1 “Tutto ciò che si può dire lo si può dire chiaramente. Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. (Ludwig Wittgenstein 1918)
1.1 Per l'umanesimo e per l'etica vale la pena di combattere.
1.2 La politica e il discorso politico occidentali (invece) si concentrano sul potere e l'egemonia.
1.3 Dunque l'umanesimo e l'etica sono estranei al discorso politico occidentale e viceversa.
2 La lotta per la liberazione dei palestinesi si fonda su argomentazioni umaniste ed etiche, poiché è basata su diritti dell'uomo, vale a dire il “diritto al ritorno” e la “liberazione”.
2.1 Poiché la lotta per la liberazione della Palestina è una causa umanista, i politici e il discorso politico occidentali sono estranei alla lotta palestinese.
2.11 Ne consegue che la politica occidentale di sinistra, destra e centro non è stata in grado di occuparsi del popolo palestinese e della sua lotta nei decenni di abusi sionisti.
2.12 È così che va sfortunatamente interpretato il colossale fallimento della sinistra nel dare aiuto al popolo palestinese. Essendo un discorso politico, la sinistra si concentra sul potere e l'egemonia. Conseguentemente ha sfruttato il tema della Palestina per conservare la propria rilevanza (o meglio irrilevanza) politica all'interno del suo universo immaginario.
2.121 I palestinesi hanno imparato la lezione. Il loro movimento di liberazione è maturato e ha abbandonato il sogno utopico fuorviante ed estraneo alla loro causa nazionale.
2.1211 Poiché la lotta palestinese è una lotta etnica, nazionale e orientata geograficamente, le ideologie cosmopolite e proletarie farebbero meglio ad adattarsi di conseguenza.
2.122 Va però detta la verità. Gli attivisti occidentali di sinistra sono stati molto efficaci quando si è trattato di produrre una cultura della solidarietà, che si trattasse di spille, sciarpe o manifesti che hanno fatto circolare tra loro e tra i parenti stretti.
2.123 E tuttavia le spille, i manifesti e i volantini non hanno salvato un solo bambino palestinese dai proiettili dei carri armati israeliani.
2.2 Il popolo palestinese dovrà liberarsi con i propri mezzi.
2.21 E gli attivisti della solidarietà farebbero meglio a imparare ad ascoltare.
3 Poiché “per l'umanesimo e l'etica vale la pena di combattere” (1.1),
3.1 E la lotta palestinese è una causa umana (2.1),
3.2 Noi dobbiamo sostenere i palestinesi per ciò che sono e la loro scelta (democratica).
4 Nella questione della solidarietà con i palestinesi è insita una difficoltà che va affrontata:
Sionismo (ideologia), ebraismo (religione), ebraicità (identità) ed ebrei (popolo) sono termini strettamente correlati che si prestano alla confusione. Ne risulta che qualsiasi forma di attivismo pro-palestinese è limitata dalla paura di vedersi accusati di sostenere idee che taluni potrebbero considerare razziste.
4.01 Allo stesso tempo, la vasta maggioranza dei palestinesi e degli attivisti della solidarietà sono consapevoli del fatto che Israele, lobby ebraiche, gruppi di pressione ebraici e ogni altra forma di attivismo tribale ebraico sono spesso indistinguibili.
4.1 La questione che si pone è: come possiamo dire quella che noi crediamo essere la verità e continuare a considerarci umanisti?
4.12 Come possiamo parlare apertamente dello stato ebraico, delle lobby ebraiche, dell'ebraismo e dell'ebraicità e conservare un atteggiamento etico e umanista, anti-razzista?
4.2 La risposta è semplice. Possiamo farlo solo se riusciamo a demolire categoricamente ogni traccia di argomentazioni razziali. Quando attacchiamo qualsiasi forma di sionismo, di tribalismo politico ebraico e di ebraicità dobbiamo astenerci dal parlare delle persone. Dobbiamo attaccarla in quanto ideologia e credo dogmatico.
4.3 Abbiamo il diritto di farlo in quanto umanisti, per la semplice ragione che ogni forma di politica tribale ebraica è esclusivista e orientata in senso razziale. Abbiamo il diritto di riferirci al tribalismo politico ebraico come a una visione del mondo non-umanista e anti-universalista.
4.4 Ne consegue che smantellare l'ideologia e il tribalismo politico ebraici è un compito umanista.
4.5 Combattere la politica tribale ebraica è un atto umanista ed etico perché aspira alla pace, all'universalismo e all'inclusione (in opposizione alla guerra, al tribalismo e all'esclusione).
5 “Tutto ciò che si può dire lo si può dire chiaramente. Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”.
* L’autore allude al titolo dato dai traduttori inglesi alla Logisch-Philosophische Abhandlung di Ludwig Wittgenstein, pubblicata nel 1921: Tractatus logico-philosophicus (Trattato logico-filosofico), con riferimento al Tractatus Theologico-Politicus di Baruch Spinoza (N.d.T).
Ben Heine, Tlaxcala
Originale: Tractatus Logico Palestinicus
Articolo originale pubblicato il 21/10/2008
L’autore
Manuela Vittorelli è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.
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