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Crisi, la soluzione ci sarebbe

di Lino Rossi - 27/10/2008

Fonte: soldionline

 
Già sperimentata negli anni ’30 in Italia e nel secondo dopoguerra in tutto il mondo. Oggi è possibile fare meglio di allora. Ma la Politica deve fare un passo in avanti

Di opere da fare ce n’è un’infinità, sia devastanti come le centrali nucleari (2) ed il ponte sullo stretto di Messina, sia rispettose dell’ambiente come la generazione distribuita dell’energia elettrica (1), la valorizzazione delle risorse presenti sul territorio (3), i trasporti pubblici, la viabilità, la drastica riduzione del fabbisogno energetico dei fabbricati (4), ecc...

Ce n’è per far lavorare sia le grandi imprese che quelle medie e piccole. Quel che manca è solo la politica monetaria (5).

La prima domanda da porci è la seguente: è possibile che coloro che hanno portato la società a questo punto possano guidare la nuova politica?

Personaggi come Paulson, Trichet, Barroso, Almunia, Padoa-Schioppa, Draghi, ecc., saranno capaci di fare il contrario di ciò che hanno fatto negli ultimi decenni?

Qualche dubbio appare legittimo.

Si tratta di rispolverare il buon Keynes, magari senza interpretarlo malignamente col banale deficit spending, alzando drasticamente la base monetaria ed abbassando nel contempo il moltiplicatore bancario, per contenere M3 e conseguentemente l’inflazione. In questa maniera ci sarebbe un certo superamento temporaneo del parametro del 3% deficit/PIL (6), ma si uscirebbe pressoché istantaneamente dalla recessione che ci attanaglia, a noi italiani, da parecchi anni.

Gli Stati disporrebbero così di una certa liquidità più che sufficiente per ravvivare il malato, anche grazie al moltiplicatore keynesiano. Il fenomeno dello spiazzamento (7) si prenderà in considerazione, assai volentieri, quando sarà sciolta la prognosi riservata; lo Stato dovrà allora ritirarsi ritornando alla politica monetaria più confacente ai momenti “normali”.
  1. l’unico punto sensato del programma dell’ultimo governo Prodi.
  2. Scajola e la soluzione sovietica
  3. Le centrali termoelettriche a biomassa
  4. 9 centrali in meno di 5 anni
  5. Come dovrebbe funzionare la politica monetaria
    Le politiche monetaria e fiscale devono essere coordinate
  6. per altro già atteso dalla Commissione Europea (per aiutare le banche)
  7. Crowding out

    TREMONTI, CHE DELUSIONE!

    Le grandi attese determinate dai suoi ultimi due libri e dagli annunci della primavera e dell’estate scorsa sembrano sbiadire. Adesso difende Maastricht, che in un momento come questo bisognerebbe invece superare

Diceva Giulio Tremonti pochi mesi fa (1): “Sappiamo anche che nel tempo presente ed in Europa - non in altri paesi nel mondo - i governi non hanno più il potere necessario per modellare la società o per fare parti importanti dell'economia.”

Questo passaggio significa che la politica monetaria è sottoposta al patto di stabilità e quindi i governi, singolarmente, non hanno la possibilità di manovrarla a piacimento. È corretto.

Nei governi ’01-’06 Giulio Tremonti, per dare un impulso alla nostra economia, ha superato il parametro del 3% come massimo rapporto deficit/PIL, ma non ha sortito grandi effetti, proprio a causa della politica monetaria della BCE (2 e 3).

Questo lasciava intendere che:

- il ministro aveva ben chiaro il funzionamento della Politica Monetaria;
- una volta create le condizioni avrebbe dato il suo contributo positivo alla risoluzione del problema.


Pochi giorni fa ha detto (4): “non ci saranno variazioni nel Patto di stabilità e crescita, … Maastricht c'è e funziona bene”.

Viceversa, per superare la crisi, sarebbe necessario dare un impulso all’economia, un impulso (5) perlomeno europeo, ancora meglio se mondiale. Il patto di stabilità e Maastricht vanno bene quando c’è una crescita sana (6) e sostenuta. In un momento come questo bisognerebbe superarli, anche se per poco tempo, fino alla ripresa.

Ora Tremonti ha raggiunto la meritata autorevolezza internazionale, ma ha ben chiaro cosa si dovrebbe fare? La sua ultima uscita (4) non fa ben sperare (7).

Se ci accingiamo ad andare alla nuova Bretton Woods con l’idea che il patto di stabilità e Maastricht vanno bene, anche in questo momento, … allora possiamo anche stare a casa.


”La BCE, che controlla la politica monetaria con la priorità di mantenere stabile il tasso d'inflazione, attualmente molto preoccupata dalla crisi internazionale, potrebbe compiere un danno: non supportando gli sforzi degli Stati con un adeguato aumento della base monetaria, con connessa riduzione del moltiplicatore bancario per mantenere costante M3 ed inflazione, condanna l'Europa alla recessione.”
(6) senza fantasmagoriche diavolerie finanziarie.

Fonte: http://www.soldionline.it/
Link: http://www.soldionline.it/saperinvestire/economia-e-societa/tremonti-che-delusione
24.20.2008