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La domanda sulle risorse del pianeta supera del 30% la sua capacità

di Stefano Rodi - 29/10/2008

Presentato a Londra il Living Planet Report 2008 sulla salute del pianeta
La Terra è consumata, nel 2030 ce ne serve un'altra


La Terra non sta bene; uomini, animali e piante neanche.
Secondo il "Living Planet Report 2008", "check up" annuale fatto da
ricercatori del Wwf e altre organizzazioni scientifiche, presentato a
Londra, «entro il 2030 avremo bisogno di due pianeti per soddisfare il
fabbisogno dell'umanità di beni e servizi». La domanda globale sulle
risorse della Terra supera infatti del 30% la capacità rigenerativa di
quest'ultima. Più di tre quarti degli abitanti del pianeta vivono in
nazioni che sono debitrici ecologiche, dove cioè i consumi nazionali
hanno superato la capacità di risorse naturali del paese. Il rapporto si
basa, tra l'altro, sulla misurazione dell’ "impronta ecologica",
un'unità che misura la domanda dell’umanità sulla biosfera, in termini
di superficie di terra e mare necessarie sia alla produzione delle
risorse che le persone utilizzano, sia all'assorbimento dei materiali di
scarto generati.

CORSA CON GLI OCCHI BENDATI - La crescita demografica, e quella dei
consumi individuali, hanno fatto sì che negli ultimi 45 anni la domanda
dell'umanità sul pianeta sia più che raddoppiata. Ancora nel 1961 quasi
tutti i paesi del Mondo possedevano una capacità più che sufficiente a
soddisfare la propria esigenze interna. Nel 2005 la situazione è
cambiata in modo radicale: molti paesi possono soddisfare i loro bisogni
solo importando risorse da altre nazioni e utilizzando l'atmosfera del
Pianeta come discarica di anidride carbonica e di altri gas serra.

LA BOLLA AMBIENTALE - Viviamo al di sopra delle nostre possibilità in
una "bolla" ambientale che, a differenza di quella finanziaria, è più
difficile da nascondere. Qui non si parla di futures, derivati od
opzioni, ma di aria e di acqua, di grano e di riso. «A livello mondiale,
durante l'ultimo anno il prezzo dei raccolti ha raggiunto vertici da
record - ha scritto James P. Leape, direttore generale di Wwf
International - in gran parte a causa dell'aumento della domanda di
cibo, mangimi e biocombustibili e della continua diminuzione della
risorsa idrica». La natura non accetta carte di credito: chi era povero
diventa miserabile, chi aveva poco da mangiare, torna a morire di fame.

USA E CINA CONSUMANO OLTRE IL 40% DELLE RISORSE - Il consumo generale
dell'umanità ha superato la biocapacità totale della Terra per la prima
volta negli anni 80, e questa tendenza ha continuato a crescere. Ma
ovviamente non tutti contribuiscono a questo trend nella stessa misura:
Stati Uniti e Cina utilizzano, ciascuno, il 21% della biocapacità del
pianeta. Il consumo procapite della Cina è molto più basso di quello
registrato negli Usa, ma la popolazione è anche quattro volte superiore.
Nei valori pro-capite gli statunitensi mantengono infatti il primato
assoluto di grandi "divoratori" del pianeta, richiedendo una media di
9.4 ettari globali, come dire, che ciascun americano vive con le risorse
di circa 4.5 pianeti Terra.

L'ITALIA E' IL QUARTO PAESE AL MONDO PER CONSUMO DI ACQUA - Il nostro
paese è al 24esimo posto nella classifica delle maggiori impronte
ecologiche sul pianeta, su oltre 180. Non è una buona posizione:
significa che consumiamo ben più di quanto le nostre risorse interne ci
consentirebbero di fare. Viviamo "in debito". L'impronta ecologica pro
capite dell'Italia è 4,8: significa che ogni italiano consuma risorse
tre volte in più del quantitativo che il nostro territorio mette a
disposizione. Per quanto riguarda l’impronta idrica, l’Italia si trova
al quarto posto nella classifica mondiale riguardante l’impronta idrica
del consumo, che costituisce il volume totale di risorse idriche
utilizzate per produrre i beni e i servizi consumati dagli abitanti
della nazione stessa (questo indicatore è costituito da due componenti e
cioè l’impronta idrica interna, che è composta dalla quantità di acqua
necessaria per produrre beni e servizi realizzati e consumati
internamente al paese, e dall’impronta idrica esterna, che deriva dal
consumo delle merci importate e calcola, quindi, l’acqua utilizzata per
le produzioni delle merci dal paese esportatore). L’Italia è quindi al
4° posto con un consumo di 2.332 metri cubi pro capite annui (dei quali
1.142 interni e 1.190 esterni). Davanti a noi abbiamo, nell’ordine, solo
Usa, Grecia e Malesia.

INVERTIRE LA ROTTA - Se il Living Planet Report 2008 descrive una Terra
malata, e abitata da uomini limitati, indica anche coordinate per poter
invertire questa rotta, che al momento sembra puntare serenamente verso
il naufragio. «Non è troppo tardi per evitare una recessione ecologica -
ha osserva James P. Leape - ma bisogna cambiare l'attuale stile di vita
e indirizzare le nostre economie verso percorsi più sostenibili».
Consumare meno e meglio, soprattutto il nostro mondo "avanzato", «fermo
restando - scrive il rapporto - che lo sviluppo tecnologico continuerà a
rivestire un'importanza vitale nell'affrontare la sfida della
sostenibilità».