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Ma cos’è questa crisi?

di Luigi Di Stefano - 03/11/2008

 

 

 

Dalla nuova grande depressione all’iperinflazione

 

 

Che cos’è questa crisi? - recitava un motivetto degli anni ‘30 - Lasci stare il gavazzare, provi un poco a lavorare e vedrà, che la crisi passerà! Gia, perchè anche gli anni ‘30, a partire dal fatidico 24 Ottobre 1929, furono attraversati da una crisi terribile, ricordata col nome di “Grande Depressione“. Solo negli USA fallirono circa diecimila banche, milioni di persone persero il lavoro, le campagne furono abbandonate, e il disastro cessò solo all’inizio degli anni ‘40, con la II Guerra Mondiale.

 

 

Molti pronosticano che avverrà un disastro simile, se non peggiore, e in realtà i segni ci sono tutti. Ma ci sono anche notevoli differenze, peculiarità della crisi finanziaria attuale. Diciamo che finora il crack del 24 ottobre 2008 “non ha arruginito un bullone”. Il sistema produttivo è intatto, le fabbriche, le aziende, i servizi, sono efficientissime, con capacità produttive e tecnologie immensamente migliori che negli anni ‘30. Anche il livello economico (il potere di acquisto) della gente, benchè eroso da anni di politiche finanziarie deflazionistiche fatte dalla BCE, è ancora decente. Insomma gli europei non sono alla fame e i consumi dell’area dell’Euro potrebbero assorbire le produzioni industriali di beni di consumo. A dire che il circolo virtuoso dell’economia - i cittadini comprano quello che essi stessi producono - potrebbe sostenere il sistema economico senza troppa difficoltà. Quindi?

 

 

Perchè gli esperti di finanza si affannano a prevedere iperinflazione stile Repubblica di Weimar (il famoso francobollo da cinque miliardi di marchi) o l’abbandono delle fabbriche stile Grande Depressione americana? Perchè esploda una iperinflazione la BCE avrebbe dovuto stampare e mettere in circolo quantità spropositate di banconote, il che non è affatto accaduto. Perché si abbandonino le fabbriche il potere di acquisto delle famiglie dovrebbe scendere del 50, 60, 70, 80%, cosa che fortunatamente non è ancora successa.

 

 

Ma allora, se non sono state stampate quantità smisurate di banconote e non è azzerato il potere di acquisto delle famiglie, perchè dovrebbe accadere il disastro annunciato? I coriferi del disastro evitano accuratamente di dire che si tratta di un “disastro ideologico”, non economico, che prende le mosse da un altro disastro ideologico, quello dell’URSS del 1989. In quell’anno, mentre assistevamo al crollo del sistema sovietico, non ci rendevamo conto che scattava di conseguenza l’ideologia liberista, fino ad allora tenuta a freno dall’esistenza stessa dell’alternativa sovietica e dalla necessità di mantenere il consenso sociale. Da quel momento si sono cominciate a leggere tutta una serie di imbecillità che alcuni ricorderanno. “Liberare gli spiriti animaleschi del capitalismo”, “Capitali coraggiosi”, “Un uomo, il suo lavoro, la sua banca”, e via discorrendo.

 

 

Gli effetti pratici li conosciamo tutti: la delocalizzazione industriale (andare a produrre dove le paghe, i vincoli ambientali e di sicurezza fossero minori), e la creatività finanziaria (la nascita di “prodotti finanziari” (come se fossero un prodotto reale come la bicicletta o la pentola). Su tutto avrebbe governato, invece degli Stati e dei Parlamenti, delle Leggi e dei Regolamenti, la famosa “mano invisibile” del capitalismo, e il benessere generale sarebbe stato assicurato dalla famosa teoria secondo la quale l’interesse del singolo si riversava (grazie alla “mano invisibile”) in interesse generale. A dire ad esempio che l’avidità da peccato diventa magicamente virtù, dove più il tale è avido più accumula quattrini più ne beneficeranno quelli che gli vivono intorno!

 

 

Qualcuno potrà pensare che siamo in un mondo estremamente complesso. Abbiamo creato le astronavi e le nanotecnologie, i pannelli solari e le centrali atomiche, arditi ponti e grattaceli impressionanti, viaggiamo col treno a 400 chilometri l’ora e ci spostiamo fra le città europee in una o due ore di volo… Possibile che uomini adulti, laureati, di mondo, possano aver creduto e modellato tutta l’economia occidentale su simili scemenze? I risultati di questa liberazione degli spiriti animaleschi ora sono sotto gli occhi di tutti.

 

 

La delocalizzazione delle attività produttive ha impoverito le classi popolari e le classi medie in occidente. Impoverite al punto che intere generazioni di giovani lavorano, da precari, con paghe da 4 o 5 euro l’ora. Al punto che milioni di famiglie non riescono più a pagare né affitto né mutuo di casa, e non riescono a ripianare i prestiti ottenuti con le carte di credito. I “prodotti finanziari” hanno creato una montagna smisurata di crediti inesigibili (cioè crediti che non esistono) su cui sono stati investiti i risparmi dei cittadini e i depositi bancari.

 

 

Eh sì, perchè non era affatto vero che c’era la “mano invisibile” a controllare la faccenda, e non era affatto vero che l’avidità sarebbe stata convertita in benessere generale. Erano tutte chiacchiere. I maghi della finanza creavano i prodotti finanziari, le banche li collocavano sul mercato (in genere ai loro stessi clienti). I primi incassavano sulla vendita di promesse di pagamento, e i secondi incassavano pingui commissioni sulla collocazione.

 

 

Poi il sistema si è “evoluto” e le stesse banche hanno cominciato a produrre prodotti finanziari che si vendevano l’un l’altra creando montagne smisurate di “promesse di pagamento”. Poichè la quantità di titoli (promesse di pagamento) aveva raggiunto livelli spropositati e sebbene rappresentati da fogli di carta ci si sarebbe dovuti scambiare borsoni di fogli, pallets di fogli, autotreni di fogli, ad evitare che la cosa apparisse nella sua ridicola realtà li si è “dematerializzati”, è stata eliminata la carta e sono diventati semplici “bit” negli hard disk dei computer.

 

 

Stiamo parlando di cifre stratosferiche: a fronte di una stima che da in 15.000 miliardi di dollari il valore delle banconote in giro in tutto il mondo il valore dei “prodotti finanziari” è stimato in 700.000 miliardi di dollari. Chiaro il concetto? Si sono promessi di pagarsi, l’un l’altro, cifre così folli che non possono nemmeno essere rappresentate sui fogli di carta, e che non hanno nessuna attinenza con la realtà.

 

 

“Ma perché? non può essere”, dirà qualcuno. E invece si, perchè un “trader” (un giovane che sta alla compravendita dei titoli in una delle banche di affari) guadagna trecentomila dollari l’anno (contro i mille al mese che guadagna, se gli va bene, un giovane ingegnere precario). Il dirigente della banca si mette in tasca dieci, venti, cinquanta, cento milioni di dollari l’anno, il risparmiatore magari ha incassato il 10, il 20 o il 30% l’anno di interessi. Per cui finché è durata piaceva a tutti, e a chi si agitava per l’evidente insostenibilità della baracca si rispondeva che era arcaico, non capiva di finanza etc. etc.

 

 

E la “politica”? La politica gli ha fatto le leggi per poter fare quello che hanno fatto: la famosa “deregulation” che superando i lacci e i lacciuoli imposti dalla vecchia mentalità ha permesso di liberare gli spiriti animaleschi. Ad esempio, se lo avessero fatto con la vecchia Legge Bancaria del 1936, quella voluta da Benito Mussolini e Alberto Beneduce, sarebbero finiti tutti in galera “prima” di mandare fallite le banche.

 

 

Scriveva il Duce: «Cos’è questo liberismo? Se qualcuno ritiene che per essere perfetti liberali bisogna dare a qualche centinaio di incoscienti, di fanatici, di canaglie la libertà di rovinare quaranta milioni di italiani, io mi rifiuto energicamente di concedere questa libertà…». E’ evidente che tarpava le ali ai geni della finanza comprimendo gli spiriti animaleschi….

 

 

Ma adesso, dopo questo lungo preambolo, dovremmo poter capire “perché” ci dovrebbe essere la famosa iperinflazione (con lo stipendio ci compriamo un uovo) e la Grande Depressione (andiamo disoccupati e non compriamo nemmeno quello). Eh sì, perchè uno potrebbe dire: “Vi siete promessi di pagarvi l’un l’altro settecentomila miliardi di dollari? Visto che non ce li avete formattate gli Hard Disk e non ci pensate più. Se proprio vi gira, fatevi causa l’un l’altro, così vi pignorate reciprocamente le ville, le tenute e gli yacth.” Invece no, perché adesso i settecentomila miliardi di dollari li vogliono da noi, è ovvio.

 

 

Il concetto più o meno è questo….

 

 

Tu te ne stai tranquillo a pensare ai casi tuoi e al tuo stipendiuccio da ottocento euro al mese, arriva un conoscente e ti fa:

 

 

     

 

  • mi sono comprato mille miliardi di promesse di pagamento da mio cugino, un affarone, le ho pagate solo novecento miliardi, ma ora voglio liquidare e lui non mi paga. Me li devi ridare tu!

     

  •  

  • Io?! Ma che dici, e poi chi te li dava novecento miliardi?!

     

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  • Gli ho dato novecento miliardi di promesse di pagamento fatte da mio nonno. Mio cugino mi vorrebbe pagare con i novecento miliardi di nonno e cento miliardi di promesse di suo zio Pasquale, ma nonno è morto e quindi voglio i soldi. Me li devi ridare tu!

     

  •  

  • Ma io che c’entro?….

     

  •  

     

     

    Sembra, ed è, una scemenza. Ma nel mondo dei pazzi diventa realtà, lo è già diventata.

     

     

    Infatti, visto che le banche non si prestavano più i soldi l’un l’altra (cioè non prestano più i soldi veri a fronte della garanzia con le cambiali di nonno) sia la Federal Reserve sia i governi europei hanno stanziato cifre stratosferiche per “garantire” le promesse di pagamento del cugino e di nonno. Circa 1.000 miliardi di dollari la Federal Reserve e complessivamente circa 1.400 miliardi di Euro i governi europei.

     

     

    Sarebbe che continuando il giochino che ha portato al collasso (la creazione di promesse di pagamento fasulle) se queste poi non venissero onorate le pagherebbero le Banche centrali di USA ed Europa. Ma in moneta, in banconote fruscianti, mica in “promesse”.

     

     

    Dando per scontato che i titoli (le promesse) in mano alle banche ormai sono solo bit sull’hard disk, dove li prendono 1.000 miliardi di dollari e 1.400 miliardi di Euro? Li stampano le Banche centrali. Ma, per la famosa regola del signoraggio i governo questa montagna di soldi la “prende in prestito” dalle Banche centrali, poi li devono restiture, sono “debito pubblico”. E a chi li devono restituire? Ai padroni delle Banche centrali, cioè alle banche private che sono proprietarie del pacchetto azionario della Banca centrale.

     

     

    Ed olpà, il gioco è fatto. Le promesse di pagamento del cugino, di nonno, degli edge fund, dei prodotti derivati finanziari etc. diventano “debito” a carico vostro, di chi non ha partecipato alla pappatoria ma che dovrà “restituire” i famosi 700.000 miliardi di dollari (circa 50 volte tutti i soldi che attualmente circolano al mondo). E non è una mia ipotesi, lo hanno già fatto, il concetto è già passato per i primi 2.400 miliardi fra dollari ed euro.

     

     

    (Se vuoi vedere chi sono gli azionisti di bankitalia clicca qui e lo scoprirari.

     

     

    Avvitiamoci nella follia….

     

     

    L’iperinflazione tedesca (un francobollo 5 miliardi di marchi, un kg di pane 100 miliardi di marchi…) ci fu perchè la Banca centrale tedesca fu “costretta” a stampare quantità spropositate di banconote. Successe che la Germania, sconfitta nella guerra 14/18, semplicemente non poteva pagare i mostruosi danni di guerra imposti dai vincitori. Così Francia e Gran Bretagna, in un disegno mirato ad annichilire la Germania nei secoli a venire (il motto era “spremeremo il limone fino all’ultima goccia”) imposero di “stampare” tutto quello che chiedevano benchè fosse senza copertura. E cominciarono a comprare di tutto con quei soldi falsi, a qualsiasi prezzo. In breve si innescò l’iperinflazione, la Germania precipitò nella guerra civile (i moti Spartachisti contrastati dai nazisti), ci furono decine di migliaia di morti per fame e denutrizione, ed andò al potere Adolf Hitler a rappresentare una generazione animata da un feroce sentimento di rivalsa. Il risultato lo conosciamo tutti.

     

     

    Adesso nessuna Banca centrale ha stampato spropositate quantità di banconote. Di spropositato c’è un oceano di crediti (promesse) fasulle create dal sistema  bancario/finanziario quando si sono lasciati liberi gli spiriti animaleschi. Ma i capi di tutti i governi occidentali (Merkel, Bush, Berlusconi, Sarkozy…) hanno annunciato in pompa magna che se queste promesse di pagamento non verranno onorate “stamperanno quantità spropositate di banconote” che verseranno alle banche. E che causeranno l’iperinflazione come a Waimar. Lo hanno fatto.

     

     

    Spiegato come si è innescata la iperiflazione vediamo ora la Grande Depressione (eh, c’è pure questa nei pronostici dei guru della finanza). In tutti questi anni le banche hanno usato i soldi dei depositanti per comprasi le promesse di pagamento (che hanno garantito pingui stipendi ai manager, pingui dividendi agli azionisti e pingui interessi agli investitori). Ora si ritrovano che queste promesse sono “inesigibili”, cioè sono bit sugli hard disk.

     

     

    Devono diminuire le esposizioni, e non potendo chiedere soldi per le promesse (dovrebbero registrare l’insolvenza, e quindi andrebbero tutte fallite) restringono il credito alle imprese. Quelli più audaci cominciano già a mandare le richieste di rientro, e poi i decreti ingiuntivi, e poi le istanze di fallimento con le quali potranno incamerare i crediti e gli immobili delle aziende e degli imprenditori. E questo innescherà la chiusura delle aziende, la disoccupazione, la contrazione dei consumi, e quindi altri fallimenti e quindi altra disoccupazione, e quindi altri fallimenti… Insomma, la Grande Depressione.

     

     

    E “deprimente”, chi scrive se ne rende ben conto. Ma i fatti sono questi. Si è lasciato, per motivi ideologici supportati da follia, lasciato distruggere il sistema bancario e finanziario occidentale: o si fa un crack da 700.000 miliardi di dollari o si va dritti nella iperinflazione e nella Grande Depressione. La logica sarebbe che chi è causa del suo mal pianga se stesso, e tutti i governi proclamano di voler salvare l’economia reale (industrie, commerci) e non i banchieri e i loro azionisti. In realtà stanno facendo esattamente il contrario, tentano di salvare loro a danno dei cittadini, accettando il concetto che intere generazioni saranno caricate delle promesse di pagamento fatte da altri.

     

     

    Impressionante la seduta del Presidente di Lehman Brothers, la banca d’affari americana fallita, davanti a una commissione di inchiesta del Congresso. Questo signore fino al giorno prima dichiarava la sua banca solidissima, per le feste natalizie del 2007 lui e i dirigenti a tutti i livelli si sono spartiti otto miliardi di dollari. Lui in questo anno del fallimento ha preso cinquanta milioni di stipendio, più benefit e stock options. Possiede un appartamento da 24 milioni di dollari a New York, possiede una villa da tredici milioni di dollari in Florida, ha messo all’asta quadri preziosi per ventidue milioni di dollari (per la vecchiaia!). Sapete cosa ha risposto alla commissione del Congresso? Che è dispiaciuto, che ha fatto il possibile, e che addirittura ha passato notti insonni.

     

     

    Non farà neppure un giorno di galera, perchè non ha contravvenuto a nessuna legge, era legittimato a fare quello che ha fatto. E se si creeranno le condizioni lo rifarà, manderà fallite altre cento banche. Tanto poi paga chi guadagna mille euro al mese o cinque euro l’ora. Lo dicono i governi.

     

     

     

     

     

     

     

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