi proprio a questa collusione deve il posto a piedi caldi che occupa, come si fa a sperare di meglio?

Questi due giovani, giovani che sono chiamati per forza generazionale a sostituire noi che siamo stati i peggiori devastatori del pianeta da che mondo è mondo, sono addestrati a fare peggio, molto peggio, di noi. E questi due ragazzi, se non altro, si sono presi la briga di sacrificare un week end per ascoltare qualcosa che dalle loro scuole non esce mai. Ma che ne è delle migliaia di altri?

Al momento c’è un grande subbuglio intorno alle accademie e un enorme scontento, tanto che ad un anonimo studente è venuta l’idea di mettere in vendita la propria università per la cifra stravagante di un Euro e mezzo. Stravagante perché nessuno vorrebbe mai un’università italiana, soprattutto se obbligatoriamente accessoriata di professori, nemmeno se venisse pagato oro.

Chi c’era a Gambettola? C’era un pubblico generale, preoccupato sì, ma ancora capace di pensare che non tutto è perduto, c’era qualche studioso indipendente e c’era pure qualche politico, qualcuno di quelli illuminati che hanno fatto il loro dovere operando in modo da salvaguardare l’ambiente e la salute di chi aveva dato loro mandato per farlo e, come effetto collaterale, facendo guadagnare quattrini alla società.Mancavano, in modo tanto ovvio quanto triste, gli altri. Non c’era la strana coppia Maurizio Gasparri – Michele Giugliano: il primo, grande statista, il secondo, ancor più grande scienziato dell’invendibile Politecnico di Milano. Sarebbe stato bello averli, magari insieme con quel superbo giornalista che è Enrico Mentana e far loro rivedere quando tutti e tre si esibivano nel loro numero di arte varia tentando di farmi passare per un cialtrone semplicemente perché riferivo di fatti e nient’altro. Fatti che venivano riportati a Gambettola, in tutta la loro evidenza, da chi questi fatti li attua da anni. E nemmeno c’era il divino Bruno Vespa o l’ancor più divino oncologo di regime di cui è stata riproposta la gag tragica ed esilarante ad un tempo di quando raccontava via Fazio di come gl’inceneritori, studiati e ristudiati (da chi non è dato sapere) abbiano mostrato tutta la loro innocuità. E la dinastia Angela testimonial dei falò di Barcellona? Non c’era nemmeno quella a Gambettola. E i giornalisti della carta stampata, della radio e della TV? Magari c’era la sagra della frittella e loro erano impegnati lì.

Peccato: tutti questi e tanti altri ancora avrebbero sbattuto il naso contro dati inoppugnabili presentati da chi questi dati li produce tutti i giorni.Insomma, dal convegno RiRiRi è balzato fuori in tutta la sua evidenza non solo il messaggio “si può fare”, ma il messaggio “lo stiamo già facendo.” Da qui, la logica conseguenza: liberiamoci dei mascalzoni che fingono di governarci, di quelli che fanno impresa con i soldi nostri incassando gli utili e lasciandoci i debiti, e di chi trita il cervello dei nostri ragazzi. Se vogliamo, si può fare.

Malauguratamente, senza la possibilità di prendere per un orecchio questi personaggi, è finita che tutto il patrimonio di conoscenza e di esperienza sciorinato ce lo siamo raccontato tra noi che di queste cose non abbiamo mai dubitato perché le tocchiamo con mano e non abbiamo altro interesse se non quello del bene comune.

Tutti gli altri, i ladri, gli assassini, i corruttori delle anime tenerelle dei ragazzi che vanno a scuola, non c’erano: si godevano questo inaspettatamente tiepido fine settimana di ottobre, magari a fare il girotondo intorno ad un camino di “termovalorizzatore”.