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Emergenza rifiuti in Campania: cosa è cambiato?

di Salvina Elisa Cutuli - 06/11/2008


Potremmo definire il 2008 l’anno della “monnezza” per la grande emergenza rifiuti avvenuta in Campania.

Notizie, inchieste, reportage hanno allarmato per giorni interi la popolazione italiana mostrando immagini di decadenza, in cui le strada della città di Napoli erano sovrastate da un’immisurabile quantità di rifiuti. “Immagini da terzo mondo” che non si addicono ad una nazione che si trova ai vertici delle potenze mondiali ma che allo stesso tempo è diventata il palcoscenico di uno spettacolo inguardabile e spregevole.

A distanza di quattro mesi circa sembra che la questione sia stata risolta, che una nuova tregua sia stata ristabilita e che i rifiuti abbiano trovato un loro luogo dove poter essere depositati in santa pace. Sarà mai possibile?

Il nostro sistema mediatico e informativo non è stato così limpido da permettere di comprendere fino in fondo le ragioni reali che hanno portato a tutto questo. La conoscenza del cittadino medio, quindi, è stata limitata ad una visione di immagini di repertorio più volte mandate in onda, accompagnate da una spiegazione superficiale dell’evolversi della faccenda.

Informazioni molto più dettagliate sarebbero state e sono tutt’ora utili per non rimanere semplici spettatori. Eventi come il primo convegno nazionale tenutosi a Gambettola il 25 e il 26 ottobre dal titolo: Rifiuto: riduco, riciclo, organizzato da Macro Edizioni, sono quindi fondamentali per una conoscenza che non si fermi ad un livello superficiale, ma che vada oltre.

Vari interventi si sono succeduti nel corso dell’incontro, molto diversi tra loro, trattando - come sottolinea lo stesso titolo - un medesimo problema sotto diverse facce, diversi aspetti.

Tra questi quello di Jusy Iuliano, giornalista professionista campana interessata a problematiche relative agli inceneritori, la raccolta differenziata, le ecoballe e i Cdr (Combustibile Derivato dai Rifiuti – combustibile solido triturato secco ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, raccolto generalmente in blocchi cilindrici denominati ecoballe). Il suo intervento dal titolo “Il business dei rifiuti: l'emergenza in Campania”, di cui qui di seguito proponiamo una sintesi, ha messo in luce un quadro sconosciuto a molti, denunciando le cause e le conseguenze che avrebbero condotto ad un disastro di tale portata.

Secondo Jusy Iuliano, infatti, una commistione di errori tecnico-amministrativi e intrighi tra politica e malavita avrebbe determinato la mancanza di discariche idonee, un’inadeguatezza degli impianti CDR la mancanza di un vero e proprio sistema di raccolta differenziata e l’aumento della produzione di rifiuti speciali pericolosi.

Questa situazione sarebbe stata economicamente vantaggiosa per la criminalità organizzata che avrebbe dato luogo ad una serie di commerci illegali paragonabili ai commerci di droga o di armi, e a commistioni tra politica ed imprese dedicate allo smaltimento di questi rifiuti.

La situazione politica della regione campana, con uno stato di commissariamento che doveva durare 10 mesi e che prosegue invece da 14 anni, avrebbe poi condizionato in ogni modo la politica ambientale della regione. Fin troppo spesso l'emergenza rifiuti è stata utilizzata da politici spregiudicati per accapararsi stipendi che sono arrivati a toccare anche 850.000 euro.

Nessuno, infatti, si è opposto alla devastazione di intere zone della regione; tra queste Acerra, un tempo la zona più fertile della Campania, oggi la più inquinata. Come se non bastasse le carni di bovini, bufale, pecore che mangiavano e bevevano l’erba e l’acqua di quei campi ormai irremidiabilmente inquinati, sono passate poi direttamente sulle tavole della gente, che ne sarebbe stata vittima inconsapevole.

Sempre secondo Jusy Iuliano tutto questo ha avuto, dunque, conseguenze sconcertanti.

Nell’area della provincia di Napoli compresa tra Acerra, Nola e Marigliano definita triangolo della morte, si è verificato un aumento vertigionoso del tasso di mortalità umano, a seguito di tumori ed altre malattie.

Processi lenti, che a poco a poco hanno avuto effetti catastrofici per la salute delle persone.

Già nell’ottobre 2003 furono rilevate tracce di diossina. Proprio in quel periodo furono fatte delle analisi a pecore sparse sui territori del triangolo della morte, che risultarono positive alla sostanza. Gli esiti delle analisi vennero dati ai pastori ben otto mesi dopo il prelievo, permettendo quindi a questi ultimi di vendere inconsapevolmente carni e latte avvelenati.

L’area compresa tra Napoli e Caserta sarebbe nota anche come terra dei fuochi, per la gran quantità di roghi che la notte illuminano i cieli con sfavillanti fiamme e bagliori che si scorgono in lontananza, spesso “gestiti” da bambini pagati per smaltire i rifiuti.

Sempre in queste zone sono stati scoperti interramenti illegali di rifiuti tossici e di scarti di industrie automobilistiche che secondo le logiche perverse degli eco criminali potevano essere utilizzati come compost per l’agricoltura. Per anni boss della camorra avrebbero facilitato e appoggiato illegalmente questi commerci di rifiuti tossici di aziende del nord Italia, che poi venivano scaricati su terreni coltivati, miscelati e livellati con l’utilizzo di pale meccaniche. Il guadagno era di circa 27 milioni di euro per lo smaltimento di 1 milione di tonnellate di rifiuti.

L’intervento di Jusy Iuliano, qui riassunto in grandi linee, è fondamentale per comprendere al meglio la gravità della situazione campana e per cercare nuove ed effettive possibili soluzioni che non si concretizzino nella costruzione di quattro inceneritori nella regione campana.

Gli inceneritori, se da un lato dovrebbero contribuire a risolvere l’emergenza rifiuti, dall’altro lato emettono delle nanopolveri (per saperne di più vedi l'intervista a Stefano Montanari) che, una volta introdotte nell’atmosfera, vi rimarranno per sempre creando danni gravissimi alla salute dell’uomo.

Stiamo dunque attenti alle facili soluzioni.

Interventi in larga scala sono sicuramente necessari, ma cominciare a produrre meno rifiuti e a differenziarli quotidianamente potrebbe essere il primo passo fondamentale.


Fonte Terranauta.it


 

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Stefano Montanari,
EBooks - Lo Stivale di Barabba
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l volume affronta il tema sempre più urgente e scottante dello smaltimento dei rifiuti in Italia. L’Italia giunge in grave ritardo ad affrontare una corretta gestione del problema rifiuti. Dopo decenni del «tutto in discarica», si sta ora prospettando in diverse parti del...